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sabato 31 marzo 2012

Unionfidi Piemonte: bozza di Bilancio 2011 (commentata)

Dal sito di Unionfidi Piemonte si può scaricare la bozza di bilancio 2011. La lettura dà molti spunti interessanti.
Nel 2011 Unionfidi ha ottenuto l' iscrizione all'elenco speciale ex art. 107. La gestione è stata caratterizzata da un deleveraging (per usare un termine di moda) conseguito in tre modalità:

  • incrementi del patrimonio di base (mediante ridestinazione di finanziamenti pubblici subordinati e sottoscrizioni dei soci);
  • riduzione delle esposizioni garantite, il cui saldo residuo è calato di circa 100 milioni di euro (da 649 mn a fine 2010 a 548 a fine 2011);
  • ricorso a forme di limitazione del rischio, sia mediante controgaranzia del Fondo centrale e di altri fondi regionali o europei, sia con una struttura di tipo tranched cover attuata con un primario gruppo bancario.
Come è prassi ormai diffusa nel sistema, Unionfidi opera con una doppia convenzione, sussidiaria e a prima richiesta. Le garanzie residue, pari a € 547,09 milioni, sono per il 34,5% a prima richiesta (28% a fine 2010), quasi sistematicamente assistite da controgaranzia del Fondo Centrale, e per il 65,5%  (72% a fine 2010) sussidiarie.
Nonostante che Unionfidi abbia aderito a tutte le campagne promosse da gruppi bancari per sostenere i progetti di investimento e di ricapitalizzazione, l'operatività ha subito un rallentamento più forte nel comparto e medio-lungo termine, a causa del noto spostamento della domanda verso il breve: le nuove operazioni 2011 (154 milioni di euro) sono state per il 70% a breve e il 30% a medio-lungo, con parti rovesciate rispetto agli anni precedenti.
L'industria rimane il settore di maggior peso sulle nuove erogazioni, con il 43%.
Come sopra accennato, il confidi si è avvalso nei limiti del possibile dei vari sportelli di risk transfer (Fondo centrale di garanzia per le Pmi, Fondo Europeo degli Investimenti – FEI, Fondo di Riassicurazione Regione Piemonte, Fondo di controgaranzia della Basilicata, SACE, Fondo di riassicurazione CCIAA - Cn), per complessivi 125,67 milioni di euro, pari all’82% del totale garanzie rilasciate nell’anno, contro il 74% del 2010 (ed il 44% del 2009).
Con riferimento alle attività strumentali o accessorie, segnalo la collaborazione con InterGaranzia Italia (IGI), società nata in ambito Federconfidi per gestire un fondo interconsortile di controgaranzia, successivamente riorientata verso attività di servizio. Nel 2011 IGI ha arricchito il proprio catalogo di servizi per il tramite di Società terze (come CRIF), a supporto dei Confidi aderenti, in tema di  adempimenti normativi (segnalazioni di Vigilanza, trasparenza, antiriciclaggio, ABF, ecc) e di reperimento di informazioni a carattere finanziario ed andamentale per le istruttorie di fido. Unionfidi si è avvalso di parte dei predetti servizi. Nel 2010 era stata implementata l’operatività di Union.Etica (ATS – Associazione Temporanea di scopo costituita tra Unionfidi e Banca Popolare Etica), in qualità di Organismo Intermedio individuato dalla Regione per un bando destinato alle imprese sociali. La relazione dà conto degli interventi deliberati. Nel 2011 è proseguita la collaborazione con il Fondo Nord Ovest (detenuto da Strategia Italia) che svolge attività di private equity.
Unionfidi ha inoltre investito su governance, organizzazione e processi, con affinamenti del sistema di rating e implementazione delle funzioni di controllo interno e compliance previste dalla normativa.

Tornando a considerare l'attività di garanzia, si nota un peggioramento della qualità delle esposizioni di firma, conseguente al divergente andamento delle partite "in bonis" (calate di 119 milioni di Euro) rispetto alle posizioni in sofferenza (+ 3 milioni di Euro) e agli incagli (+ 14 milioni di Euro). L'incidenza delle esposizioni deteriorate (sofferenze e incagli) risulta aumentata rispetto all’esercizio precedente (135 milioni di Euro, pari al 24,72% del portafoglio complessivo, contro 118 milioni di Euro del 2010, pari al 18,20%). La riclassificazione delle esposizioni ha chiaramente avuto un impatto economico, che la relazione rappresenta con queste parole:

