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venerdì 22 gennaio 2010

Conviene una "piattaforma di sistema" dei fondi di garanzia? Consultiamoci!



Una delle idee forti uscite dal convegno ABI dello scorso dicembre sul credito era questa
Coordinare l’attività dei fondi di garanzia esistenti, a partire dal ‘Fondo centrale di garanzia per le Pmi’, con l’obiettivo di definire un quadro giuridico unitario, ovvero un sistema di regole uniforme sull’intero territorio nazionale, è una priorità del sistema Paese. In tal senso l’ABI auspica il coordinamento attraverso una “Piattaforma di sistema” dei fondi di garanzia esistenti. La possibilità per tutti i soggetti coinvolti di poter utilizzare le stesse procedure consentirebbe di limitare l’effetto delle barriere di accesso ai vari strumenti e ridurrebbe l’effetto disincentivante del ricorso alle agevolazioni.
Non so se nel frattempo si siano fatti dei passi avanti, da parte dell'ABI o del Ministero dello Sviluppo Economico (sponsor dell'idea citata). Ragionando sulla proposta di un fondo di contro-garanzia per l'Abruzzo da progettare ex novo, ho pensato che l'idea della piattaforma ha dei meriti. Non mi nascondo le grandi difficoltà da superare per attuarla, sebbene si possano avere diversi livelli di condivisione dell'infrastruttura normativa, procedura e di supporto operativo in cui si tradurrebbe la piattaforma. Non è detto che si debba avere un unico portafoglio rischi, o un unico organo deliberante. Però non vedo ostacoli a definire un unico tracciato record per le domande, un'unica classificazione delle operazioni, un unico insieme di informazioni codificate alle quali applicare modelli di scoring, non necessariamente unici.
A questo punto mi viene un'altra idea: perché i promotori dell'idea non stilano un documento di consultazione e lo pubblicano sul sito del Fondo centrale, aprendo un dibattito pubblico con regioni, banche, confidi, esperti, ecc? Se di sistema ha da essere la piattaforma, sia di sistema anche l'elaborazione del progetto!

Luca

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31 commenti:

Sapio ha detto...

Non ci inventiamo niente. Basta duplicare semplicemente la procedura del Centrale e duplicare gli ingressi sulla home page. Poi col tempo si può far tutto. Solo una cosa la procedura del Centrale non da scoring, non legge Ceri né andamentali né qualitativi. Bisognerà creare bridges per queste informazioni.

Sergio ha detto...

Concordo su una piattaforma unica, ma il primo provvedimento da adottare sia sul Centrale che su altri fondi, è non permettere l'intervento diretto delle banche al fondo Cemtrale: in tutta Italia si stanno creando delle distorsioni veramente pericolose. Mi piacerebbe sentire i commenti degli operatori dei confidi sul tema.
Ci sono dei segnali precisi (posso solo pensare ad attività lobbystica di grandi banche ) che vanno verso la disintermediazione dei confidi attraverso il fondo centrale, come l'innalzamento dei massimali a 1,5 milioni di Euro: quanti confidi, oggi, possono permettersi di rischiare su un'operazione singola questi importi, essendo consapevoli (ormai siamo tutti veramente consapevoli, molti operano da tanto tempo con MCC, con diverse cause in corso e conoscendo bene l'atteggiamento di MCC al momento dell'insolvenza (ogni motivo è buono per non pagare!)) che basta un documento non ricevuto nei giusti termini (anche per colpa della banca erogante)per non essere rimborsati.

Luca ha detto...

Sapio: a monte della procedura MCC si deve lavorare su formati uniformi della PEF (pratica di fido in senso lato). Questo per far circolare in modo efficiente i dati, tra attori della filiera, ma anche all'interno degli intermediari (banche o confidi), che usano sistemi diversi per la procedura di fido, il controllo rischi, la reportistica.
Sergio: il rischio di spiazzamento di cui lei parla è reale. E' anche vero che le pratiche da 1,5 milioni di euro, se acquisite in massa e per lo più da banche, possono aumentare il rischio di concentrazione e quindi di perdita inattesa del Fondo. Forse è arrivato il momento di mettere a tema il valore creato dal confidi, di discuterne pubblicamente (come facciamo qui). Si possono avere visioni diverse, ma le banche devono prendere una posizione coerente:
- i confidi sono dei partner? Bene, allora progettiamo una filiera che stia in piedi nel tempo, ivi compresa la necessità di aiuto pubblico (tra cui il Fondo centrale) e la sua distribuzione;
- i confidi sono soltanto dei tramiti commerciali o dei veicoli di scarico delle perdite? Allora dobbiamo prepararci alla smobilitazione generale degli enti di garanzia, non ce la possono fare a intermediare rischio. La maggioranza delle banche la pensa così? Spero di no.

