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venerdì 27 maggio 2011

Soglia confidi vigilati: parliamone apertamente!

E' sempre aperta la questione della soglia per l'iscrizione dei confidi all'elenco speciale art.107 vecchio / albo degli intermediari art.106 nuovo. Ricorderete il post dove proponevo (motivatamente) di innalzare la soglia  da 75 milioni a un valore più elevato, da posizionare tra i 150 e i 300 milioni. Il post è in cima alla hit parade delle visite (più di 650). Se non l'avete letto, dategli un'occhiata perché lì porto una serie di ragioni che qui darò per note.
La questione della soglia è molto sentita, e continuo a ragionarci sopra, perché è un vincolo che blocca le riflessioni e le strategie sul futuro dei confidi. Animato da questa preoccupazione, mi capita di importunare numerosi interlocutori che sono coinvolti nel problema (e che non menzionerò per riservatezza). Anche loro (che ringrazio per la cortesia nel sopportarmi), sono consapevoli dell'importanza della questione. C'è però un'enorme cautela nel muoversi per affrontarla. Lo capisco. Cambiare le regole del gioco con 50 intermediari già iscritti può creare delusione, irritazione, caos. Se si fa qualcosa, deve essere una scelta meditata.
Meditiamoci sopra: se la soglia si alza, i confidi 107 "piccoli" (con volumi tra 75 e XXX milioni) che cosa fanno? Rimangono confidi "maggiori" o vengono declassati a "minori"? Gli si lascia facoltà di scelta? Su quest'ultimo punto era chiara la posizione della Vigilanza ai tempi in cui la soglia è stata fissata: nessuna discrezionalità riguardo all'obbligo di iscrizione, chi è sopra deve iscriversi, chi è sotto non può iscriversi. Penso che la posizione non sia cambiata. Allora bisogna scegliere tra (a) lasciare iscritti i 107 "piccoli" con una norma transitoria che salvaguarda i diritti acquisiti e (b) de-iscriverli. Tecnicamente ci sarebbe l'occasione per farlo, dato che gli attuali 107 devono richiedere l'iscrizione all'Albo ex art. 106 TUB, e si tratta di un procedimento autorizzativo gestito a normativa vigente (nel DL 141/2010 non c'è scritto da nessuna parte che i 107 attuali sono autorizzati automaticamente, anche se è ragionevole aspettarsi un'istruttoria leggera della Vigilanza, che già li conosce).
Ma l'eventuale de-iscrizione sarebbe vissuta come un'ingiusta penalizzazione da parte dei "107" piccoli. Non da tutti. Alcuni sono "coscritti", e magari non sono tutti "piccoli". Però altri "piccoli" hanno scelto di diventare intermediari vigilati per qualificarsi nei confronti delle banche, degli enti pubblici, del mercato. Hanno compiuto grossi sforzi (ancora in corso). I vertici ci hanno messo la faccia. Quindi no alla de-iscrizione forzata.
La situazione è veramente complicata. Che fare? Io credo ancora agli argomenti sviluppati nel mio post. Credo di più alla situazione reale dei confidi. La prima cosa da fare per me è verificare presso i confidi 107 come sarebbero impattati dalla modifica della soglia. E' il suggerimento che ho dato a tutti i miei interlocutori: fate una survey informale, riservata, per ascoltare dalla viva voce degli interessati le reazioni di sconcerto, ribellione, oppure di interesse, sollievo. E' l'occasione per porre di nuovo la questione del rapporto costi/benefici dell'essere 107, un bilancio che oggi è ancora dubbio per la maggior parte degli iscritti.
Quali sarebbero le alternative meno destabilizzanti all'innalzamento della soglia? Sono le proposte già sui tavoli delle Associazioni di settore: (a) alleggerimento degli adempimenti di Vigilanza per i confidi (principio di proporzionalità); (b) modifica tecnica dei procedimenti di calcolo del volume di attività finanziarie per la verifica della soglia (escludendo le garanzie a rischio limitato e coperte da fondi vincolati). Sul punto (a) si può e si deve fare il possibile, ma non mi aspetterei attenuazioni clamorose. Con la seconda norma avremmo grossi problemi di individuazione delle garanzie cappate; possiamo approfondire la proposta, ma non prima di aver fatto ordine nel mare magnum delle convenzioni banche-confidi, che sulla limitazione (o meno) della responsabilità patrimoniale del garante hanno molte clausole scritte in piccolo o non scritte.
Io rilancio la proposta: innalziamo la soglia, creiamo una struttura tecnica forte per l'intero sistema confidi, accettiamo una redistribuzione su base volontaria dei confidi tra elenco/albo, e rendiamo non solo formale il ruolo dell'Organismo confidi minori. Forse mi sbaglio, non si può fare, non è opportuno. Lo accetto.
Ma nel frattempo, andiamo a guardare dentro i confidi per capire che cosa significa nella realtà essere o non essere intermediario vigilato, quanto costa, che risorse servono, che vantaggi dà. Parliamone apertamente e decidiamo con buon senso. Nessuno perderà la faccia. Stampa questo post

7 commenti:

Bartolo Mililli - Amministratore delegato ConfeserFidi 107 ha detto...

