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mercoledì 25 marzo 2009

Piano Geithner: i fondi di investimento in asset tossici



lavoce.info pubbica un articolo di Sandro Brusco MA GEITHNER NON SCIOGLIE IL NODO DEI PREZZI. E' molto chiaro, con link al documento del Tesoro USA (dove toxic è tradotto pudicamente legacy). Abstract:
Il Tesoro americano vara il piano teso alla stabilizzazione del sistema bancario: si fonda sull'utilizzo di capitale pubblico e privato per comprare i titoli tossici. Sembra un progetto credibile, per cui elimina incertezza sul comportamento futuro del Tesoro. Ma il meccanismo sembra anche una riproposizione dell'approccio Paulson. E il nodo della questione, ora come allora, è il prezzo a cui gli attivi tossici vanno comprati. Il grosso rischio è che la pulizia dei bilanci bancari e la riattivazione del credito avvengano a un costo enorme per i contribuenti.
I fondi proposti sono di fatto CDO che comprano mediante asta asset problematici dalle banche o dalla FDIC. Investitori privati e Tesoro comprano fifty-fifty la tranche equity, e il resto (tranche senior) è finanziato "non-recourse" dalla Fed o con garanzia FDIC (perdite da svalutazione degli attivi superiori all'equity a carico dello Stato). La cosa curiosa (lo segnava a dito ieri Zingales sul Sole) è che ogni struttura dovrà avere due rating di agenzia che assicurino una qualità AAA sul debito senior. Domanda: dato che si dovranno fare numerose appprofondite valutazioni del rischio di questi fondi, perché Tesoro e Fed non internalizzano le attività di due diligence, portfolio risk assessment, rating (misura più morbida della tenuta nazionalizzazione)? Perché affidarsi (pagando il conto a Moody's, S&P, Fitch) a modelli inaffidabili, per valutare asset con valori ballerini e conosciuti semmai dai venditori? Qui veramente ci vorrebbe l'FBI che mette in galera i furbi, non la FDIC che controlla le agenzie che stimano lo spessore delle code della distribuzione.

Luca

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