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venerdì 23 marzo 2012

Bolle di debito: mutui danesi e corporation israeliane

Le news Bloomberg sono una miniera di storie poco conosciute. Ieri ne ho lette due che riguardano problemi da troppo debito in Danimarca e in Israele.

Dal paese di Andersen arriva la storia Danish Private Debt Burden Triggers Central Bank Warning ovvero mutui facili alle famiglie danesi. La Danimarca è un paese AAA con una valuta ancorata all'euro. Per evitare l'apprezzamento della corona danese, appetita dagli investitori che fuggivano dal debito sovrano dell'eurozona meridionale, la Banca centrale ha tenuto tassi ai minimi (refi allo 0,7%) attuando una politica monetaria molto accomodante.  Con abbondante liquidità diventa facile ottenere mutui a condizioni molto favorevoli. Quando il debito è facile, Minsky docet, si rilassano i criteri di erogazione e si accorcia la durata del debito, perché è sul breve che si ottengono i tassi più vantaggiosi. Il mercato dei prestiti casa danesi ha puntualmente recitato questo copione, spostando l'offerta sui mutui con tasso rivedibile e, peggio ancora, scadenza breve-media con rinnovo. L'incidenza del debito delle famiglie sul loro reddito disponibile è salita al 310% nel 2010. Molti temono sulla tenuta di un mercato ipotecario da 470 miliardi di dollari. Per contro le finanze pubbliche stanno bene, con un rapporto debito/PIL intorno al 45%.
Il beneficio del poco debito pubblico può trasformarsi in una maledizione. Già nel 2007 era scoppiata una bolla immobiliare. L'inondazione di liquidità ha di fatto ritardato il deleveraging dei bilanci familiari, mantenendoli su posizioni "speculative" (nel senso di Minsky).
Passando in Israele, Bloomberg parla di miliardari che mettono i loro interessi davanti a quelli degli investitori. Quasi 40 società stanno proponendo ristrutturazioni finanziarie ai loro obbligazionisti perché non ce la fanno a sopportare costi del debito cresciuti negli ultimi due anni. Miliardari come Isaac Tshuva (Delek Real Estate Ltd. DLKR) e Ilan Ben Dov’s (Tao Tsuot Ltd. TAO) propongono scambi tra debito e azioni per tagliare il deflusso di cassa su un debito esagerato. Gruppi come questi hanno contribuito a far crescere il PIL israeliano a velocità tripla rispetto alle nazioni del Gruppo dei 10, e a produrre il più alto rendimento di borsa risk-adjusted. Regolarmente, gli investitori stregati dai ritorni da favola danno alle società i capitali per continuare a crescere. In Israele i gruppi maggiori hanno un assetto di controllo chiuso, e hanno preferito usare la leva del debito. I troppi capitali vanno in cerca di cattivi investimenti, e i tycoon di Tel Aviv ne hanno bruciati una discreta quantità in affari immobiliari all'estero.
Il Governatore della Bank of Israel, Stanley Fischer, è molto perplesso sui debt-for-equity swap proposti da questi gruppi in difficoltà. Sono un tradimento del patto con gli investitori.
Nello strano mondo di oggi non è facile distinguere chi sta bene da chi sta male. Non abbattiamoci quando il mare si agita, e non esaltiamoci quando torna la bonaccia. E soprattutto, non facciamoci prendere dall'ossessione dei rifugi sicuri: semplicemente non esistono, o hanno un numero di posti limitati. Anche la granitica Germania, che sembra benedetta da un costo del debito piccolo piccolo, sta rischiando la bolla immobiliare che aveva sapientemente evitato negli anni del virtuoso rilancio della sua economia (come commenta il Wall Street Journal).
Pensiamo a mantenere abitabile casa nostra, dando una mano ai nostri vicini a fare lo stesso.
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2 commenti:

Sapio ha detto...

"il più alto rendimento di borsa risk-adjusted" ? Era aggiustato male questo rischio !

Sapio ha detto...

Danimarca: ma lì non hanno l'Icaap? Che aspetta il regolatore a stringere i cordoni della borsa?
O fanno come in Islanda dove le banche (private ma regolate da un regolatore pubblico) sono fallite ed ora gli islandesi non vogliono pagare?
Israele:Il Governatore della Bank of Israel, Stanley Fischer, è molto perplesso sui debt-for-equity swap proposti da questi gruppi in difficoltà. Sono un tradimento del patto con gli investitori.
E allora quello che BdI ha permesso e richiesto venisse fatto ai sottoscrittori dei Convertendo di BPM cos'era?