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sabato 31 ottobre 2009

Regione Piemonte: per i confidi, ricapitalizzazione al primo posto

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In settembre, periodo di full immersion didattica, mi ero perso un provvedimento importante della Regione Piemonte, inteso a ricapitalizzare i confidi del suo territorio. I dettagli attuativi di una delibera di giunta presa ancora in marzo sono descritti in questo articolo di Moraglio del Sole 24 ore Nord-ovest del 23 settembre. In tutto il pacchetto vale €76mn, e riguarda sia i confidi 106 che i 107. Il grosso delle risorse (più di €50mn) viene in realtà dallo svincolo dei fondi rischi pubblici erogati in passato. Ci sono poi bonus destinabili a patrimonio netto tout court o a strumenti ibridi di capitalizzazione per i futuri 107, mentre per i 106 si utilizza la sottoscrizione di passività subordinate. Nel caso dei 107 in pectore, la misura estende al resto del sistema i benefici che il player maggiore (Eurofidi, partecipato dalla finanziaria regionale Finpiemonte) aveva ottenuto grazie ad una sottoscrizione di capitale.

Ancora sulla mission dei confidi

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Noto con piacere che la discussione sui post in materia di confidi è sempre vivace, con molti interventi lucidi e, fatto importante, una convergenza sulla diagnosi dei problemi pur mantenendo opinioni diverse sulle priorità e sulle soluzioni.

Evento XBRL Italia a Roma: la cronaca

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Ieri ho partecipato alla sessione XBRL del convegno Costi e business 2009 organizzato dall'ABI nella sontuosa Sala della clemenza di Palazzo Altieri. Maria Luisa Giachetti, che segue da sempre per ABI la tematica XBRL, ha avuto una bella idea di unire le due iniziative. Si è riunita così dopo qualche mese di calma la comunità che gravita intorno a XBRL Italia.

venerdì 30 ottobre 2009

Faissola alla giornata del risparmio: Basilea 2.5 non appesantisca le virtuose banche di territorio

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Il periodo rimane per me molto pieno. La vena creativa è modesta, sopperisco con le citazioni (e ci pensate voi nei commenti a mettere le idee brillanti). Ecco un passaggio dell'intervento del presidente ABI alla Giornata del risparmio:
Il processo di riforma della regolamentazione finanziaria ora in corso sembra dirigersi: verso un incremento del capitale bancario, sia in termini quantitativi che qualitativi; verso una riduzione della prociclicità insita in alcune norme prudenziali e contabili; verso una maggiore attenzione ai rischi di liquidità.

giovedì 29 ottobre 2009

Riforma dei confidi abruzzesi: forte dissenso di Confcommercio

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Un gentile visitatore mi segnala questo comunicato:
RIFORMA CONFIDI: CONFCOMMERCIO, “ANOMALA LA PROCEDURA E IMPROPONIBILI I CONTENUTI

S.O.S. Italia di Unicredit: i primi numeri

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Dal Sole 24 ore:
Oltre 7 mila aziende in difficoltà continueranno a svolgere la propria attività. Questo è il principale risultato dei primi 2 mesi di vita del progetto "Sos Impresa Italia", lanciato lo scorso 2 settembre, dal gruppo Unicredit, assieme a Confartigianato, Cna e Casartigiani. L'iniziativa ha consentito a più di 2mila imprese di ottenere nuovi finanziamenti o una riarticolazione dell'indebitamento e ad altre 5 mila di essere assistite nella regolarizzazione e nel rispetto dei pagamenti. Solo nel Lazio, le imprese supportate sono state oltre 1.300 e sono stati erogati più di 700 milioni di euro.

