aleablog

lunedì 9 maggio 2011

Associazioni di impresa (e dei confidi): come comunicare nell'era di Twitter?

Un anonimo imprenditore (vedi suo blog) ha lanciato brevi messaggi su Twitter dalle sessioni a porte chiuse delle assise di Confindustria (vedi pezzo su Repubblica). Da un suo twit sappiamo che il giornalista Oscar Giannino, «splendido nel tight bianco», strappa applausi quando, dal palco, invita gli imprenditori «ad usare di più i social network». Anche nell'associazione più attenta all'aplomb c'è voglia di comunicazione più fresca, diretta, vivace rispetto all'ufficialità.

L'episodio mi ha fatto riflettere su aleablog e sui rapporti con le associazioni di rappresentanza che ne sono in qualche modo "interessate", prima di tutto le federazioni dei confidi. Ricorderete la discussione scatenata da questo post, e in particolare dalle esternazioni di Osservatore/Fulgido su un preteso ostracismo nei miei confronti. Per evitare sbandate come questa, ho dovuto moderare con polso più fermo i commenti bislacchi o faziosi. Giudicate voi se aleablog è diventato più o meno interessante. Quello che interessa a me è il lavoro che ruota attorno alle questioni sollevate nel blog. Questo lavoro è ripreso, ed è la cosa più importante.
Infatti il momento critico è stato superato, il dialogo con AssoConfidi è ripartito. In proposito mi sono chiesto: che contributo posso dare al lavoro delle federazioni?
Sulla comunicazione ho qualcosa da suggerire, con grande stima e discrezione.
Primo consiglio: aprire una finestra sui lavori delle singole federazioni e di AssoConfidi, in modo che si abbia una visione dinamica dei problemi che sono sul tappeto, e di come si sviluppano le proposte e le iniziative; si aprono dei dossier su cui si fanno degli approfondimenti, tecnici, normativi, di altro genere, e di tutto rimane una traccia; una parte di questo patrimonio informativo è pubblicata su internet; convegni, rapporti, altre pubblicazioni possono segnare le tappe di questo lavoro.
Secondo consiglio: legittimare, anzi, incoraggiare chi dall'interno del mondo confidi esprime opinioni personali, che si tratti di un direttore di confidi, di un consulente informatico e, perché no, di uno studioso (e magari di un direttore di banca, o di un supervisore); rimangono utili le indagini sistematiche, ma soltanto le testimonianze dalla prima linea possono segnalare tempestivamente un fatto, un problema; è un lavoro che può nascere nell'alveo del precedente (apertura di dossier tematici).
Terzo consiglio: dare voce alle imprese servite dai confidi, non soltanto a quelle attive negli organi sociali; il personale di contatto dei confidi e delle associazioni si confronta ogni giorno con le imprese, ma forse le imprese avrebbero qualcosa da dire su quello che si aspettano, su bisogni nuovi, o non soddisfatti. Andiamo ad interpellarle.
Ci sono tre ambiti di lavoro: tra associazioni, tra associazioni e confidi (e loro interfacce professionali), tra  associazioni confidi e imprese. Come arricchire il dialogo e la comunicazione in tutti e tre?
Non bastano i social network. Possono dar voce a singoli (ancora pochi li usano). Non sono lo strumento più congeniale al mondo della rappresentanza:  ai vertici li si teme come calamite di malumori e polemiche, nella base non si è abituati ad usarli. I social network non sono il propulsore. Prima deve partire il lavoro di confronto, con questo una rete di rapporti e un approccio al dialogo franco, rispettoso. Poi ben venga lo spazio web su cui intensificare ed allargare i rapporti.
La community deve nascere attorno ad un cantiere dove si lavora per costruire qualcosa, non basta scambiarsi opinioni senza conoscersi (o facendo finta di). Questo ho imparato da aleablog: ho conosciuto tante persone, ne sono nati degli incontri, e dagli incontri i progetti.
I social network danno una sensazione piacevole di immediatezza, di apertura, di empatia. Ma affinché la piacevolezza non si trasformi in svagatezza, o noia, serve un rapporto impegnato con la realtà di cui si discorre. Stampa questo post

1 commento:

Pilato ha detto...

Primo consiglio : gia' dato nel 2002 !
Inascoltato.
Secondo consiglio : utopistico !
Nell'associazione fanno comunque quello che vogliono anche se i tecnici e i direttori dei confidi spiegano e sottolineano .
Inascoltati.
Terzo consiglio oceanico !
Ci vorrebbero maschera e pinne ...
Pero' bravo solo cosi si potrebbe dare una svolta di efficienza e concretezza.
Vediamo.