Sapio ha detto...

Luca, sono d'accordo ma chiariamo: una cosa è la trasposizione su base locale del FCG (da fare utilizzando al massimo quanto già fatto dal Centrale) ed una cosa è migliorare il colloquio banche-Confidi per l'operatività non agevolata. Per questo secondo aspetto bisogna fare quello che tu dici.

Sapio ha detto...

Sergio, dici che il primo provvedimento da adottare sia sul Centrale che su altri fondi, è non permettere l'intervento diretto delle banche al fondo Cemtrale. Ma la mano pubblica deve fare il bene delle imprese o dei Confidi?
Riferisco quello che mi ha detto poco tempo fa un altissimo funzionario pubblico: "Sappiamo bene che i Confidi sottraggono risorse alle imprese e non ne danno, ma non possiamo dirlo".
Luca: non troverai nessuno che in Banca risponda al tuo quesito su cosa sono i Confidi, patner o tramiti commerciali. Nelle banche ci sono solamente uomini di relazione, capaci di sorridere e stringere mani. Capaci di strategie mai! Comunque il sentiment è chiaro, sono dei tramiti commerciali neppure tanto capaci di far da scarico delle perdite. Escutere un Confidi è un'opera titanica perché sono organi della politica. Molte perdite rimangono sulle banche. In silenzio.

Luca ha detto...

Sapio, so che parli di cose viste con i tuoi occhi, e ci rifletto attentamente. Ma quando le perdite saranno così massicce da non starci più sotto il tappeto, allora i conti non torneranno più, ognuno dovrà dire come stanno effettivamente le cose. Per questo motivo il passaggio ai 107 è un bene: aumenta la trasparenza, fa emergere le inefficienze (quindi in parte recupera i costi di adeguamento), costringe a misurare con precisione l'aiuto pubblico (e a dare buone ragioni, che ci sono, per difenderlo). Nella stessa direzione agisce il rating confidi fatto dalle banche.
Aggiungo un'utile ipotesi di lavoro: esistono confidi che sottraggono risorse alle imprese, insieme ad altri che creano valore per le imprese; tutti i meccanismi di confronto e incentivo che aiutano a distinguerli sono provvidenziali.
Senza mettere a fuoco i problemi e le cifre si continua ad affermare tutto e il suo contrario: in Abruzzo sono piuttosto arrabbiati per l'IRAP in più pagata per coprire gli scempi fatti nella sanità pubblica, sono quindi più attenti a non sprecare soldi. Però è sempre difficile identificare (o impedire) uno spreco palese prima che venga deciso.

Sergio ha detto...

se fosse vero quello che dice Sapio, esiste una sola conclusione: eliminiamo una volta e per sempre i Confidi e teniamoci le nostre banche che operano in maniera trasparente a favore delle imprese.
Consentitemi una piccola provocazione: avete visto cosa è successo con la commissione di massimo scoperto?

Sapio ha detto...

Sergio, Confidi che non pubblicano il bilancio o uno straccio di dato, ne Taeg nè altro sono trasparenti?
Sulla commissione di massimo scoperto le banche si sono beccate una bacchettata sulle dita !

Dodona ha detto...

Finche' non ci sara' un'azione di pressing "culturale" vs banche e confidi ci sara' sempre sufficiente spazio per l'una e l'altra posizione, pro o contro (sostanzialmente) ai confidi.
Bisogna far emergere pubblicamente questi problemi....

Gigi ha detto...

I temi sono sempre quelli:
- confidi: servono oppure no?
- se servono, come rendere efficiente il loro operato?
- il pubblico come deve intervenire?
- le banche come si relazionano?
- etc. etc. (ma poi non tante altre cose...)
A queste domande deve rispondere la Politica (con la p maiuscola e in senso lato), ovvero le istituzioni e le rappresentanze dei confidi.
Direi: Bankit, Assoconfidi, ABI, Governo ed enti locali (regioni e camere di commercio) e associazioni di categoria.
Serve ampio dibattito e conclusioni condivise, ma non di stallo. Open day?
Toc toc, qualcuno che conta, più dei meri (e bravi) tecnici che fanno quotidianamente questo blog c'è la fuori???
Urge coordinamento e progettualità comune per portare a sistema risorse e attività.
Chi fa il project manager?
(secondo me lo dovrebbe fare Assoconfidi, sempre che ci sia del midollo spinale....)
Direttori, segretari, presidenti dei confidi che leggete questo blog, la scossa è diretta a voi per primi. Se non vi muovete fra cinque anni potreste non essere più seduti dove siete!!!!!
Cacciate fuori 100 mila euro e organizzate un open day nazionale.
Vi regalo il titolo: "Il supporto dei confidi alle imprese italiane nella sfida alla crisi economica internazionale"

Sergio ha detto...

