aleablog

venerdì 10 febbraio 2012

Il rifinanziamento BCE a tre anni può aiutare le PMI (e dare un senso ai confidi)

Con le operazioni LTRO a tre anni varate in dicembre, la BCE di Mario Draghi ha gettato una diga di liquidità per bloccare la crisi di fiducia nell'Eurozona. Oggi mi sono riletto le regole di ammissione del collateral, e ho notato che possono avere un impatto decisivo sul finanziamento delle Pmi e (quindi) sui confidi.
Nel comunicato dell'8 dicembre relativo alle LTRO, la BCE ha allargato i criteri di accettazione dei titoli ABS supportati da prestiti alle Pmi, decentrando sulle Banche centrali nazionali (BCN) l'implementazione delle regole e (attenzione!) i rischi di insolvenza. Se una banca italiana non dovesse rimborsare il prestito triennale ottenuto dalla BCE contro garanzia di ABS su prestiti alle PMI, e se le ABS dovessero essere realizzate con perdite superiori all'haircut stimato, le perdite colpirebbero il patrimonio della Banca d'Italia, e non sarebbero mutualizzate a livello di Eurosistema.
Secondo il Financial Times, i paesi forti dell'Eurozona sono allarmati per questa "balcanizzazione" del rifinanziamento BCE. In effetti le BCN che sovrintendono a sistemi nazionali più bisognosi di liquidità stanno tarando i criteri in senso espansivo. La soglia di rating per l'inclusione nei pool ABS scende (tendenzialmente) da BBB- a BB- (vicino alle posizioni in osservazione). La Banca d'Italia avrebbe posto un requisito di PD a un anno inferiore all'1%.
All'inizio anch'io ho visto nelle LTRO più pericoli che opportunità. Ho cambiato idea leggendo il libro del 1986 di Hyman Minsky, Stabilizing an Unstable Economy.  E' impressionante trovare anticipate in quel libro molte misure non ortodosse che poi si sono attuate per rispondere alla crisi, senza dirlo apertamente.
Nell'ultimo capitolo, dedicato all'agenda per la riforma del sistema finanziario, Minsky auspica un ritorno al risconto di prestiti all'economia come forma principe di intervento della Banca centrale, superiore alle operazioni su titoli di Stato. Perché? Perché in un sistema dove il controllo monetario è minacciato dall'instabilità finanziaria, è bene che la banca centrale ficchi il naso nelle prassi creditizie delle sue vigilate. E quale strumento migliore del rubinetto della liquidità in un sistema assetato?
Il problema adesso è far funzionare bene questo meccanismo. Mi piace questo ritorno parziale di sovranità monetaria nei confini nazionali, e non soltanto per la stima che ho nella serietà e nella concretezza delle persone che lavorano in Banca d'Italia.
I confidi potrebbero essere protagonisti di questo sforzo per rendere stanziabili in BCE i pool di prestiti alle Pmi.  Potrebbero rendere più snella e trasparente la filiera di erogazione e monitoraggio. Potrebbero vigilare sulla trasmissione alle imprese dei benefici del costo di funding (avete visto che spread stanno girando? Il top sfiora o supera il 10%). Potrebbero aiutare a rendere il rating delle Pmi una variabile non subita, ma governata, grazie alla conoscenza delle imprese, e soprattutto influenzandone in senso virtuoso i comportamenti finanziari. Perché una PD media inferiore all'1% può essere molto di più di una fredda misura econometrica. Può essere affrontata come un traguardo da raggiungere, una sfida.
Sia ben chiaro, non ho fiducia nel meccanismo delle ABS in quanto tale. E' la stessa impalcatura che ha nascosto per anni le nefandezze del mercato subprime. I rating dei prestiti si possono manipolare, non parliamo poi della distribuzione delle perdite del pool. Però, attenzione, oggi il quadro è cambiato. Non stiamo parlando di un modello originate to distribute teso a produrre margini sulle originazioni. Stiamo parlando di un gigantesco MOSE che protegge il sistema bancario nazionale dal moto delle maree. Siamo tutti nella stessa laguna, e dobbiamo salvare una città dal valore inestimabile.
Cinicamente si potrebbe dire che è le LTRO sono un favore fatto alle banche. Queste se lo potrebbero giocare per fare il pieno di liquidità senza fatica, macinare utili sul funding all'1% e tirare a campare.
Chi la pensa così è un pusillanime. E' chiaro che siamo un una contingenza eccezionale, che non potrà durare per sempre. Siamo però tornati (da dicembre) a riprendere in mano il nostro futuro, o almeno possiamo provarci senza sembrare ridicoli.
Adesso però occorre guardarsi in faccia, per riconoscere chi ci sta seriamente a provarci.
C'è qualche giovane di età compresa tra i 20 e i 75 anni che se la sente di mettersi al lavoro, insieme?

