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martedì 27 marzo 2012

Decreto-legge per riattivare le commissioni sui fidi (e in premio un Osservatorio sul credito)

Commentavo il 3/3 la norma azzera-commissioni inserita come emendamento al decreto liberalizzazioni. Ieri il Governo ha (opportunamente) disattivato la disattivazione delle commissioni con un decreto-legge (non c'era altro modo per fermare la marcia verso l'entrata in vigore della norma emendata). Ecco qui il testo su normattiva.it, e un commento del Sole 24 ore.
Le commissioni sono ammesse purché non superiori al limite massimo stabilito con delibera del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (0,5% trimestrale).Tecnicamente, il decreto-legge non fa altro che rimettere in calce al testo dell'emendamento una previsione simile a quella che già stava nella versione originaria, prima che qualche parlamentare in cerca di acclamazione la espungesse.
Ecco come funziona il testo rettificato coin l'aggiunta del decreto legge (in corsivo):
«Sono nulle tutte le clausole comunque denominate che prevedono commissioni a favore delle banche a fronte della concessione di linee di credito, della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche nel caso di sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido stipulate in violazione delle disposizioni applicative dell'articolo 117-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, adottate dal Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio»
Nello specifico, si fa riferimento alle disposizioni [che saranno] adottate dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio ai sensi del decreto legge «salva Italia» che prevede un tetto massimo per le commissioni pari allo 0,5% trimestrale e vieta le commissioni sugli scoperti extra-fido (consentendo soltanto spese di istruttoria veloce e un tasso debitore anche differenziato rispetto al fido). Citiamole dal decreto, art. 6-bis, perché è meglio essere precisi:
Art. 6-bis Remunerazione onnicomprensiva degli affidamenti e degli sconfinamenti nei contratti di conto corrente e di apertura di credito 
1. Nel testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1º settembre 1993, n. 385, dopo l'articolo 117 e' inserito il seguente: 
"Art. 117-bis. - (Remunerazione degli affidamenti e degli sconfinamenti). - 
1. I contratti di apertura di credito possono prevedere, quali unici oneri a carico del cliente, una commissione onnicomprensiva, calcolata in maniera proporzionale rispetto alla somma messa a disposizione del cliente e alla durata dell'affidamento, e un tasso di interesse debitore sulle somme prelevate. L'ammontare della commissione non puo' superare lo 0,5 per cento, per trimestre, della somma messa a disposizione del cliente. 
2. A fronte di sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido, i contratti di conto corrente e di apertura di credito possono prevedere, quali unici oneri a carico del cliente, una commissione di istruttoria veloce determinata in misura fissa, espressa in valore assoluto, commisurata ai costi e un tasso di interesse debitore sull'ammontare dello sconfinamento. 
3. Le clausole che prevedono oneri diversi o non conformi rispetto a quanto stabilito nei commi 1 e 2 sono nulle. La nullita' della clausola non comporta la nullita' del contratto. 
4. Il CICR adotta disposizioni applicative del presente articolo e puo' prevedere che esso si applichi ad altri contratti per i quali si pongano analoghe esigenze di tutela del cliente; il CICR prevede i casi in cui, in relazione all'entita' e alla durata dello sconfinamento, non sia dovuta la commissione di istruttoria veloce di cui al comma 2".
Per consolare i clienti delle banche della perdita delle commissioni gratis, il decreto-legge istituisce un Osservatorio sull'erogazione del credito. Ecco i commi che lo qualificano:
«1-bis. E' costituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, senza oneri per la finanza pubblica e avvalendosi delle relative strutture, un osservatorio sull'erogazione del credito da parte delle banche alle imprese, con particolare riferimento a quelle piccole e medie e sull'attuazione degli accordi o protocolli volti a sostenere l'accesso al credito delle medesime imprese. All'Osservatorio partecipano due rappresentanti del MEF, di cui uno con funzioni di presidente, uno del Ministero dello sviluppo economico, uno della Banca d'Italia. Possono essere invitate a intervenire, senza diritto di voto, l'Associazione bancaria italiana e le associazioni delle imprese e di categoria. 
1-ter. L'Osservatorio, che si attiva d'ufficio o su segnalazione delle imprese che lamentano l'ingiustificata mancata concessione di un credito o la sua ingiustificata revoca, puo' chiedere alla Banca d'Italia, all'Associazione bancaria italiana e a singole banche le informazioni necessarie a valutare eventuali criticità nel procedimento di concessione dei finanziamenti. Le banche interessate sono tenute a fornire tutti gli elementi utili e a motivare le ragioni per cui il credito non e' stato concesso o e' stato revocato.
1-quater. L'Osservatorio, sentita l'Associazione bancaria italiana, promuove la formulazione delle migliori prassi per la gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese volte a favorire una reale percezione del merito del credito, in relazione alle specifiche situazioni locali.»
In pratica si ripropone in chiave meno prefettizia il monitoraggio voluto nel 2009 dall'allora Ministro Tremonti. Apprezziamo le intenzioni. Aspettiamo i risultati.

Tornando al botta e risposta emendamento/decreto-legge,  questo modo baruffato di interloquire tra banche, clienti, consumatori e loro rappresentanti politico-sindacali solleva tanta polvere e consuma troppe energie. E tra un colpo di forbice, una minaccia di dimissioni, un anatema contro le banche, non si discute mai seriamente dei problemi che ci stanno sotto.
Rilancio l'idea di rifare uno studio da cima a fondo del sistema creditizio e finanziario italiano. Così affrontiamo una volta per tutte il problema di come funziona il mercato bancario. Forse si riesce a farlo funzionare meglio senza grida manzoniane e assalti ai forni. Stampa questo post

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Rimane comunque valido il discorso della commissione onnicomprensiva prevista dal Decreto "Salva-Italia"?
Spero!

Anonimo ha detto...

Certo, e dovrebbe esserci una maggiore vigilanza sul rispetto di quei limiti. Ho aggiunto i riferimenti nel post.

Dario Boilini ha detto...

Dubito che questa sia materia d'urgenza da giustificare un dl.

Anonimo ha detto...

@Dario: non c'era altro modo per abrogare l'emendamento al decreto liberalizzazioni

Dario Boilini ha detto...

1) Se avesse avuto vigenza per qualche giorno o mese cosa sarebbe successo di cosi grave?
2) In questo modo ilgoverno scavalca totalmente il voto parlamentare. Non mi sembra il caso di creare questi precedenti.

Anonimo ha detto...

@Dario:
1) le banche avrebbero dovuto rivedere tutto il pricing delle linee di credito, non penso che avrebbero azzerato le commissioni senza rivalersi sui tassi di interesse; e ne sarebbe venuta fuori una struttura di condizioni inappropriata a queste forme di prestito;
2) sì, scavalca il voto parlamentare e questo non è buona cosa; però questo specifico voto parlamentare è stato un colpo di mano, come molti hanno riconosciuto anche in Parlamento; hanno dovuto metterci una pezza.