Caro Luca, il tema con il quale tutti ci siamo abituati a ragionare negli ultimi tre anni e che ormai diamo per assodato, è quello di iscriversi per ottenere l'iscrizione all'elenco degli intermediari vigilati per conseguire il vantaggio di fornire garanzie eligibili maggiormente gradite dalle banche. Sulla base di questa opportunità legislativa ed ambientale possibile, chi aveva i numeri si è iscritto facendo sacrifici, chi non li aveva ha scelto se fare questo percorso insieme ad altre strutture e quindi fondersi per poi iscriversi al 107. Chi non ha inteso avviare nessuno di questi percorsi strategici ed è quindi fuori dai 50 confidi iscritti, è ancora in tempo per rivedere la propria strategia. Su 100 pratiche garantite in Italia, penso che i confidi che ancora devono avere chiaro cosa fare, garantiscano non più di 20 pratiche anche se nei fatti tali confidi sono molti di più di quelli iscritti. Questo è il quadro. Tuttavia, un pittore venuto dall'America ha deciso di rendere più complicato il tema del rafforzamento patrimoniale dei confidi, vero obiettivo della vigilanza, dando pennellate di crisi sulla tela, che ha in pratica bloccato il percorso di crescita patrimoniale anche dei confidi virtuosi. Se ciò non fosse avvenuto, molti confidi oggi avrebbero numeri ben diversi (migliori) di quelli attuali e preoccuperebbero meno la Vigilanza. Abbiamo davanti un 2011 ancora nero, ma pure Draghi sta cominciando ad ammettere che con un percorso assistito l'economia potrebbe tornare alla normalità anche se in tempi non rapidissimi, visto che ci sono i primi segnali. Durante questo periodo nero, i confidi si sono però guadagnati nuove fette di mercato e sono stati riconosciuti dalle Istituzioni e dal sistema bancario come partner sempre più affidabili ed utili alle micro imprese. Il tema del futuro dei confidi, secondo me, va impostato sempre più verso una stabilizzazione patrimoniale avverso le perdite inattese (perchè non facciamo un fondo interconfidi autoalimentato dagli stessi, come il fondo interbancario per la tutela dei depositi), verso una maggiore diversificazione dei prodotti e servizi offerti alle imprese (per dare maggiore sostegno al conto economico del confidi) e soprattutto verso il tema a Te più caro quello della maggiore consulenza finanziaria ai soci. Nella pratica penso che il quadro legislativo delineato anche dal 141 non sconvolgerà il sistema pre-impostato qualche anno fa con l'avvento di basilea II, quindi il ragionare sulla soglia diventerebbe meno prioritario dei temi che ho prima descritto. Chiederei invece alla Banca d'Italia di fare delle "ispezioni amiche" cioè finalizzate alla reciproca conoscenza, al fine di adattare ai principi di sana e prudente strutture anche i nostri confidi che hanno decenni di storia e non centinaia come le banche e che ancora hanno molto da imparare transitando ad una gestione molto più professionale dell'azienda confidi. Se il mercato non ci tradisce, vedo entro 3-5 anni una 40ina di confidi 107 (potrebbero secondo me esserci delle fusioni tra 107 nel futuro)e 200 confidi 106 (anche qui ci saranno ancora molte fusioni, l'Organismo guidato dalla Vigilanza e dal legislatore, cmq introdurrà obiettivi di sana e prudente gestione da perseguire ed adempimenti da soddisfare) collegati sinergicamente, in qualche modo, ai primi. Cosi il sistema può offrire alle banche garanzie robuste e alle imprese vicinanza, assortimento, consulenza, professionalità.

Anonimo ha detto...

Si parla tanto di soglia minima per la sostenibilità di un confidi, ma a me pare che oggi i confidi con maggiori volumi di garanzia abbiamo gli stessi problemi di quelli che sono di poco sopra l'asticella.... Non è che forse il problema non è solo l'asticella ma sono anche altri di cui si preferisce non parlare? esempio la produttività? (numero di dipendenti per volumi prodotti?) oppure competenze e professionalità? oppure distrazioni di ricavi a favore delle Associazioni rappresentative dei confidi giustificate dalla concessione di servizi??? o in quanto procacciatori d'affari? Credo che su questo si debba meditare.....
Roby

Anonimo ha detto...

