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venerdì 11 novembre 2011

Banca d'Italia: l'attività dei confidi nel 2010 nelle Regioni italiane

In questi giorni stanno uscendo gli studi della Banca d'Italia sull'economia delle regioni italiane nel 2010. Nel riepilogo nazionale, contenuto in questo rapporto, c'è un corposo capitolo sull'attività dei confidi (da pag. 43). Sono dati preziosi, basati sulle evidenze di Centrale Rischi, che coprono 106 e 107.

Riporto alcuni passaggi, invitando alla lettura del testo:

Alla fine del 2010 erano iscritti negli elenchi tenuti dalla Banca d’Italia 676 confidi (tav. 7.1), di questi 550 risultano presenti in Centrale dei rischi (CR). Secondo le informazioni tratte dalla CR, alla stessa data il valore delle garanzie rilasciate era pari a 25,2 miliardi di euro, in aumento del 17,0 per cento rispetto all’anno precedente.
L’espansione è stata molto contenuta per i confidi del Nord Est (0,3 per cento), a fronte di una crescita intensa per quelli con sede nelle regioni centrali (27,3 per cento).[...]
Nel complesso, si è registrata nel 2010 una riduzione del numero dei consorzi (del 9 per cento circa rispetto a dicembre del 2009) e un aumento dei volumi operativi, con un conseguente incremento delle garanzie rilasciate in media da ciascun consorzio (da 36,0 a 45,8 milioni). La tendenza è stata lievemente più marcata nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno. Si è anche espanso l’ambito territoriale in cui ciascun consorzio è attivo (da 8,4 a 9,7 province, in media).
Nel 2010 sono cresciute più rapidamente le garanzie rilasciate in favore di imprese agricole, edili e dei servizi (del 24,5, 20,1 e 18,3 per cento, rispettivamente) a fronte di una crescita del 14,3 per cento per le imprese industriali. Nel complesso, sono cresciute meno della media le garanzie rilasciate alle imprese di minori dimensioni (11,4 per cento; tavv. 7.2 e 7.3). In una congiuntura economica e creditizia sfavorevole, anche i debitori di dimensioni medie e grandi, che in precedenza ricorrevano con minore frequenza ai confidi, sembrerebbero aver fatto ricorso alla garanzia mutualistica e contribuito ad accrescere il volume d’attività dei confidi.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il fatto che debitori di dimensioni medie e grandi facciano ricorso ai confidi la dice lunga sullo stato della crisi. Non so quanto questo sia positivo, soprattutto se questi fidi dovessero concentrarsi, come probabile, sui confidi di riferimento dell'industria. Servirebbe questo tipo di spaccato per capire quali sono i reali rischi che sono in pancia al sistema. Certo, il default di un confidi è meno sistemico di quello di una banca, ma cercare di limitarne la probabilità è comunque dovere del management, pur nell'esigenza di aiutare le imprese bisognose.

Gigi ha detto...

...ho cliccato il tasto sbagliato... il post è mio..
Gigi