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mercoledì 28 luglio 2010

Via libera a Basilea 3, ma in versione leggera



Il Gruppo dei governatori e dei supervisori bancari presieduto da Jean Claude Trichet, riunitosi a Basilea il 26 luglio, ha approvato il pacchetto di riforme del framework di vigilanza prudenziale noto come "Basilea 3". Sul piano dei principi, tutti hanno espresso unanime volontà di accogliere le istanze "restrittive" dei documenti di consultazione che prospettavano requisiti più stringenti sul patrimonio di base "core tier 1" (quantità minima e qualità), sui limiti alla leva non ponderata per il rischio, sui ratio relativi al rischio di liquidità. Nella pratica molte richieste formulate dall'industria bancaria sono state accolte, sia per quanto concerne il calcolo del capitale disponibile (sono state limitate di molto le deduzioni per interessi di minoranza, crediti di imposta e partecipazioni in società finanziarie), sia per quanto riguarda i tempi di introduzione dei nuovi paletti (leverage ratio non ponderato del 3% e net stable funding ratio) differiti al 2018 (tra otto anni!).
Un Basilea 3 light, quindi. Mi sono meravigliato di trovare sul Sole 24 ore un articolo che afferma il contrario: secondo una nota società di consulenza Basilea 3 farà esplodere i requisiti per il rischio controparte e produrrà restrizioni dell'offerta di credito all'economia. E' una colossale minc.., pardon, svista. Non ripeto le cose che ho già scritto qui sul precedente lamento di uguale fonte e tenore.

Luca

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3 commenti:

Gigi ha detto...

Forse va bene così, light o no. E' evidente che uno dei fattori della crisi non è stato basilea 2 ma caso mai la sua non applicazione soprattutto sulle banche americane e su tutte le società finanziarie che hanno creato quello che viene chiamato "sistema bancario ombra", e che era fuori da ogni tipo di vigilanza (SPV, conduit,etc. etc.)
Drammi su basilea 2 o 3 o pi-greco rischiano di diventare irrilevanti se non si risolvono altri problemi (regolamentazione dei mercati dei derivati, dei cds, dei cdo, e maggiore vigilanza degli azionisti sui cda).
Era evidente anche ad un pirla come me (ma anche a inascoltati professori di economia, molto più blasonati ed altrettanto inascoltati, la qual cosa mi inorgoglisce non poco) che il mercato immobiliare (americano ma non solo) non sarebbe cresciuto per sempre. Rimettere mano a Basilea2 è sacrosanto ma ci sono altre mille cose che se non saranno sistemate prepareranno la prossima (ed ovviamente peggiore di quella in corso) crisi.
Confidi (anche abruzzesi) meditate.

Sapio ha detto...

Il problema dei problemi sono i conflitti di interesse delle Agenzie di Rating e delle Soc.tà di Revisione.

Gigi ha detto...

@Sapio: vero, c'è anche quello (importantissimo).
Ci sono una montagna di cose che non vanno proprio e mettere mano a tutto è praticamente impossibile, anche perché si va a toccare un insieme di interessi molto forti. Si farà qualcosa ma, inevitabilmente, si andrà dritti verso la prossima crisi.
Forse la ciclicità è uno degli elementi che contraddistinguono il sistema economico capitalistico proprio perché così correlato alla natura umana: instabile, emotiva, fatta di alti e bassi. La razionalità è solo uno degli elementi che muove i comportamenti e non è il principale, ma i nostri modelli, sui quali costruiamo gli strumenti di utilizzo quotidiano tengono conto solo di questa. Forse è tempo, di far fare agli studenti di economia anche un corso base di psicologia (non a scapito della matematica!).