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sabato 3 marzo 2012

Banca Marche sostiene il patrimonio di Fidimpresa

Da  goMarche apprendo che Banca Marche ha sottoscritto 12 quote, per un importo complessivo di 600 mila euro, di uno strumento finanziario partecipativo emesso da Fidimpresa Marche, il confidi 107 regionale di area CNA.

 Come dichiarato dal presidente di Fidimpresa Barilari ...
... la decisione di Banca Marche di contribuire alla capitalizzazione di Fidimpresa con 600mila euro nel 2011 consentirà al nostro Confidi di garantire i finanziamenti alle imprese marchigiane fino all’80% e dimostra la fiducia di Banca Marche nei nostri confronti. Un rapporto, quello tra Fidimpresa Marche e Banca Marche, che nel 2011 ha consentito a Fidimpresa di realizzare 1.794 operazioni di garanzia per i prestiti di Banca Marche alle imprese, per un importo 85,8 milioni di euro, di cui 34,2 garantiti dal Confidi Cna.
Non ho per il momento informazioni sulla natura giuridica dello strumento partecipativo, e sulla sua classificazione nel patrimonio di Vigilanza. Penso che l'intervento non sfrutti la possibilità di partecipazione al capitale sociale dei confidi consentita dall' art.39, comma 7 del Decreto Salva Italia di dicembre, ma utilizzi strumenti ibridi o innovativi di capitalizzazione.
Penso che ci saranno altri interventi di banche nel capitale dei confidi. Il tema merita un approfondimento anche dal punto di vista scientifico, nel quadro della valutazione di efficienza della filiera credito-garanzia. Stampa questo post

6 commenti:

enrico ha detto...

Ma che senso ha tutto ciò ? La banca prima si fa rilasciare garanzie fino a 34,2 milioni che - ad un ipotetico (e prudente) tasso di default del 5% - ammontano a 1,7 milioni di sofferenze e poi gli 'regala' 600 mila euro (giacché ci sarà sicuramente un clausola per la quale il confidi può non restituire i 600 mila euro se lo usa per ripianare le perdite, cioè le escussioni).
In altri termini, la banca si fa garantire i prestiti dal confidi e poi però si garantisce con soldi propri che il confidi possa pagarle le escussioni.
Non faceva prima, lei banca, a pagare direttamente le commissioni di garanzia ?
Parafrasando un grande maestro << c'è del marcio in DaniMARCHE >> ???

Anonimo ha detto...

Restando con l'Amleto di Shakespeare
"Ci sono più cose in cielo e nel Tier One, Enrico, di quante ne sogni la tua filosofia..."
Fuori di scherzo, penso che queste iniziative rispondano a due finalità dichiarate:
a) per la banca è un veicolo di comunicazione, ovvero la banca a fianco del confidi, partnership, legame con il territorio;
b) per il confidi è l'affermazione di un principio, se volete che operiamo, care banche, Stato, regioni, ecc., dateci le risorse.
La finalità sostanziale l'hai correttamente individuata, Enrico. Si tratta di regolare la ripartizione dei rischi (attesi e realizzati) per sopperire a un modello di pricing delle garanzie e di equilibrio gestionale dei confidi che nasce indeterminato, e che è minacciato dalla crescita delle escussioni. Se il modello non è costruito per reggere, allora bisogna fare degli assestamenti dopo, mettendosi d'accordo con le singole banche. Può essere una transazione a stralcio, oppure un apporto di fondi patrimoniali.
Faccio una fatica bestiale a far capire nell'ambiente che gli interventi dopo sono pasticciati e svuotano di fatto la garanzia data prima. Con Basilea 3 si rischia poi di mettere in piedi soluzioni che non saranno più compliant alle regole di definizione del capitale.
Tornando al tuo Shakespeare, Enrico, non penso che ci sia cattiva intenzione nell'accordo tra Banca Marche e Fidimpresa. Le intenzioni sono ottime. E' la loro attuazione che è ingarbugliata. Ma non accade solo nelle Marche.

Watson ha detto...

Molte volte la soluzione è piu' elementare : appendere 600.000,00 euro ai cartelloni pubblicitari oppure .....immobilizzarli (non è neanche imputabile come costo ) !

enrico ha detto...

@Luca .. solo per chiarire che quella di Shakespeare era solo una innocente battuta derivante dall'assonanza (tra Marche e Danimarca) nel caso concreto. Non intendevo, chiaramente, mettere in luce una scarsa trasparanza o un intento maldestro dell'operazione.

Ma, come al solito (non per niente sei un professore) hai perfettamente colto il 'cuore' dell'operazione stessa.
E allora, chiarito questo, mi viene in mente un altro sistema (non so ... getto lì ... probabilmente a costo zero sui bilanci attuali) per patrimonializzare i confidi. La stragrande maggioranza delle banche non 'valorizza' la garanzia del confidi. Sa di averla ma, quasi sempre, non la pesa e non sa pesarla. E, bada bene, lo dico per esperienza diretta, quello che affermo vale ancora oggi, con il FdGaranzia che pondera zero (parlo della stragrande maggioranza, non di tutte le banche).
Se questo è il presupposto, la proposta potrebbe essere: << care banche, liberate i confidi dal rischio vecchio per metterli in sicurezza patrimoniale e poi ripartiamo ex novo su altre basi >>.
E si realizza così: ciascun confidi identifica la quota di rischio di ogni banca; toglie i crediti in sofferenza (non si può chiedere alle banche di rinunciare a prossime escussioni); determina il rischio residuo; e si fa rilasciare una liberatoria del 40-50%% da ogni banca coinvolta.
Et voilà, il gioco è fatto, e si riparte nuovamente, ma su nuove basi (per esempio con degli stop loss, oppure con delle loss participation clauses) al fine di far stare in piedi l'intero sistema, facendo meno ricorso al denaro pubblico a pioggia.
Ma mi rendo conto che è troppo semplice per essere realizzata.

Sapio ha detto...

Già si fa, ma in silenzio e lontano da occhi indiscreti.

Watson ha detto...

Infatti non è cosi il sistema bancario sta escutendo con il sistema a stralcio, quindi in maniera massiva, e poi "sorprendentemente" sta revocando le convenzioni.Insisto sulla finanza creativa nelle voci di bilancio.