Caro Bartolo, il quadro che fai è molto ragionevole e anch'io ho caldeggiato per anni quella visione del sistema confidi che andava verso una selezione e un rafforzamento. Dalla crisi in poi, ho il timore che quel sistema non regga alle pressioni cui è sottoposto. Banca d'Italia si è dimostrata comprensiva. Quando manderà i team di ispettori, non potrà non vedere eventuali carenze, organizzative e/o patrimoniali. A quel punto, fornirà una lista di cose da fare per adeguarsi. Potrebbe chiedere di cambiare parte del management, prendendo persone dalle banche. O di cambiare il sistema informativo. O di reperire patrimonio. Se il confidi non può (costa troppo) o non vuole, che cosa succede?
Forse mi sbaglio, tutti i 107 sono pronti o lo saranno in pochi mesi. Ma se non è così? Io chiedo di andare a vedere sul campo. Che non prevalga la paura del "che figura ci facciamo".

Anonimo ha detto...

@Roby: certo, il problema non è solo l'asticella. Però l'innalzamento dell'asticella dei 75 milioni può far parte di una strategia per affrontare tutti i problemi di equilibrio gestionale dei confidi, comprese le diseconomie indotte di cui parli.

Bigbang ha detto...

Chissa' a quanto ammonta l'intero FR o PV di tutti confidi in Italia ? Chissa' se lo stato potrebbe, nel suo complesso e, proporzionalmente, in percentuale per ciascun confidi - vigilato e non - controgarantire annualmente uno stock di tale fondo a condizione che sia rispettata una priorita' regionale corrispondente ad un settore da rilanciare da rafforzare e anche da assistere. Le banche potrebbero apprezzare alleggerendo costi e peso e si potrebbe dare, in termini federali, un senso al sistema che adesso un senso non ce l'ha.

Anonimo ha detto...

@Bigbang: anch'io di recente ho considerato con interesse la contro-garanzia dello Stato di tipo indiretto (sul doppio default imprese+confidi). E' una proposta fatta anche da un esponente del MEF nel tavolo con le Regioni. Per attuarla, occorre stabilire come e chi alimenta i FR (fondi rischi) e il PV (patrimonio di vigilanza o equivalente nei 106). E occorre avere dei bilanci decenti e comparabili di tutti i confidi che vogliono essere nella partita della contro-garanzia. E occorre anche un monitoraggio dei loro portafogli rischi su cui si dà la contro-garanzia.
Tanti steccati di saltare. Molto più semplice e comodo il sistema attuale di apporti a fondi rischi forfetari e di riassicurazione del fondo centrale e dei fondi regionali, che consente di spesare le perdite senza che nessuno venga a ficcare il naso nell'equilibrio gestionale. Mi correggo: dai 107 arriverà presto la Banca d'Italia.

Gigi ha detto...

Ficcare il naso nell'equilibrio gestionale: se n'è spesso parlato nei mesi scorsi, ma evidentemente il tema è sempre attuale. Il problema dell'opacità dell'informazione finanziaria (tra le pieghe di bilanci legalmente corretti, ma comunque poco chiari bisogna fare un esercizio ermeneutico non comune) è un problema annoso e non risolvibile con la spontanea volontà dei confidi. La mia controproposta di azzerare l'asticella, andava anche in questo senso. I confidi vigilati avrebbero avuto, anche nella redazione del bilancio, il fiato sul collo di Bankitalia. Un organismo di autogoverno per quanto tecnico non può avere la forza di persuasione di un organismo di vigilanza. Lo so, questa proposta non va nella direzione di accontentare il mondo dei confidi, ma secondo me, innanzitutto valorizza lo sforzo che hanno fatto i confidi che sono diventati 107 e che gli investimenti li hanno già fatti. Poi costringerebbe i confidi che hanno avuto comportamenti evasivi per stare sotto soglia ad iscriversi comunque, penalizzando comportamenti opportunistici. Infine metterebbe tutti su uno stesso piano, spingendo a quelle aggregazioni che vengono auspicate da anni, ma che per ragioni politiche e/o di difesa di poltrone non sono mai state fatte. A volte anche i cavalli migliori hanno bisogno di qualche frustatina, poi imparano e vanno da soli. Tra i 106 ci sono cavalli di razza, ma un po' recalcitranti, un po' svogliati.