martedì 27 ottobre 2009

Turani sul finanziamento delle piccole imprese

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Sapio mi segnala questo post conciso e molto sensato dal blog di Giuseppe Turani:
Il credito alle piccole imprese è reso complicato da varie ragioni. La più importante è che i loro bilanci (redatti dal ragioniere del piano di sotto) di solito non dicono niente o quasi sullo stato di salute dell’azienda. E così le banche, quando fanno credito e queste entità, non lo fanno a loro, ma ai loro clienti. In sostanza, le banche scontano gli effetti che i clienti danno alle piccole imprese: se questi clienti sono buoni (medio-grandi e solvibili) non ci sono problemi. Se invece i clienti sono a loro volta piccoli (e indecifrabili) il credito si intoppa e per ragioni evidenti: di questi tempi dare soldi in giro è comunque rischioso. E più che mai a entità di cui non si riesce a valutare la solidità e il giro reale di affari. E qui non ci sono molte soluzioni. Ricorrere ai prefetti serve a poco. In realtà le banche sono avare di credito (e spesso con ragione) nei confronti di questi soggetti. Qui l’unica soluzione sembra essere quella che molti chiamano con l’espressione “credito di prossimità”, cioè di amici, conoscenti, fornitori. Secondo alcuni osservatori della realtà industriale italiana, però, l’unico “credito di prossimità” raggiungibile oggi (in tempi di crisi) sembra essere il patrimonio privato (quando c’è) del titolare dell’azienda o della sua famiglia. Difficile che di questi tempi il macellaio del quartiere si metta a finanziare l’aziendina di impianti elettrici del ragionier Rossi (della quale nulla sa, al pari delle banche).

lunedì 26 ottobre 2009

Intervista a Francesco Bellotti: Tremonti bond ai confidi 107

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Sapio mi segnala questa intervista al Presidente di Federconfidi Francesco Bellotti dal Sole 24 ore di sabato scorso.

sabato 24 ottobre 2009

Dal Sole 24 ore: un foglio di calcolo per l'autodiagnosi della salute finanziaria

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Oggi sul Sole i problemi finanziari delle Pmi sono più che mai alla ribalta. Su indicazione di amici visitatori, segnalo questo articolo divulgativo di Cioccarelli che illustra un semplice percorso di autodiagnosi dell'equilibrio economico, finanziario e patrimoniali basato su indici di bilancio. C'è anche un foglio excel per passare direttamente all'applicazione del modello ai dati della propria azienda.

Morandini: avanti con le T-Holding per salvare 1 mln di aziende in pericolo

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Dal Sole 24 ore riprendo una notizia molto gettonata oggi sulle radio:
Oltre un milione di aziende sono a rischio. In un frangente tanto complesso il presidente di Piccola Industria di Confindustria, Giuseppe Morandini, all'undicesimo forum di Piccola Industria a Mantova ha scelto di presentare un messaggio incentrato soprattutto su un'idea: la necessità di creare gli strumenti giuridici e societari per superare la crisi, puntando in primo luogo sul rafforzamento patrimoniale e sulla crescita dimensionale. Secondo uno studio commissionato all'Università di Perugia, che ha analizzato un ampio campione di bilanci, un terzo delle piccole aziende sta andando bene, un terzo è in mezzo al guado e un terzo sta soffrendo. Nella simulazione econometrica realizzata dall'ateneo umbro, si crea un meccanismo di conferimento dei diritti di proprietà di una serie di aziende a una holding definita T-holding. A latere si costituisce un fondo a capitale pubblico e privato con due miliardi di disponibilità che investe solo nelle aggregazioni di piccole imprese. Le linee di credito della T-holding sono garantite dall'accesso al credito diretto al fondo di garanzia. Se le banche desiderano investire nella T-holding, esse beneficiano di un trattamento fiscale di favore. La T-holding può contare su agevolazioni fiscali derivate dalla norma delle aggregazioni, che però vanno rafforzate con la rivalutazione gratuita dei cespiti, senza tetti.
Aggregazione e ricapitalizzazione, quel che si dice prendere le vulnerabilità delle nostre Pmi per le corna. Aspetto di leggere estratti più ampi dello studio dei colleghi di Perugia per capire meglio lo schema proposto.

giovedì 22 ottobre 2009

Mario Draghi su "Gli economisti e la crisi"

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Consiglio di leggere l'intervento del nostro Governatore al convegno della Società italiana degli economisti. Draghi contesta le accuse demolitorie alla credibilità di questa disciplina, divenute luogo comune con la crisi: l'incipit è un apprezzamento per le capacità mostrate dagli esperti economici delle banche centrali e delle istituzioni internazionali nella cura della malattia. Gli economisti hanno saputo guardare fenomeni esplosivi del tutto inediti, ricostruirne la genesi e studiare la terapia urto che ha evitato le risposte tragicamente sbagliate della crisi del '29, allontanando il disastro.

