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venerdì 2 marzo 2012

CDS sul debito greco: il kolossal delle garanzie fasulle

In un mercato (creditizio e assicurativo) in cui si trasferisce rischio, si possono fare soldi a palate vendendo garanzie inconsistenti: si raccolgono i premi dagli assicurati (o dai "compratori di protezione") e si aspetta. Se il rischio non si materializza, tutti contenti.
Nel caso contrario, l'assicuratore allarga le braccia e dice "non ti posso pagare, che cosa vuoi fare? Mi vuoi ammazzare?". Non essendo ammessa dalla nostra civiltà giuridica la decapitazione dell'assicuratore insolvente, l'assicuratore se la cava. Chi ci rimette è l'assicurato, o lo Stato, quando il rischio ha impatto sistemico ed è costretto a intervenire.
Cose del genere succedono sul mercato delle assicurazioni danni (piccole compagnie) e delle fideiussioni contrattuali (confidi borderline). Ma questi episodi riprovevoli non sono nulla in confronto a quello che sta accadendo sul mercato dei credit default swap, la grande innovazione di fine anni novanta che prometteva mirabilie nell'allocazione efficiente del rischio.
Già all'esplosione della crisi, il governo federale USA ha dovuto intervenire per salvare il gruppo assicurativo AIG che teneva in piedi il rischio senior di una massa enorme di strutture subprime. Se di fosse astenuto, una valanga di perdite su titoli nati AAA si sarebbe abbattuta su Wall Street e migliaia di investitori in giro per il mondo. Prima prova di stress: fallita.
Adesso è la volta del rischio sovrano. Il Governo greco, è più che certo, non onorerà tutto il suo debito. Sta negoziando ristrutturazioni, scambi e cancellazioni con perdite distribuite tra investitori privati e prestatori ufficiali (FMI, BCE, ESF ovvero UE). Come vediamo ogni giorno, la strada verso una sistemazione definitiva è irta di ostacoli, e non ne siano ancora venuti fuori. La Grecia è scesa fino a toccare quasi il fondo della scala dei rating, ai gradini del selective default o del default puro e semplice.
Ieri, l'ISDA (organizzazione degli intermediari che disciplina i contratti su strumenti finanziari, compresi i derivati OTC) ha deliberato che le vicende del debito greco non sono da classificare come credit event dei derivati su crediti, cioè non fanno scattare l'obbligo per il venditore di protezione a pagare alla controparte l'indennizzo della perdita di valore del sottostante. E' una scelta volontaria, o un act of God, di fatto un non event, a dispetto delle perdite conclamate subite dagli investitori.
Come riferisce il Financial Times, la disattivazione dei CDS sul debito greco rischia di minare la fiducia nell'intero mercato dei credit derivatives.
Siamo in un'epoca nella quale il concetto di "mercato finanziario" deve essere profondamente messo in discussione. Quel "mercato" è ormai un agglomerato di attività di shadow banking che operano in condizioni di insolvenza tecnica a livello sistemico: gli assicuratori e i prestatori non hanno capitale sufficiente per reggere le esposizioni. La passività contingente non coperta cade sulla collettività.
La comunità bancaria potrebbe ribattere che il mercato continua a intermediare bene il rischio, fatta eccezione per alcune situazioni di emergenza (come la crisi greca) che ormai sono gestite dalla politica, non più di mercato. Però c'è un'ampia zona grigia in cui i mercati millantano di prezzare e coprire rischi troppo grandi, future emergenze destinate a transitare nella zona di competenza della politica. Rischi che nascono e migrano in condizioni di non trasparenza.
In una crisi d'impresa, scatta a un certo momento la convenienza di passare dal tutti contro tutti a soluzioni concorsuali. Se ben pilotate, queste soluzioni aiutano a sbrogliare la matassa più rapidamente ed equamente. Quando al tavolo della crisi siedono governi, investitori privati e istituzioni internazionali, la matassa è più intricata. Non basta un grande advisor, ci vuole un'intesa tra grandi statisti. Merce rara. Stampa questo post

1 commento:

Sapio ha detto...

Non si sa chi era più sprovveduto. Chi li comprava o chi li vendeva.
Che ne è stato del progetto di permettere l'acquisto dei CDS solamente a chi ne detiene il rischio sottostante?