L’incremento fatto registrare dalle esposizioni di  firma deteriorate ha fatto aumentare anche l'ammontare complessivo delle perdite attese su tali esposizioni e  ha, quindi, comportato la correlata crescita per 3,4 milioni di Euro delle pertinenti rettifiche di valore iscritte in bilancio (passate da 15,7 a 19,1 milioni di Euro). In particolare, sono aumentate sia le rettifiche sulle posizioni in sofferenza (1,5 milioni di Euro da 5,8 a 7,3 milioni di Euro) che quelle sugli incagli (2 milioni di euro da 9,9 a 11,9 milioni di euro). Le rettifiche sulle esposizioni "in bonis", invece, sono diminuite per la riduzione dei volumi (1,1 milioni di euro da 2,9 a 1,8 milioni di euro). 


Di conseguenza, è cresciuto il tasso di copertura generale delle esposizioni di firma, ovvero il rapporto tra rettifiche (saldo patrimoniale) e esposizione garantita residua, passato dal 2,88% di fine 2010 al 3,83% di fine 2011. La maggiore copertura ha interessato sia i 26 milioni di esposizioni "in sofferenza" (dal 24,68% al 27,36%) sia i 109 milioni di partite incagliate (dal 10,48% al 10,93%). Il tasso di copertura delle posizioni "in bonis", invece,  è passato dallo 0,55% allo 0,44%. Non è specificato se le esposizioni siano al netto della quota contro-garantita; sui tassi di copertura incide anche la presenza di garanzie "cappate".
Il tasso di copertura è molto più elevato (81%) sui 19 milioni di euro di esposizioni per cassa deteriorate (crediti per escussioni).
Sul problema delle rettifiche su crediti, rinvio alle considerazioni fatte in questo post.

Passando a considerare il conto economico, si nota che tanto il margine di intermediazione dell’operatività caratteristica quanto il margine di intermediazione rettificato della quota sul rischio di credito di competenza hanno registrato un peggioramento rispetto al 2010. Tale flessione è stata assorbita dalla riduzione delle spese amministrative e degli ammortamenti, e soprattutto dalla crescita degli altri proventi netti di gestione. Questi ultimi raggiungono la ragguardevole cifra di 15 milioni di euro, spiegati in via preminente da 10 milioni di ricavi da contributi pubblici e da 5 milioni di rimborso spese di istruttoria. Queste seconde le avrei messe tra i ricavi di gestione caratteristica, perché dal conto economico uno si domanda come fa il confidi a sopportare spese amministrative per più di 6 milioni con 4 milioni di margine di intermediazione; in realtà si devono aggiungere i suddetti 5 milioni di ricavi da originazione di nuove pratiche, ma l'informazione è soltanto in nota integrativa. Da notare che le commissioni esposte in conto economico sono stimate per competenza: in stato patrimoniale si evidenzia alla voce 90 (Altre passività) un risconto commissioni di 8 milioni.

Si rileva un utile di esercizio di 7 milioni di  euro (contro i 4 milioni di Euro dell’esercizio 2010). Riporto dalla relazione sulla gestione il conto economico sintetico (cliccatelo per ingrandire):

Il forte utile è interamente destinato al rafforzamento patrimoniale. Il coefficiente di solvibilità totale è il 7%, superiore al requisito minimo del 6%.  Il coefficiente di solvibilità Tier 1 è il 5,77%. Ecco il prospetto riepilogativo dei requisiti patrimoniali (cliccare per ingrandire):


Il bilancio 2011 di Unionfidi Piemonte ritrae un confidi che si sta riposizionando su un assetto caratterizzato da dimensioni operative più contenute, sia in termini di stock garantito, sia di espansione territoriale. Si sono fatti grossi progressi nella pulizia del portafoglio pregresso, cresciuto rapidamente negli anni precedenti e immediatamente successivi alla crisi, con una politica di assunzione di rischio rivelatasi a posteriori non compatibile con la dotazione di patrimonio a causa della sinistrosità elevata e del ricorso relativamente contenuto a forme di limitazione o trasferimento del rischio. L'operatività nuova sviluppata nel 2011 tiene conto di queste criticità e vi pone rimedio. Per superarle definitivamente occorre che la struttura prosegua nel percorso di scarico delle partite problematiche e di sviluppo/consolidamento delle garanzie in bonis, magari aiutata da un ulteriore alleggerimento delle spese amministrative e iniezioni aggiuntive di patrimonio.

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