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martedì 27 novembre 2012

Finsardegna: indiscrezioni sul Rapporto ispettivo di Banca d'Italia. L'Assemblea rinnova tutto il CdA

Partiamo dai fatti: l'assemblea ordinaria dei soci del confidi Finsardegna (il primo 107 iscritto all'elenco speciale), riunita il 23 novembre (vedi convocazione), ha eletto un CdA totalmente rinnovato. Sull'esito, l'Unione Sarda ha pubblicato ieri questo commento:

Dopo le sollecitazioni di Bankitalia Finsardegna rinnova il proprio consiglio di amministrazione.
Ieri all'hotel Setar di Quartu, ha vinto la lista numero uno, quella sostenuta dal gruppo dirigente del consorzio. Viene invece sconfitta la lista due quella presentata da Cna, che esce sconfitta dalla 'corsa' al vertice.
Al presidente uscente, Mario Cavada, succede Stefano Vargiu, proprietario di Prod.In.Sar, azienda specializzata nell'informatica. Quattro i nuovi consiglieri: Antonio Tulli, Elena Mulas, Caludio Dauria e Elisabetta Loffredo. Cinque i sindaci: Giancarlo Murgia, Giuseppe Marongiu, Sandro Anedda, Alberto Vacca e Paolo Pruner.
L'assemblea ha dunque rinnovato tutti i vertici. Adesso, bisognerà attendere il giudizio di Bankitalia, che nei giorni scorsi ha acceso un faro sulla gestione "poco trasparente" di Finsardegna. E soprattutto occorrerà mettere in campo le azioni chieste dalla stessa Vigilanza.
[penso che il menzionato "Caludio Dauria" altri non sia che Claudio D'Auria, anche se mi farebbe piacere che fosse un'altra persona perché l'amico Claudio si prenderebbe altrimenti una bella gatta da pelare]. La Nuova Sardegna ha pubblicato un commento sulla "tempestosa" assemblea.
Passiamo all'antefatto, ovvero l'esito dell'ispezione della Banca d'Italia (cominciata il 17 aprile). Ne ha dato qualche indiscrezione la Nuova Sardegna con un pezzo pubblicato il 23 novembre, seguito da una lettera di rettifica dell'ex presidente del confidi Mario Cavada, e da una replica del giornale il 24 novembre. 
Gli ispettori della Vigilanza avrebbero riscontrato tra il 2005 e il 2010 scelte di affidamento azzardate: sarebbero state erogate garanzie a imprese già in evidente stato di deterioramento; il portafoglio garanzie sarebbe cresciuto troppo in fretta su poche posizioni di importo concentrato (atipiche per un confidi artigiano).
Già nel bilancio 2011 il confidi aveva operato rettifiche su crediti molto robuste ( fortemente raccomandate da Banca d'Italia, pare), e il conto economico aveva chiuso con un rosso di 4,5 milioni di euro.  Il rapporto ispettivo avrebbe più perentoriamente raccomandato la sostituzione dei membri del CdA e del Collegio sindacale (quelli in carica all'epoca dei fatti contestati) e dello stesso direttore generale Dino Barranu. L'associazione di riferimento (CNA) avrebbe premuto per l'integrale rinnovo degli organi di governo. Pare (secondo il commento sopra riportato) che non sia riuscita nell'intento di  riprendere la governance del confidi dal cosiddetto "gruppo dirigente" (strano concetto per una società cooperativa).
Volete un commento a caldo? Eccolo, parziale come le informazioni su cui posso basarmi:

