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mercoledì 23 marzo 2011

Cooperfidi Trento: sale and lease back sulle cantine per un neo-107

Il nostro Cooperfidi trentino, contando su un patrimonio solidissimo, è impegnato in interventi a sostegno di importanti realtà della cooperazione nel settore agro-alimentare. Questa news ANSA segnala l'operazione di recente conclusa con la cantina di Nomi (vicino a Rovereto) nell'ambito della gestione separata a titolo di fondo immobiliare.
Un'operazione molto particolare per un confidi 107. Stampa questo post

18 commenti:

Gigi ha detto...

Sul sito del confidi c'è una breve descrizione dell'operatività del fondo che dice "Il Fondo Immobiliare, finanziato dalla Provincia Autonoma di Trento, consente a Cooperfidi di acquisire immobili strumentali da locare a Cooperative ed Aziende agricole che non sono in grado di affrontare gli oneri dell'acquisto. L'affittuario può decidere in qualunque momento di acquisire direttamente l'immobile occupato."
Non ho trovato altre informazioni, ma da questo si capisce che di fatto la provincia sgancia i soldi per far fare al confidi operazioni di quasi leasing, e nel caso di specie un quasi lease back, visto che non è previsto un vero e proprio riscatto (o almeno non è dato di sapere queste cose), e il venditore dell'immobile è diventato l'affittuario.
Restano sul tavolo alcuni interrogativi:
1 - i soldi sono pubblici, le decisioni a chi vanno no, sono decisioni prese nell'autonomia contrattuale delle parti. E' corretto?
2 - il confidi diventa, almeno per questa attività, una società di leasing o di real estate: come la mettiamo con l'oggetto sociale, la vigilanza, la previsione normativa delle attività proprie di un confidi?
3 - last but not least: in termini di efficienza delle risorse pubbliche rispetto agli obiettivi di politica economica locale come sono valutate queste operazioni? C'erano delle alternative più efficienti di utilizzo dei fondi?
Forse ho capito poco, ma questa operazione mi lascia un po' perplesso. Un ringraziamento anticipato a chi saprà gettare un po' di luce......

Beppe ha detto...

Resta peraltro da capire se la cantina era anche 'cliente' del confidi: in tal caso, l'operazione dovrebbe avere una maggiore disclosure.... Era un affidamento garantito critico, forse?

Claudio C ha detto...

Ma mi domando: come ha potuto la Regione finanziario l'intermediario Confidi. Non è un aiuto di stato questo dato ad una impresa chiamata Confidi?
E non è un aiuto di stato il canone agevolato (3%) praticato alla cantina di Nomi?
Se la provincia di Tn ha scoperto come aggirare la normativa europea lo dica a tutti così la imitiamo!

Carlo ha detto...

Quanto valeva l'immobile ceduto? E' stato valutato da un perito indipendente? Perché sarebbe facile, con i soldi pubblici pagare 100 quello che vale 50.

Anonimo ha detto...

Vedo che l'operazione vi ha incuriosito. So che è stata discussa approfonditamente con Banca d'Italia in occasione della domanda di iscrizione a 107, e anche analizzata nei suoi aspetti legali relativi alla segregazione rispetto all'attività di garanzia.

Sapio ha detto...

Operazione interessantissima. Complimenti! Si può ripetere in tutta Italia. Conosco diverse situazioni simili persino nel medesimo settore vinicolo. E poi i creditori delle cooperative, che generalmente sono i soci conferenti, sono numerosi e votano.

Gigi ha detto...

Sarebbe interessante sapere le considerazioni che hanno portato Bankitalia ad approvare l'operazione (intendo quella del fondo immobiliare dedicato, non quella della cantina, quella si capisce da sè).

Sapio ha detto...

Notizia tecnica: se non ho letto male il Fondo in questione è amministrato dal Confidi fuori bilancio, fra i fondi di terzi in amministrazione. Quindi l'acquisto dell'immobile è avvenuto "per conto" della Regione conferente il Fondo.
Sono sempre più perplesso.

Filippo ha detto...

Sono socio di una cantina. Che cosa c'è di male ad aiutare un settore strategico per il territorio? Signor Sapio, perché non si fa gli affari suoi?

Sapio ha detto...

@ Filippo, ma non che dici. Io vorrei che fosse esteso a tutti, anche in altre regioni. In Sardegna per esempio, dove l'allevamento ovino è in crisi.
Ma mi sa che qualcuno a Bruxelles alzerebbe un sopracciglio!

Gigi ha detto...

