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martedì 31 maggio 2011

Nicola Rossi: politiche industriali fondate sugli aiuti zavorra delle imprese al Sud

Ho apprezzato questo intervento dell'economista e parlamentare Nicola Rossi sul Sole 24 ore di oggi, a commento degli studi presentati da Svimez per il 150° dell'unità d'Italia.
La distribuzione di aiuti discrezionali alle imprese ha assorbito un ammontare spropositato di risorse, in larga parte sprecate. Rossi auspica l'istituzione di una Commissione parlamentare sull'uso delle risorse europee e sulle responsabilità degli sprechi. Uno dei temi sui quali il nuovo sindaco di Napoli ha costruito il sorprendente successo elettorale che abbiamo visto. Vedremo cosa farà, lui, il suo partito e gli alleati politici, per superare il "partito unico della spesa pubblica" e la sua proiezione nel sistema produttivo e nella società civile, a Napoli e nel resto del Mezzogiorno. Buon lavoro. Stampa questo post

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Luca e amici lettori del blog. Penso che il problema del Sud, ma più in generale dell'Italia, siano i politici. Non mi vanno giù le considerazioni fatte dall'articolo, per il semplice motivo che viene disegnata una parte dell'Italia che io non conosco e che invece viene immaginata come una terra di ladroni e nullafacenti. Parlo per la Sicilia: dove sono i fondi Fas di competenza della nostra Isola? Berlusconi (io l'ho votato) e Tremonti non mandano i soldi per fare le infrastrutture che la Ue ci ha destinato e questo dura da almeno 3-4 anni. Mentre al Nord arrivano soldi per fare la terza, quarta e quinta autostrada in una provincia, mentre qui non ne abbiamo neanche una. La macchina politica e burocratica italiana è una mangia soldi a qualsiasi livello e mi dispiace dirlo, non vedo immediate via d'uscita. In Grecia ne usciranno prima di noi, perchè hanno toccato il fondo e ora gli tocca risparmiare su tutto e far pagare le tasse a tutti. Scusate lo sfogo, ma ogni Terra d'Italia è bellissima e vi operano persone degnissime, mi dispiace il luogo comune sul Mezzogiorno. Ringrazio comunque Luca per aver ripreso l'intervento di questo politico, e mi scuso per aver usato il blog per questo mio intervento. Saluti, Bartolo.

31 maggio 2011 19:09

Luca ha detto...

Caro Bartolo, quanto a strade non tutto il nord è messo bene. Per la quarta corsia della Milano Bergamo ci sono voluti anni, vediamo ora la brebemi e la pedemontana.
Sugli aiuti Ue al sud: ci sono pesanti sottoutilizzi dei fondi strutturali. Vedo un fuoco incrociato di accuse: dalle regioni al governo, che avrebbe dirottato i fondi FAS, dal governo alle regioni, che non sanno proporre progetti seri. In Irlanda e in Polonia con gli aiuti UE hanno rimesso a nuovo l'economia (poi è arrivata la crisi). In Italia si costruiscono carriere politiche spendendoli poco e male, o attaccando chi li ha spesi poco e male.
Io mi trasferirei a Napoli o a Scicli per vedere come stanno le cose veramente. E per vedere cosa viene fuori da questo movimento di rinascita egemonizzato da politologi ed ex magistrati

Emanuela ha detto...

L'analisi è molto interessante. Ho apprezzato in particolare due punti:
1)il rendimento dell'imprenditore distorto dalla contribuzione pubblica
2)l'ingerenza del potere pubblico che disincentiva l'imprenditore a fare quello per cui è nato e lo svuota, per certi versi, della sua essenza
Da questo, convengo su alcuni problemi, aggiungendone un altro di grave importanza:
1)il sistema degli incentivi pubblici produce effetti distorsivi sulla selezione degli imprenditori e aggiungerei dei lavoratori
2)assenza dello Stato nei servizi essenziali, quali le infrastrutture, sociali, istruzione, giustizia (vedi gare di appalto ad esempio),etc..pietre miliari del rilancio dell'economia meridionale (e non solo)
3)forte ingerenza delle organizzazioni criminali e in alcuni (troppi) casi grave connessione tra politica e criminilità, che appesantiscono gli effetti distorsivi degli incentivi pubblici
La proposta di una Commissione che indaghi sulle responsabilità sarebbe sicuramente un passo avanti; tuttavia credo fondamentale un cambiamento culturale e del modo di fare impresa che deve partire dal tessuto locale e dagli imprenditori stessi.