  • non conosco direttamente Finsardegna, ma ad un convegno dell'ottobre 2010, ascoltai il direttore Barranu, che esplicitamente motivò la scelta di assumere esposizioni ad altro rischio (fino allo stato di precontenzioso), in un mercato regionale segnato da crisi settoriali acutissime; è quello per cui esistono i confidi, non si dice ancora così? Avevo apprezzato la schiettezza e il coraggio di Dino Barranu, e non ho motivi per dubitare della sua buona fede. Era ovviamente una strategia che avrebbe lasciato sul campo morti e feriti, del resto bastava vedere i numeri dei tassi di decadimento in Sardegna dai primi mesi del dopo crisi. Non era (e non è) una strategia difendibile sotto il profilo della sana e prudente gestione. Forse le esposizioni che hanno lasciato il segno sono entrate prima (Banca d'Italia avrebbe monitorato il problema dal 2005): gli anni del credito facile, e della crescita pompata dei progetti nell'immobiliare; ci sono cascati in tanti, confidi e BCC;
  • se qualcuno si frega le mani per la goduria di mettere alla berlina le persone esautorate e probabilmente sanzionate, avrà tutto il mio biasimo; e non soltanto per solidarietà (nella mia unica recente esperienza di consigliere di un intermediario mi sono appena preso una sanzioncella); ma perché è un atteggiamento superficiale (anche quando nascesse da rivalità personali o locali, delle quali onestamente non m'importa un fico secco), e meschino;   i rilievi ispettivi non sono sentenze di condanna per dolo o colpa grave delle persone censurate, sono atti amministrativi intesi a punire l'applicazione lasca di regole di prudenza e diligenza nei processi di assunzione di rischio e nei controlli conseguenti; sono atti che di solito stigmatizzano comportamenti ex ante  giudicati imprudenti alla luce di patologie emerse ex post; sono un monito, nel senso che gli organi di governo rimangono responsabili delle scelte prese anche quando nel momento in cui venivano prese tutti erano d'accordo che fossero opportune, conformi al modello di business prevalente, asseverate da consulenti e auditor; e magari era davvero così; se però dopo qualcosa va storto, si va a chiedere conto a chi ha esercitato il potere decisionale; che poi le sanzioni irrogate siano sempre buone e giuste si può discutere; senz'altro l'Organo di vigilanza le motiva in maniera ineccepibile;
  • i provvedimenti sanzionatori sono un monito, dicevo; un monito per chi? Per l'intermediario direttamente interessato, ovviamente. Però nel caso delle ispezioni presso confidi 107, concluse o ancora in corso, il monito vale per tutti i confidi. Pensate che gli altri usciranno puliti dalle ispezioni? Forse alcuni sì, lo spero. Ma non mancheranno altri casi critici, e laddove saranno riscontrati non sarà (soltanto) per colpa di amministratori distratti o dirigenti accentratori. E' il modello di business dei confidi 107 ad essere fragile, come non manca di osservare nei suoi interventi pubblici il dott. Baldinelli. E su questo punto, nessuno può fregarsi le mani per la goduria di dormire tra due guanciali.
PS 27/11 (sulla litigiosità tra stakeholder nei confidi): non ribadirò che il problema è attenzionato dalla Vigilanza, che conserva una memoria storica dei disastri compiuti dai CdA di alcune banche pubbliche prima del TUB del 1993 (con il recente revival nell'istituto fondato nel 1472); invito a una considerazione di ordine estetico; una governance spaccata o sequestrata da uomini o coalizioni dominanti è una ferita profonda per un ente mutualistico; finisce per essere (quando va bene) una palla al piede. Pensate, se siete catturati da contese del genere, a come vi state rovinando la vita, e soprattutto sull'impatto che questo ha sulle aziende a cui è reso un servizio meno utile, e sulle generazioni future alle quali lascerete in eredità un relitto; o almeno al rischio che prima che ciò accada qualche giovane più animoso entri nel vostro ufficio, apra la finestra e vi butti di sotto.
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37 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggete maggiori dettagli su La Nuova Sardegna

Sapio ha detto...

Luca dice " E' il modello di business dei confidi 107 ad essere fragile, come non manca di osservare nei suoi interventi pubblici il dott. Baldinelli."

Sono d'accordo. Questo è il cuore del problema.

Satanasso ha detto...

In questo utilissimo blog c'è la storia del processo di cambiamento dei consorzi fidi. Nella storia, che è ormai di diversi anni, si rilevano molte debolezze di tecnici esperti che vedevano il modello dell'intermediario vigilato quasi perfetto. L'unica spiaggia. Certo il contesto non ha aiutato chi la pensava cosi ma è proprio per questo, la simulazione delle condizioni peggiori, che hanno inventato, per le banche, lo "stress test". Il modello Finsardegna è diverso dal modello Eurofidi. Il primo è schiavo dell'associazione padrona mentre il secondo si muove secondo logiche di mercato.I risultati e lo stato di salute dei due diversi modelli aiutano a capire che le associazioni di categoria sono ormai il fallimento di se stesse. Pesa la leggerezza di molti tecnici nel blog, penetrati nel campo delle consulenze, con ulteriore affondo in CDA, nel considerare "normale" il transito con sosta di fondi rischi pubblici precedentemente concessi a destinazione vincolata, nel conto economico. Mezzo che ha consentito con leggerezza di coprire disavanzi di gestione e non solo perdite. Questo metodo è di fatto un aiuto di stato al confidi. Non solo è e sta diventando un incentivo-annuale- ad utilizzare soldi pubblici, delle Regioni etc, che, passando per il confidi, va direttamente alle banche senza aiutare le imprese. Questi danari stanno servendo a coprire colpevoli disavanzi di gestione, strutture di rete abnormi e consulenze costosissime. Parte di questi fondi aiutano solo il confidi a sopravvivere senza che se lo meriti. Ovviamente questo metodo viene previsto tollerato e permesso solo per gli intermediari vigilati : i piu' costosi nell'offerta della garanzia molto gradita alle banche che possono cosi avere un ulteriore beneficio indiretto con i nostri soldi. Solo Sapio ha colto e denunciato l'anomalia di questa sprezzante interpretazione nel bilancio. Se qualcuno ha il dubbio che queste righe non stiano nel tema rifletta sul fatto che solo la certezza di "governare" i fondi pubblici a proprio favore puo' permettere "di assumere posizioni ad alto rischio" perchè acca' nisciuno è fesso !