Lo schema di garanzia statale delle RMBS britanniche scade intatto

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Come riferisce Fitch in questa news (accesso gratuito utenti registrati), il programma varato nell'aprile dal governo britannico inteso a rivitalizzare il mercato dei titoli asset-backed su mutui residenziali (RMBS), va a scadere oggi senza che nessun emittente lo abbia utilizzato. Pare che i possibili fruitori si siano spaventati del costo, pari al premio mediano sui CDS a 5 anni riferiti al debito dell'emittente, più 0,25%. Più gradite le soluzioni di mercato che prevedono una garanzia dell'emittente sul default e sulla durata massima dell'investimento.

Ritorno al Glass Steagall: opinioni autorevoli

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Sul Sole 24 ore degli ultimi giorni sono usciti due pezzi interessanti sulla querelle che punta il dito contro le grandi banche internazionali (specie le ex-banche di investimento): la crisi non ha cambiato molto rispetto al punto dolente della commistione tra attività bancaria e trading. Il secondo è ripartito al galoppo nel 2009, complice un volume gigantesco di emissioni di bond (pubblici e privati) da collocare, con liquidità a prezzi da saldo per finanziare posizioni ad alta leva. Il tutto su bilanci salvati dalla disintegrazione pochi mesi fa a spese del bilancio degli Stati e delle Banche centrali.

lunedì 19 ottobre 2009

Da Basilea lo studio d'impatto delle nuove regole sul trading book

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Il Comitato di Basilea ha pubblicato oggi il rapporto Analysis of the trading book quantitative impact study. Secondo l' studio, le regole che stringono le maglie dell'attuale normativa (specialmente sui prodotti collegati al credito e sul rischio specifico) potrebbero raddoppiare o triplicare i requisiti patrimoniali.

Banca del Sud: i dubbi di Mucchetti

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Sul Corriere del 18 ottobre Massimo Mucchetti evidenzia le possibili fragilità del progetto governativo di Banca del Mezzogiorno (segnalazione di Sapio):
[...]la Banca del Mezzogiorno si propone di dare più credito e più a buon mercato a soggetti meritevoli trascurati dalle altre banche. E dovrebbe farlo guadagnando abbastanza da giustificare la partecipazione di soggetti privati al suo capitale: un capitale che si deve supporre importante pena l' irrilevanza dell' operazione. Qui insorgono tre difficoltà: a) se è vero che il torto delle grandi banche è quello di aver troppo centralizzato le decisioni allontanandosi dal cliente, la Banca del Mezzogiorno potrebbe rivelarsi ancor più centralizzata, essendo una banca di secondo livello senza nemmeno una rete di sportelli e di sperimentati direttori filiale propri (e senza l' esperienza di un Imi o di un Mediocredito); b) se l' agevolazione fiscale sulle obbligazioni destinate a finanziare il credito al Sud andrà a vantaggio dei sottoscrittori, potrebbe restare troppo poco per compensare il maggior rischio connesso al credito erogato ai «dimenticati» dalle altre banche; c) la quadratura del cerchio potrebbe forse venire dalla rinuncia a un margine d' interesse analogo a quello, peraltro basso, delle altre banche, ma allora perché gli investitori privati dovrebbero prendervi parte con cifre rilevanti e in modo spontaneo? Forse, sarebbe meglio prendere il toro per le corna: se ritiene insufficiente il credito al Sud e alle piccole imprese (che non stanno solo al Sud), Tremonti farebbe meglio a usare quello che già ha: il Banco Posta. Trasformandolo in una vera banca, lancerebbe la sfida alla banca privata nel rispetto della concorrenza. E in tutta Italia.
Aspettiamo che i promotori si facciano avanti e diano concretezza all'idea originaria, senza nascondere le molte difficoltà, la novità del modello e i precedenti storici non esaltanti.

giovedì 15 ottobre 2009

Per la Banca del Mezzogiorno ABS garantite dal fondo PMI?

