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venerdì 11 marzo 2011

Cisnetto: fotovoltaico, c'è davvero una bolla? E' giusto sgonfiarla? - Il Foglio

Leggete questo articolo di Enrico Cisnetto su Il Foglio. Racconta in modo molto chiaro i falsi miti a favore, ma soprattutto contro gli incentivi alle energie rinnovabili.
Non sono un esperto di energia, ma mi ci sono accostato nelle ultime settimane per un progetto locale. In precedenza mi avevano colpito i dati elaborati da Fabio Cutrera (direttore di Confapi Lombarda Fidi) in cui emergeva un tasso di default minuscolo nel settore energia, a fronte di tassi preoccupanti nella maggior parte dei settori manifatturieri e in quello delle costruzioni. L'energia continua a dare soddisfazioni economiche importanti. Un altro amico consulente mi aveva mostrato il piano finanziario di un'installazione di barriere stradali anti-rumore con pannelli fotovoltaici: per i partner privati si riusciva a realizzare la cosa con un investimento negativo di equity, ovvero si riusciva a coprire con debito privato (dopo aver scontato i contributi alla spesa iniziale) più del fabbisogno, coprendo il servizio del debito con i ricavi prodotti dalla cessione alla rete dell'energia pulita a tariffe sussidiate. C'è grasso che cola, ho pensato.
L'articolo di Cisnetto richiama giustamente a non buttare il bambino delle energie rinnovabili con l'acqua sporca dei progetti che le sfruttano per far soldi sicuri, e chiarisce alcuni punti importanti. Il primo è la commistione che gli incentivi attuali fanno delle energie rinnovabili "nuove e pure" con quelle consolidate (idroelettrico) e con quelle assimilate (cogenerazione, scarti petroliferi, inceneritori). Le ultime sono appannaggio dei gruppi petroliferi. Altro punto importante la distinzione tra macro impianti a terra (diffusi dove c'è più sole) e impianti sul tetto. I primi comportano investimenti massivi e consumano una quantità enorme di territorio. I secondi invece hanno impatto meno invasivo e sono spesso utili perché educano l'installatore utente ad un consumo consapevole (come si farebbe con l'acqua pompata da un pozzo di proprietà).
Pertanto occorre distinguere.
Quando il Pubblico introduce incentivi importanti è facile che i grossi calibri formino alleanze forti che dirottano il flusso maggiore di denaro pubblico verso investimenti puramente finanziari che non si farebbero in assenza di sussidio, e che hanno il brutto difetto di svuotare le casse dello Stato per alimentare bolle di investimento speculativo che poi è difficile fermare.
Non sono un esperto, però, quindi se ho detto cose improprie, segnalatemelo. Stampa questo post

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