Mesina ha detto...

Non dimenticate e riflettete sul ruolo di primo piano sia di Finsardegna che della CNA sarda nella Banca di Cagliari.....

Anonimo ha detto...

Sicurmanete ci sono aspetti da migliorare e su cui lavorare per continuare a crescere insieme. Una cosa è però certa. Stante l'aumento della distanza funzionale (distanza tra sede operativa e direzionale della banca) i confidi sono e saranno sempre più l'unico veicolo in grado di sostenere l'accesso al credito delle pmi, premiando nei loro modelli di scoring gli aspetti qualitativi e non solo basandosi su quelli quantitativi. Partendo da questo, ovviamente ci sono delle evoluzioni da fare per far si che l'industria confidi diventi a tutti gli effetti sostenibile e sia sempre più in grado di sostenere le PMI.
E poi mi sento di dire, ma non è ora di parlare con una veduta Europea?! Cominciamo in sede di AECM a sviluppare un sistema Europeo, in grado di calarsi nelle singole regioni.

Satanasso ha detto...

Luca, su Eurofidi ho detto testualmente "che si muove secondo logiche di mercato". E l'affermazione volutamente semplice è conseguente alla tua, altrettanto semplice, in relazione alle dichiarazioni di Barranu che per chi non va ad approfondire "linkando" avevi descritto di questo tenore : Dino Barranu (DG Finsardegna) ha testimoniato le difficoltà finanziarie e i problemi occupazionali delle piccole imprese sarde, con tassi di default a due cifre in alcuni settori (come le costruzioni). Finsardegna (che come ACT è 107 dal 2009 e opera a livello regionale) ha rinsaldato e qualificato i rapporti con le imprese, cercando una sintonia altrettanto stretta con le banche, per cogliere in tempo i segnali di disagio e intervenire prontamente, anche in forme inedite, come le garanzie sul precontenzioso (ovvero, con intervento ai primi arretrati) e le garanzie sui piani di rientro concordati con l'Agenzia delle entrate (il 25% dell'operatività).
Ti risulta che Eurofidi sia un braccio operativo di Eurogrup che opera attraverso Eurocons ? Cosa diversa rispetto ad operare attraverso la CNA del segretario Porcu ! CNA che ha sempre espresso presidenti e quant'altro senza condizionamenti.....Sul Capoclasse non era certo quello lo spirito e se tale è apparso me ne scuso.

Anonimo ha detto...

@Satanasso: sì, i confidi associativi operano condizionati dalla loro natura; può essere un condizionamento positivo e arricchito da sinergie; mi riferisco alla fedeltà alla mission (per cui non si chiude la porta in faccia alle imprese in difficoltà) e il gioco di squadra con gli uffici delle associazioni sulla distribuzione; può essere un condizionamento negativo, se l'associazione carica il confidi di costi di struttura "a prescindere" dall'aiuto a produrre volumi e risultati, e peggio ancora se preme per garantire imprese non più recuperabili. Un'associazione che lavora bene ha tutto l'interesse a far lavorare bene il confidi, e a non metterlo a rischio sopravvivenza. Si potrebbe fare un esperimento e mandare per due mesi il segretario regionale di CNA (Francesco Porcu) a dirigere un'area di Eurogroup, e portare a Cagliari un Giotti-boy. Come in quei film dove ci si scambia casa, città, lavoro. Così, "per vedere di nascosto l'effetto che fa". Forse capiremmo meglio i meriti dei due modelli.
Comunque mi pare che sia emersa un'accesa conflittualità tra Finsardegna e CNA, se è vero quello che riferisce la Nuova Sardegna. Non è l'unico caso che conosco.
(capoclasse era detto simpaticamente per ricordare tempi spensierati)

Anonimo ha detto...