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Sempre sulla notizia del giorno. Da una news Reuters apprendo:
Nel ddl appena varato dal Consiglio dei Ministri che tratteggia la nuova banca per il Mezzogiorno, è previsto, se il testo non verrà modificato nel passaggio parlamentare, che la nuova banca possa acquisire dalle banche aderenti "mutui a medio-lungo termine di piccole e medie imprese del Mezzogiorno per creare portafogli efficienti in termini di diversificazione e riduzione del rischio. Eventuali emissioni di titoli rappresentativi di tali portafogli possono essere assistiti dalla garanzia del Fondo di cui all'articolo 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996, 662. Con decreto del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze sono stabiliti criteri e modalità per la concessione della garanzia, ivi incluso il costo della stessa".

Ancora da Fitch: rapporto su cartolarizzazione e supervisory formula

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Poche ore dopo aver letto il paper di cui ho parlato qui, ricevo un altra e-mail da Fitch che annuncia un rapporto di approfondimento del precedente su Basel II Supervisory Formula. The Meaning Behind the Maths (scaricabile previa registrazione). E' molto chiaro e corretto (non è uno spot pubblicitario per l'approccio concorrente alla Supervisory formula, quello dei Ratings Based Approach, che dà più lavoro alle Agenzie richiedendo, a differenza della SF, un rating esterno della struttura cartolarizzata), come risulta dalla seguente citazione
The IRB supervisory formula generally appears to result in higher Basel II capital charges than the IRB ratings–based approach (RBA) for securitisation. However, there can be significant variation from tranche to tranche between the supervisory formula and ratings–based charges, with the supervisory formula at times generating relatively lower charges on more senior positions but higher charges on mezzanine positions.

Dal Bollettino Economico Banca d'Italia, ultime notizie sul credito

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La Banca d'Italia ha pubblicato il n. 58 del Bollettino Economico. Come da tradizione, cito alcuni passaggi che toccano i nostri temi (da pag. 37):
Continua il forte rallentamento dei prestiti bancari... In agosto la crescita sui dodici mesi dei finanziamenti concessi dalle banche al settore privato non finanziario è scesa al 2,2 per cento (correggendo per l’effetto contabile delle cartolarizzazioni; fig. 28). Un anno prima il credito cresceva a tassi molto più alti, del 10 per cento circa. La variazione (destagionalizzata) sui tre mesi è stata pressoché nulla, come risultato di una contrazione dei prestiti alle società non finanziarie, del 2,1 per cento in ragione d’anno, e di un aumento del 2,8 per cento di quelli alle famiglie. I prestiti erogati dai primi cinque gruppi bancari italiani (al netto delle sofferenze e dei pronti contro termine) erano diminuiti in agosto del 3,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2008; quelli concessi dalle altre banche seguitavano a crescere, pur decelerando, a un tasso del 5,4 per cento. Tale divario si osserva nei prestiti sia alle famiglie sia alle imprese e, tra queste ultime, sia a quelle di dimensioni minori sia a quelle più grandi.

Accordo quadro Montepaschi - Confesercenti

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A completamento del progetto annunciato qui, il gruppo Montepaschi e Confesercenti hanno concluso un accordo quadro per iniziative a sostegno delle Pmi italiane. Cito dal comunicato stampa congiunto (ripreso anche dalla Repubblica)
L’intesa prevede un plafond di 2 miliardi di euro finalizzato a semplificare l’accesso al credito da parte delle aziende e a valorizzare i settori merceologici di appartenenza.

Arriva la Banca del Mezzogiorno

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Oggi la stampa dà risalto al piano di rilancio per il Mezzogiorno che sarà discusso oggi nel Consiglio dei Ministri. Piatto forte del piano è il ddl sulla Banca del Mezzogiorno. Cito dall'articolo di Isabella Bufacchi sul Sole di oggi:
Il provvedimento, un disegno di legge in cinque articoli, rafforza una serie di strumenti tradizionali, dal finanziamento bancario alla garanzia dello Stato, dal sistema di rete degli sportelli di banche e Poste sul territorio all'emissione di obbligazioni "di scopo" con interessi tassati al 5%: tutto questo per sviluppare la disponibilità del credito nel Mezzogiorno, storicamente svantaggiato rispetto al Centro-Nord, e migliorare le condizioni di raccolta per le imprese, soprattutto Pmi.[...]

