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lunedì 1 ottobre 2012

Financial Times: i giovani voltano le spalle a Wall Street

Da questo articolo del Financial Times, Graduates turn away from Wall St, esce un segnale confortante . Cala la percentuale di giovani MBA che si orientano verso la carriera nell'Investment banking. Perché? Le ragioni sono diverse.


Alcune case di Wall Street (come Goldman Sachs) hanno smesso di sponsorizzare programmi di formazione specialistica di cui si approfittavano (gratis) i concorrenti o gli intermediari emergenti (hedge funds), assumendo i migliori.
Ma anche l'interesse dei candidati è scemato. Wall Street continua a promettere (non in tutte le realtà) guadagni elevati, ma in cambio impone carichi di lavoro massacranti e, peggio ancora, offre posizioni precarie, esposte all'insuccesso individuale o (più probabilmente oggi) ai tagli del personale per ridurre i costi.
Non bisogna trascurare, inoltre, lo stigma di avidità e irresponsabilità sociale che ha segnato Wall Street durante e dopo la crisi. Non soltanto gli attivisti accampata allo Zuccotti Park sotto gli striscioni di Occupy Wall Street, ma anche i ragazzi normali condannano il sistema che si  è macchiato di colpe gravi.
Dove si orientano allora i giovani talentuosi con il pallino della finanza? Anche gli hedge funds hanno perso appeal, essendo anche questa attività meno redditizia di un tempo, e socialmente improduttiva. Cresce invece l'attrattiva delle finanziarie di private equity, o di un'esperienza imprenditoriale in prima persona.
Lo noto anche nei ragazzi migliori che escono dalle nostre lauree: sono ben consapevoli dei guasti provocati dalla cattiva finanza pubblica e privata. Però non reagiscono contestando, piuttosto hanno il desiderio di ricostruire, impegnandosi personalmente.
Questo è molto confortante.

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