Stampa questo post

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Luca, ti ringrazio ancora una volta per l'iniezione di fiducia che dai ai confidi, imprescindibilmente legata all'impegno di tutti gli operatori, con l'indicazione di vie da percorrere per uscire da questa crisi. Le banche hanno comprato titoli di stato, con la prima iniezione di liquidità, per salvare il nostro paese, guadagnandoci. Ora con questa seconda tranche si potrebbe indirizzare la liquidità verso le imprese, rimettendo in moto il mercato delle garanzie CHE E' FERMO perché sono fermi i finanziamenti erogabili alle imprese. Cosa possono fare i confidi in questo momento lo hai gia' detto specificatamente, spero nell'impegno di Assoconfidi Italia e di tutti coloro che hanno titolo per partecipare ai tavoli dove si decide. Grazie ancora, Bartolo Mililli.

Gigi ha detto...

Mi autocito, da un post del 2 dicembre scorso:

Una proposta vintage:
- usare le cambiali (magari con una agevolazione fiscale, anziché il 12 per mille si fissi l'imposta all'1 per mille!) è di fatto una creazione di credito che può fronteggiare il credit crunch. Le aziende si creano liquidità tra di loro in proporzione al fatturato senza andare in banca. Le cambiali garantite dalle aziende più solide potrebbero girare ed effettuare più pagamenti.


E' questa l'economia da riscontare?
Almeno sui banchi della ragioneria ho imparato qualcosa che ora serve. Evviva l'Astolfi-Negri.

Anonimo ha detto...

@Gigi: la tu proposta va nel senso dei prestiti peer to peer; pare che in Cina vadano molto forte per le piccole imprese che non hanno rapporti privilegiati con le banche (che sono pubbliche).
Se la liquidità immessa dalla BCE va alle Pmi, non ce ne sarà bisogno. E' un canale che merita attenzione, perché ... si vis pacem, para bellum

Gigi ha detto...

Sì, finanza peer to peer (come negli anni '60 in Italia) ma poi con il risconto presso la banca centrale questo credito diventa "di sistema". Nel momento in cui la banca centrale risconta le cambiali scontate dalle banche c'è creazione di base monetaria e di liquidità; che cosa è un risconto se non un'operazione di immissione di liquidità a fronte di ABS o se vuoi di flussi futuri legati all'incasso delle cambiali? La bancabilità delle cambiali (eligibility) serve per standardizzare le operazioni e dare una certa garanzia ai flussi di cassa sottostanti. Insomma in finanza si inventa poco, ma si cambia spesso il nome e si dà una veste giuridica nuova alle stesse operazioni che girano da secoli. Un bel salto "back to basics" per dare alla finanza quello che è della finanza e all'economia reale quello che è dell'economia reale è quello che ci vuole per schiarirsi le idee e cercare strumenti solidi anche se tradizionali per uscire dalla crisi.
Magari delle cambiali avallate dai confidi? Se non solo cambiali commerciali anche cambiali finanziarie.
Pagherò diretti nei confronti delle banche avallate dai confidi. Sarebbe una garanzia Bis2-3 compliant? Che effetto di queste sui bilanci delle banche? E forse non si eviterebbero le pastoie della lettura delle convenzioni così diverse tra loro trovando quella standardizzazione contrattuale-normativa tanto faticosamente cercata? L'avallo sulla cambiale è cosa chiara e certa senza tante difficoltà: c'è il codice civile.

Anonimo ha detto...

Negli anni 60 i protesti facevano ancora paura .... oggi se non ne collezzioni almeno uno sei quasi uno sfigato.