Rapporto di Fitch su Basilea 2 e cartolarizzazione

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All'inizio pensavo che la crisi avesse travolto il mercato delle cartolarizzazioni. In realtà c'è stata una flessione drammatica dei volumi, ma la tecnica non è finita in soffitta, e ci sono progetti e iniziative per finanziarla. A me (a noi) interessa perché confidi e banche potrebbero utilizzare la tranched cover (che è una forma di cartolarizzazione "fatta in casa") per avere attenuazione del rischio Basel-compliant. E' l'alternativa alle garanzie eleggibili dei 107, e ne abbiamo scritto e parlato innumerevoli volte.

mercoledì 14 ottobre 2009

Confidi-Prof: studi professionali in rete per dare garanzie ai commercialisti e ai loro clienti

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Per circostanze del tutto casuali ho saputo dell'esistenza di Confidi-Prof, cooperativa di garanzia con sede a Bologna che intende associare (indirettamente, come si spiega qui) commercialisti ed esperti contabili e, loro tramite, proporsi come intermediario di garanzia alla platea delle imprese clienti dei loro studi. Il modello è inedito e non facile da descrivere, per cui vi rimando agli articoli recenti dell'Area stampa del loro sito. Presidente di Confidi-Prof è Gianluca Selvi, titolare di uno studio di consulenza aziendale e tributaria a Firenze e professore a contratto di matematica alla facoltà di economia di Bologna. Dal sito e dalla presenza recente sulla stampa si desume una forte ricerca di visibilità, e un piano di sviluppo ambizioso, che punta a coprire gran parte delle regioni italiane.

Verso un Cooperfidi Nazionale

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Da un sito di Termoli, ho appreso di un progetto di aggregazione tra confidi che riguarda il settore della cooperazione:
Cooperfidi Molise ha condiviso con i propri soci e deliberato nell’assemblea straordinaria, che si è svolta ieri nella sede operativa sita presso Confcooperative Molise, un processo di trasformazione che porterà entro l’anno alla costituzione di un Cooperfidi Nazionale.

Studio di Columba, Gambacorta e Mistrulli sui confidi pubblicato nei BIS Working papers

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Anche a Basilea si interessano di confidi, e lo dimostrano con la pubblicazione nella collana "BIS Working papers" di uno studio di Francesco Columba (Banca d'Italia), Leonardo Gambacorta (BIS) e Paolo Emilio Mistrulli (Banca d'Italia), dal titolo Mutual guarantee institutions and small business finance. Degli stessi autori Bancaria (rivista ABI) aveva pubblicato un articolo nel 2006 (“L’attività dei Consorzi di garanzia collettiva dei fidi in Italia”, (7-8), 84-96.).

martedì 13 ottobre 2009

La bozza della legge sui confidi della Regione Abruzzo

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Alex mi segnala cortesemente il link al quale potete consultare la bozza della legge di riforma del sistema confidi in Abruzzo. Il testo andrà in discussione oggi nella Quarta commissione del Consiglio regionale.

lunedì 12 ottobre 2009

Un nuovo sponsor per i confidi: il prof. Tabellini

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Scrive Guido Tabellini sul Sole 24 ore in un articolo sulle misure creditizie e fiscali a sostegno delle imprese:
I consorzi di garanzia dei fidi (confidi) si sono dimostrati efficaci nel canalizzare i flussi finanziari verso le piccole e le medie imprese, perché hanno una conoscenza capillare del territorio e delle sue specificità. Tuttavia anche in questo caso occorre che la burocrazia degli enti pubblici locali si astenga dall'intervenire direttamente: i confidi di natura privata gestiti dalle associazioni di categoria e dalle associazioni professionali, anche se ancora troppo piccoli e frazionati, sono stati più efficienti nella valutazione del merito di credito, rispetto a quelli amministrati dalle regioni. Potrebbe essere utile promuoverne l'aggregazione, mantenendoli però come soggetti autonomi di natura privata.
Non conosco i motivi che hanno indotto l'attuale Magnifico Rettore della Bocconi a prendere le parti dei confidi nella querelle infuocata che li contrappone alle finanziarie regionali. Non solo Tabellini, ma anche altri economisti monetari, dedicano attenzione ai confidi, e ben venga un po' di seria ricerca empirica a suffragare le opinioni di policy. Andando oltre le contrapposizioni di principio tra pubblico e privato, che mi hanno stufato, e sono un alibi per non approfondire i problemi.