Sulla commissione di massimo scoperto il sistema bancario italiano (Banca Italia, Banche, Abi) si è mostrato per quello che è: hanno tolto la commissione di massimo scoperto
ed ogni banca, a modo suo, ha inserito altre commissioni alle aziende, con risultato finale che gli oneri bancari sono addirittura aumentati per le imprese!!!!!!!!
Se non ci fossero associazioni e confidi........non la vedo bella per niente

bartolo mililli ha detto...

Ciao a Tutti. Sapio sul fatto della trasparenza adottata dai Confidi hai ragione, ma è indubbio che ci sono segni di miglioramento che saranno sempre più forti quanto più sarà pesante la mano della Vigilanza su questo settore. Oltre ai 107 forse sarebbe bene un "bollino blu" dell'Autorità anche ai Confidi 106 con requisiti minimi. Sul ruolo dei confidi dissento un pochettino dalla Tua opinione e prendo assoluta distanza da quanto detto da questo "altissimo" funzionario pubblico. L'Italia è fatta di piccolisime imprese e di piccolissime banche ed entrambe sono quelle che l'hanno tenuta in piedi durante questa crisi. E i piccolissimi confidi, hanno fatto la loro parte. Da noi si dice.."ciù ranni è u scaluni ciù ranni è u sautu e ciassai ti fai mali". Più alto è il gradino, più alto il salto, più forte il dolore. I Confidi devono crescere, ma è giusto che lo fanno nei tempi e nei modi giusti. Caro Sapio, rileggendo i tuoi post di un anno fa mi rendo conto quanto hai contribuito anche Tu a fare crescere il settore!! Tra un anno, molti dei tuoi consigli, saranno già prassi ordinaria nella gestione corrente di molti confidi. Salutamu!

Sapio ha detto...

Grazie Bartolo. Tu però sei un po' fuori dai miei richiami perché fai l'onesto distributore di aiuti pubblici e non l'hai mai nascosto. Io ce l'ho con chi pretende di "stare sul mercato" e rischia di far male ai suoi cari (colleghi, dipendenti). Come vedi io ho indicato un sistema di distribuire aiuti pubblici, dei quali non ho mai negato la necessità e opportunità. Ciao

Sapio ha detto...

Gigi:chiedi "qualcuno che conta, più dei meri (e bravi) tecnici che fanno quotidianamente questo blog c'è la fuori?" No Gigi non c'è e se c'è non vuol portar pena. E allora? Finirà così: la situazione appassirà progressivamente e giorno dopo giorno vedremo silenziosamente scomparire degli attori dalla scena. E' già successo in tanti settori. Però sono convinto che qualcuno in silenzio ha già capito e si è avviato prima degli altri sulla via della ritirata prima che diventi troppo affollata.

Antonello ha detto...

Concordo con Sergio: in un mondo perfetto in cui il sistema bancario si comportasse in maniera corretta e trasparente, i Confidi non avrebbero senso, purtroppo siamo talmente lontani dalla perfezione, ricordo solo:
Fazio ex governatore della Banca Italia che annunciava le ispezioni della vigilanza a Fiorani,
scandali derivati con cui le grandi banche hanno fregato i vari enti pubblici (non scuso i politici incapaci e ignoranti)e le aziende, ora abolizione della commissione massimo scoperto che le banche hanno girato a proprio vantaggio.
Lunga vita ai confidi!!!

Sapio ha detto...

Antonello, spiegaci però perché lunga vita ai Confidi. Sono geneticamente migliori delle banche ?

Antonello ha detto...

Lunga vita... ai confidi ed alle associazioni di categoria che con tutti i loro limiti e le loro inefficienze, sono nati per difendere e tutelare i loro soci(le imprese) e spesso (non sempre) ci riescono!
E si, sono geneticamente diversi: i confidi nascono per tutelare le imprese, senza fini di lucro con scopo mutualistico, le banche hanno un'altro obiettivo (lecito e condivisibile ma diverso): l'utile da destinare agli azionisti (con distorsioni anche preoccupanti che si sono verificate più volte in Italia a discapito delle imprese).

Dodona ha detto...

Tornando al tema.
Una possibile soluzione potrebbe essere un FCG che controgarantisce soltanto i fondi regionali, i quali a loro volta controgarantiscono i confidi (e le banche direttamente? direi di si).
In tal modo si raggiungerebbero diversi risultati:
- uniformità di operatività (si escludono possibili "arbitraggi" e distorsioni operative);
- regole precise di ammissione sia per le imprese (es. PD su scale pubbliche) sia per i Confidi (o in ogni caso per i selettori incaricati);
- possibilità di effettivo monitoraggio;
- ripartizione del rischio (diversificazione).
A mio avviso occorre partire da proposte concrete, senza pre-giudizi. Non da altro....
Citius emergit veritas ex errore quam ex confusione....

