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martedì 8 marzo 2011

Il futuro dei confidi piemontesi: aggregazione o downsizing?

Beppe ha segnalato in un commento questo articolo dell'edizione locale di Repubblica. Il presidente di Unionfidi, Pietro Mulatero, afferma:
NON rischiamo di andare a rotoli, ma se la Banca d' Italia non ci darà il via libera saremo costretti a ridurre la nostra attività».
Il responso di Banca d'Italia sarebbe atteso entro fine marzo, e terrà conto della risposta dei soci all'operazione di aumento di capitale (spiegata molto chiaramente in queste pagine del sito Unionfidi). Mulatero ritiene che il problema stia nel frazionamento del sistema confidi, e auspica che vada avanti il piano di  razionalizzazione sul quale la Regione ha commissionato due studi strategici. Dall'intervista pare auspicato il superamento della frammentazione del sistema, che produce strutture costose e (interpreto io) dispersione degli aiuti finanziari pubblici. Non vorrei essere nei panni dell'assessore Massimo Giordano, "socio" di una megastruttura (Eurofidi) cresciuta ben oltre l'ambito regionale, le cui strategie hanno condizionato quelle del nr 2, Unionfidi, appunto, portandolo a dimensioni miliardarie e a una presenza multiregionale.  Cosa vuol dire aggregazione in Piemonte? Creare un unico supermaxi-confidi? E una volta creato, che succede? Rientra nei confini regionali o completa, come l'esercito sabaudo 150 anni fa, un piano di egemonia sulla penisola?
E' questa la strategia? Ma c'è una strategia? Stampa questo post

3 commenti:

Gigi ha detto...

Non so quale sia la via per risolvere questo problema, so quali non dovrebbe essere:
1 - Salvataggio incondizionato perché too big to fail a spese dei contribuenti;
2 - Liquidazione tout court;
3 - Assorbimento in altro confidi nella logica 1 (due debolezze non fanno una forza!);

Il percorso di attivare tutta la comunità (banche, regione, imprese socie, altri confidi, fondazioni, etc.) a sostegno di Unionfidi è, a mio avviso, cosa buona e giusta. Se non si riesce a trovare un accordo beh, chi è causa del suo male pianga se stesso..... Ovviamente la regione ha, in questo caso, la responsabilità morale di mettere tutti attorno al tavolo e di coinvolgere più attori possibili, anche con qualche scappellotto: se non ci riesce sarà un fallimento di tutti ma soprattutto un falliemendo della nuova amministrazione regionale.

Anonimo ha detto...

@Gigi: non farei dell'allarmismo, il problema del giorno è la distribuzione delle risorse pubbliche per il rafforzamento patrimoniale.

Gigi ha detto...

Non sono allarmato. Mi sono adeguato al tono delle dichiarazioni di Mulatero. Mi pare che quello allarmato per primo sia lui. Certo, il problema è quello delle risorse pubbliche. A maggior ragione la regione ha grosse responsabilità. Sia di metodo che di merito.