Mucchetti su banca-impresa vs. banca-pubblico servizio

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Sapio mi segnala un articolo di Massimo Mucchetti sul Corriere dell'11 ottobre, dove ci si domanda cosa sia peggio: uno Stato che torna ad attribuire un ruolo pubblico alle banche, con le protezioni e i condizionamenti che ne conseguono, o il modello di banca-impresa, soggetta a regole stringenti ma guidata da logiche di mercato. Cito il commento finale:
Quell' impostazione tendeva a portare il credito fuori da quella zona grigia dove, per tutelare il bene primario della stabilità del sistema bancario, era di fatto sospeso il controllo di legalità. Basti pensare che l' art. 10 della legge bancaria del 1936 lasciava alla Banca d' Italia il tempo di prendere i suoi provvedimenti prima di denunciare i reati scoperti nell' opera di vigilanza. Le banche, allora, tenevano perfino riserve fuori bilancio, occulte per i soci ma non per la Banca d' Italia che le avallava e monitorava ai fini della stabilità. La privatizzazione delle banche, indotta dall' Europa e codificata dalla Corte costituzionale, ha superato il regime lasco dell' art. 10 e il regime più restrittivo che ne è seguito. [...] Ma la privatizzazione e il Testo unico bancario del 1993, che ha aperto alla banca universale, hanno generato un mostro ben più terribile: mescolando il rischio di credito (tipico dell' attività bancaria) al rischio di mercato (tipico dell' attività finanziaria), hanno reso impossibile la sana e prudente gestione dell' uno e dell' altro. Qui è il nodo. Ed è un nodo troppo intricato per farlo sciogliere ai prefetti. O, peggio, al ceto dei banchieri che 17 anni fa catturò il regolatore.
Mano invisibile, mano pubblica, quale preferire? Prima di valutare chi ci deve mettere le mani per sistemare i difetti, sarebbe meglio ripensare il modello di banca perché ne produca di meno, a costo di farlo diventare meno eccitante.

domenica 11 ottobre 2009

Pensieri da casa

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Amici, sono a casa da mercoledì un po' malato, e la vostra presenza sul blog mi fa compagnia.

sabato 10 ottobre 2009

Regione Abruzzo: consolidamento dei debiti Pmi con abbattimento dei tassi

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Su segnalazione di amici abruzzesi, cito dal sito del quotidiano Il Tempo:
PESCARA Contro la crisi economica arriva il sostegno della Regione Abruzzo. Questa volta l'ente tende la mano alle imprese e si propone di consolidare i loro debiti a breve contratti nei confronti degli istituti di credito. Per fare questo, infatti, mette a disposizione un fondo pari a 6 milioni e 500 mila euro. Lo stanziamento è il risultato di una convenzione sottoscritta nel luglio scorso con il Medio Credito Centrale (gruppo Unicredit) e diventata operativa ieri anche attraverso l'opera dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi). «Attraverso tale provvedimento, tutti i debiti a breve, con scadenza entro i 12 mesi e per un massimo di 250 mila euro, potranno essere rimodulati per 5 anni - spiega durante la conferenza stampa l'assessore allo sviluppo economico Alfredo Castiglione -. Il contributo è pari al 100% del tasso di riferimento indicato e aggiornato con decreto del ministro dello Sviluppo economico (dal primo ottobre 2009 2,45%). [...]

mercoledì 7 ottobre 2009

Banca popolare di garanzia: il punto della situazione dal Mattino (di Padova)

