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venerdì 16 marzo 2012

Bank of England: il punto sul Quantitative Easing

Segnalo l'analisi, lucida e coraggiosa, sugli effetti delle politiche monetarie non convenzionali adottate nel dopo crisi. La trovate nell'ultimo bollettino trimestrale della Bank of England. Consiglio anche il commento che ne fa Martin Wolf sul Financial Times.
Dopo 3 anni e più di acquisti massicci di titoli di Stato, la Bank of England (a detta di molti) sta portando il paese sulle soglie dell'inflazione galoppante, causata dalla monetizzazione del debito. Per Wolf non è così: lo sarebbe se la creazione di riserve in eccesso rifluisse meccanicamente in maggior offerta di credito. E' quello che molti vorrebbero, ma che non succede. Nel Regno Unito, la banca centrale è ferma nel limitare i suoi interventi alla creazione di liquidità, senza avventurarsi nell'assunzione diretta di crediti all'economia. Questo compito spetta al governo, perché fa rischiare soldi dei contribuenti per aiuti alle imprese e alle banche. La banca centrale mette i soldi e si prende l'onere di controllare l'inflazione. Non dovrebbe essere difficile. Se dovesse esserci una ripresa gagliarda, sarebbe sufficiente drenare progressivamente la liquidità in eccesso prima creata. Basterebbe non rinnovare i titoli di Stato in scadenza nel portafoglio della stessa banca centrale.
Il vero problema, secondo Wolf, è la notte dei morti viventi (la metafora la aggiungo io): un'economia  infestata di imprese zombie e banche zombie (e magari governi zombie) che galleggiano così come sono sull'abbondante liquidità, vivendo di carry trade tranquilli e di qualche speculazione sui mercati, non scaricano gli asset deteriorati, non innovano, non investono. Una prospettiva deprimente.
Nell'eurozona la situazione è un po' diversa. Paradossalmente, la BCE si è sobbarcata una fetta più consistente del rischio di credito dei sistemi bancari deboli (lo ha fatto allentando i criteri di ammissione del collateral per le maxi-operazioni di rifinanziamento di dicembre e febbraio). I Governi nazionali non potevano fare abbastanza, e nemmeno le strutture sovranazionali che fanno le veci di un governo dell'Unione. A maggior ragione, nei paesi come il nostro la battaglia si gioca sul fronte del credito all'economia, tenendo sotto controllo il finanziamento del debito pubblico. Non abbiamo banche zombie, ma non facciamo molto per affrontare il deterioramento prolungato del credito.
Il vero rischio nel mondo di oggi è chiudere gli occhi di fronte ai problemi, o pensare di risolverli a spese di altri. Stampa questo post

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