Sapio ha detto...

Ogni passaggio genera costi. E poi chi paga l'unico nuovo Fondo Centrale, le Regioni? Ma allora non fanno prima a controgarantire i Fondi Regionali? Le Regioni dovrebbero accollarsi la Perdita Inattesa dando garanzia diretta (pon. 20%) prestanziando però un fondo ad assorbimento (come fa FCG) a copertura della PA. Stabilendo però criteri di accesso precisi e dando mandato a qualcuno di gestire la faccenda come fa Min. Att. Produttive con MCC-FCG.

Dodona ha detto...

Sapio: certamente ogni passaggio genera costi, ma anche oggi sono ci sono largo circa gli stessi passaggi che generano gli stessi costi, se non di più. Il vantaggio consisterebbe proprio, in primo luogo, in un'azione di trasparenza e di efficienza!
Per il resto, sono temi di merito, su cui sarebbe bello confrontarsi.

Sapio ha detto...

@ Antonello: ma allora se i Confidi sono geneticamenti sani e buoni, se difendono le imprese, facciamone di più. Non limitiamoci, che diamine! In Campania ce ne sono più che in Francia? Fondiamone altri e facciamo si che ce ne siano più che in tutta Europa. Una volta che facciamo una cosa buona la contingentiamo? Avanti.. c'è posto!

Antonello ha detto...

Non la buttiamo sulla generalizzazione: non sono tutti buoni i confidi (come non sono tutte cattive le banche) e mi pare che (numeri alla mano) negli ultimi 3 anni hanno fatto uno sforzo notevole di ridimensionamento in numero ed in crescita di volumi e professionalità acquisite.

Sapio ha detto...

Così mi piace.

Pietro ha detto...

Sul geneticamente diversi siamo tutti d'accordo, comunque vale la precisazione di Antonello: non tutte le banche sono cattive...quasi tutte

Sapio ha detto...

Per fortuna che ci sono le imprese che sono buone. Anche se i bilanci sono opachi (per ragioni fiscali). Anche se gli imprenditori dichiarano meno dei loro dipendenti et. etc. Attenti con le categorie. Anche gli avvocati difendono i cittadini. Quindi sono tutti buoni !!!?

Dodona ha detto...

Pietro: per favore, si questo blog si discutono, soprattutto da posizioni diverse, cose serie, in modo serio. Certi teatrini puoi recitarli altrove. Grazie

Luca ha detto...

Preciso l'osservazione di Dodona: potete affermare quello che volete, ma portate dei fatti, degli esempi. Discutere in senso lato della bontà o della cattiveria di questi o di quelli è parlare del nulla.

Pietro ha detto...

per Dodona: io seguivo le precisazioni puntuali su ruolo genetico di banche e confidi di Antonello a cui nessuno ha dato risposte: se su questo non si può manifestare il proprio accordo, va bene, ne prendo atto.
per Luca: i fatti sono scritti nero su bianco poco sopra, ma se non si possono criticare le banche, basta saperlo.
Stiamo a discutere del saeg di filiera e nessuno dice niente sullo scandalo che è avvenuto con la commissione di massimo scoperto.
Secondo me bisogna accettare il confronto anche quando non si è in accordo: mi piacerebbe avere opinioni sulla questione del massimo scoperto e sul comportamento delle banche in questo periodo da parte di aziende, confidi, associazioni....ma forse mi sbaglio ed è un falso problema.
Saluti

Luca ha detto...

Pietro: l'esempio concreto più interessante sarebbe del tipo "Dopo la vicenda CMS il mio confidi ha rinegoziato la convenzione con una banca e ci siamo messi d'accordo così" oppure "abbiamo litigato su questo punto e non ci siamo messi d'accordo". A me piace parlare dei problemi insieme alle possibili soluzioni, e prima di dire che non esiste soluzione per colpa di qualcuno mi piace verificare tutte le ipotesi in positivo.

Sapio ha detto...

Pietro, sulla commissione di massimo scoperto ecco la mia opinione: è ingenuo prensare che le banche avrebbero rinunciato ad un introito. Ora lo hanno spostato sul tasso e la situazione è più trasparente. A me sembra ci sia stato un miglioramento. La norma invece ha peggiorato un'aspetto allorché prescrive non ci debba essere una commissione di mancato utilizzo, richiesta invece da Basilea 2 con l'EAD che incorpora anche una quota del margine non utilizzato.

Sapio ha detto...

Pietro & Antonello: un'altra cosa che valorizzerebbe il ruolo delle Associazioni e dei Confidi. Prendano dei casi specifici prima e dopo CMS e ne calcolino il Taeg. Se c'è differenza a sfavore la evidenzino e pubblicizzino e, se del caso, obblighino la banca a cambiare per tutti gli associati.