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Un corrispondente mi segnala un articolo uscito ieri sul Mattino di Padova. E' un resoconto articolato che riassume i punti essenziali della questione. Ne cito alcuni passaggi.
Il futuro di Banca Popolare di Garanzia continua a rimanere molto incerto, a quattro mesi dall’avvio dell’amministrazione straordinaria. Le banche creditrici sembrano defilarsi da un impegno diretto, e Banca d’Italia storce il naso di fronte alle ultime manifestazioni di interesse che sposterebbero il modello di business della Bpg. E i 60 dipendenti cominciano ora a scalpitare. In piedi oggi c’è un dialogo con una finanziaria torinese, Conafi Prestitò, quotata in Borsa che, tramite una controllata, ha recentemente acquisito la maggioranza di Alta Italia Servizi Srl di Busto Arsizio (Varese). Alta Italia è specializzata nelle procedure di istruttoria di pratiche relative alle garanzie prestate dai Confidi, il cui ruolo è stato valorizzato in questi periodi di crisi per favorire l’accesso delle imprese al credito. E’ il business più vicino a quello storico da cui è nata la Bpg che ha tra i suoi oltre 3 mila soci la crema dell’imprenditoria padovana. Un’intesa con Banca Popolare di Garanzia servirebbe ad accrescere i volumi della società acquisita da Conafi Prestitò, gruppo attivo in particolare nei finanziamenti con cessione del quinto dello stipendio. [...] Un accordo con la banca padovana, però, non troverebbe il consenso di Banca d’Italia che vuole la presenza nel capitale di Bpg di banche vere e proprie, come indicato a suo tempo dallo schema predisposto dall’advisor Imi-SanPaolo. Le banche creditrici hanno già messo in bilancio la perdita, ma non intendono rischiare oltre mettendo sul piatto altri soldi. E questo appare lo scoglio maggiore che si trovano di fronte il commissario straordinario Isacco Marchesini e il consiglio di sorveglianza della banca. E’ tramontato invece il dialogo avviato durante l’estate con La Centrale Finanziaria Generale presieduta da Giancarlo Elia Valori. Veneziano, Valori ha esaminato subito il dossier di Popolare Garanzia: anche perché La Centrale, nel cui cda siedono nomi illustri, da quest’ anno si è affacciata al settore del credito alle famiglie in virtù di un accordo con il gruppo Prometeo Spa. Il progetto su Padova prevedeva la trasformazione della banca in società di credito al consumo, ipotesi di fronte alla quale hanno storto il naso gli altri istituti e Veneto Sviluppo, finanziaria della regione Veneto coinvolta nell’operazione di salvataggio. La stessa Centrale Finanziaria, esaminati i conti della Banca, ha lasciato comunque subito cadere la proposta.

martedì 6 ottobre 2009

Su Italia Oggi articolo sugli sportelli di assistenza finanziaria alle imprese

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Su Italia Oggi è stato pubblicato il 5/9 un articolo di rassegna delle iniziative delle Associazioni di categoria e di altri soggetti volta ad assistere le imprese nella valutazione finanziaria dei progetti e nei rapporti con le banche. Nella tabella allegata si cita anche il nostro Business Point (che continua a lavorare).

giovedì 1 ottobre 2009

Basilea 2 e prociclicità: dalle parole alle cifre. Un primo test sui dati Unicredit

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E' proprio vero che per colpa di Basilea 2 le banche IRB stanno consumando il patrimonio per effetto del declassamento delle esposizioni e dell'aumento della PD e dei risk weight medi? Il terzo pilastro dell'Accordo famoso (famigerato per alcuni) prevede la pubblicazione di una ricca informativa semestrale (con aggiornamenti trimestrali) sulle politiche di risk management e sulla composizione delle esposizioni. Allora in un ritaglio di tempo sono andato a scaricare qui l'informativa per il gruppo Unicredit al 30 giugno 2009: alle pagine 88-90 si trovano le tabelle sulle attività di rischio trattate IRB, suddivise per portafogli. Sono dati riguardanti l'intero gruppo, quindi c'è l'Italia insieme con Germania, Austria Est Europa, ecc., e l'Italia pesa per meno della metà nelle esposizioni verso verso clientela (v. pag. 40 del rapporto). I dati sono comunque interessanti.

Al mattino, un pensiero da Praga

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Don Andrea Barbero, sacerdote della Fraternità San Carlo Borromeo, ha mandato da Praga questo pensiero:
A Praga, d'inverno, ogni mattina trovo sul vetro della finestra due centimetri di ghiaccio. Devo toglierlo per poter vedere fuori. La preghiera ha lo stesso compito: permette di vedere fuori di sé, e quindi di conoscere. Se non vedi, non conosci.
Trovate il resto sul numero di agosto/settembre di Fraternità e missione.