@ Filippo: personalmente amo le cantine sociali, il vino e tutto il resto, ma se sono soldi pubblici sono anche affari miei, di Sapio, di Luca, di Beppe e di tutti quanti: questo concetto dovrebbe essere chiaro. Nessuno dice che è un male ma nessuno dice che è un bene. Stiamo ragionando su qualcosa che è di tutti e non solo dei soci della cantina o del presidente della provincia. Se c'è qualcosa che non le è chiaro lo chieda. Le darò tutti i chiarimenti del caso.

Anonimo ha detto...

Drago di Montalcino ha messo un commento insulso e oltraggioso. Mi spiace ma l'ho rimosso.

Turiddu ha detto...

In Sicilia ci sono state piccole e non plateali situazioni simili sfruttando una misura di cui al link sotto :

http://www.psrsicilia.it/Allegati/Bandi/Misura311/Presentazione_Fondo_di_garanzia.pdf

Luca il Blog è il tuo quindi è giusto che tu possa vagliare i commenti e rimuoverli.
Sia quelli insulsi ( evidentemente hai poco tempo) che quelli oltraggiosi .......mah un po' a me era piaciuta, mi è parsa ironica e irreale piu' che oltraggiosa.

Sapio ha detto...

@ Turiddu, il sistema siciliano mi sembra una normale co-controgaranzia dell'Ismea simile a quella del FCG. Mi sembra eligibilissimo.

Anonimo ha detto...

@Turiddu: ne ho già parlato, il blog è letto da molte persone che lavorano nel settore. E' facile urtare la sensibilità di qualcuno. Non ha senso farlo per futili motivi. Io consiglio questo criterio: scrivete pure qualcosa di spiritoso, ma soltanto se ve la sentireste di dire la stessa cosa in pubblico senza lo schermo dell'anonimato. Le cose veramente spiritose superano la prova.

Gigi ha detto...

Ritengo in linea di massima corretto eliminare commenti che possono essere insulsi e oltraggiosi. Il problema è trovare un equilibrio tra la censura di questo tipo di messaggi e la libertà di postare con serenità le proprie idee e anche le proprie emozioni in merito a determinati argomenti (non sempre si possono dissociare). Personalmente non sono tipo che si offende facilmente (l'ho già detto e ripetuto altre volte) e cerco al massimo di punzecchiare, provocare, mai di offendere. Certo, lo schermo dell'anonimato permette, a volte, di dire cose che non si direbbero altrimenti, per cui ritengo che vada gestito intelligentemente da chi scrive. Mi pare, però, che non sia sempre facile valutare l'oltraggiosità o la stupidità di un commento, per cui propongo a Luca un esercizio di democrazia, fermo restando il suo diritto sovrano di fare quello che vuole nel suo blog. L'esercizio consiste molto semplicemente nel chiedere tramite un questionario on line ai partecipanti sul blog se preferiscono che i commenti siano moderati preventivamente, cancellati successivamente, oppure lasciati completamente liberi (a parte quelli palesemente ed incontrovertibilmente offensivi indipendentemente dalla sensibilità del lettore). Si potrebbe anche capire che spirito hanno i numerosi lettori del blog. Ovviamente tale questionario deve essere anonimo. Che ne dite?

Anonimo ha detto...

@Gigi: democrazia ... non so se è il caso di scomodare un concetto così importante perché ho cancellato un commento che mescolava libagioni e attività di vigilanza. Un sondaggio tra gli otto lettori mi sembra overkilling.
Comunque, tempo per il blog faccio fatica a trovarlo in queste settimane, il problema si risolverà perché mancheranno i post da discutere.

Gigi ha detto...

Sì, ovviamente tempo permettendo..., il fatto è che la democrazia si costruisce anche dalle piccole cose. E' un'abitudine da non perdere. E come dice qualcuno la democrazia è il governo attraverso la discussione pubblica, e la partecipazione. Anche qui c'è un trade-off: più democrazia = decisioni più condivise e maggiore partecipazione ma può portare alla lentezza e alla discussione infinita. Per fare di più, servono decisioni più veloci, meno discussioni e quindi meno democrazia, meno partecipazione e meno motivazione dei singoli. A tutti i livelli: dal blog, alla gestione aziendale, al governo di una nazione. Il problema nasce quando si devono fare cose complesse e una semplice gerarchia dirigistica o una burocrazia non funziona e serve la partecipazione di tutti o quasi e la motivazione. Quando è così la democrazia diventa l'unico strumento per fare bene, altrimenti non si fa nulla di buono.