Professore, sono pienamente daccordo con lei, ma il mio post va in questa direzione:
-Perchè una PMI Francese deve godere di un programma + o - efficace di una italiana?
Lei è una persona dotata di grande buon senso, così come trapela da questo blog, ma forse ci dovremmo interrogare sul fatto che non tutti ne hanno.
Ovviamente ci deve essere l'interesse nel farli funzionare, ma continuo a dire che in un mercato ce ormai è comune, non solo gli schemi di garanzia, ma tutto dovrebbe essere deciso in forma Europea, certo tenendo conto delle specificità e delle storie di ognuno.

Anonimo ha detto...

@Anonimo delle 18:00 - (scusi, non volevo essere brusco) mi permetto di rigirare la domanda: Perchè una PMI italiana che soffre di un programma -- (molto meno) efficace di una francese non prende per il cravattino i responsabili dell'inefficacia e intima loro di rimediare, e se non rimediano li manda a casa a calcioni? Il problema è che non si riesce a fare questo. I rappresentanti e interpreti delle esigenze delle imprese fanno più facilmente la parte di chi difende lo status quo, piuttosto che quella delle imprese. Se andiamo a vedere quanto sono bravi i francesi e li copiamo facciamo un pastrocchio. Non siamo più stupidi di loro, e quando ci occupiamo delle cose a cui teniamo veramente le facciamo anche meglio, badando alla sostanza. Domandiamoci: a che cosa teniamo veramente?
PS: In Francia musei e monumenti li sanno mantenere (e vendere) molto meglio di noi. Ma è sicuro che i sistemi di garanzia siano tanto meglio del nostro? Hanno tre reti di enti di garanzia, e penso che si bisticcino tra di loro come da noi confidi 106, 107, finanziarie regionali, etc.

Anonimo ha detto...

Caro Prof. non credo che nessun operatore sano di mente gioisca delle disgrazie altrui. Le posso però garantire che reggere alle pressioni delle associazioni datoriali non è cosa banale. Il problema resta un riequilibrio di poteri nella governance dei Confidi con magari l'arrivo di soci di capitale che tecnicamente possano dare un vero contributo all'evoluzione di questo mondo. Se ancora si ragiona nella logica mutualistica "pura" il caso di FinSardegna sarà il primo di una lunga serie. Magari questi precedenti aiutano i tecnici dei Confidi a far ravvedere la propria governance. Sul fronte i primi a saltare sono infatti proprio loro.

Sapio ha detto...

Soci di capitale nei Confidi? Ma chi potrebbe mettere capitali in attività in perdita strutturale?

Mefisto ha detto...

Sapio, la CNA e la Regione Autonoma della Sardegna !

Anonimo ha detto...

Sapio, invece le Bsnche producono utili ... MPS senza lo Stato sarebbe già fallito ... Unicredit produce utili solo grazie alle Banche estere del Gruppo ... in Italia il conto economico di molte altre Banche di picoole medie dimensioni è oramai in profondo rosso. Ma tanto lì ci penserà come al solito pantalone... cioè noi!!! I Confidi invece devono arrangiarsi; caricarsi sulle spalle il segmento più rischioso del mercato degli impieghi e starsene zitti. Ma fammi il piacere!

Sapio ha detto...

@mefisto, quello che tu chiedi sono aiuti di stato che distorcono la concorrenza fra aree geografiche. Alla UE l'aria sta cambiando e sta diventando più pignola.

@Anonimo 22:30 innanzi tutto le banche cominciano a migliorare. MPS è stato aiutato con aiuti notificati alla UE (quindi permessi), i Tremonti Bond perché banca sistemica. Per le altre piccole banche italiane (male amministrate) basterà la misericordia ed un parce sepultos. L'importante sarà tutelare i depositanti ma per questo siamo attrezzati. Ai Confidi i migliori auguri.

Anonimo ha detto...

Le banche normalmente producono utili. Eccezionalmente possono non farlo e vengono chiuse o assorbite (b.di Sicilia, Napoli etc). I Confidi NON possono produrre utili e quindi attirare capitali di rischio ma solo aiuti di stato.

Cattivone ha detto...

@ Mefisto: capitali da CNA? CNA ha appena perduto una battaglia societaria che ha visto la sua lista sconfitta a favore di un'altra interna al Confidi. Ed ora dovrebbe mettere soldi che andrebbero a beneficio di programmi non condivisi?

Bandierarossa ha detto...

In effetti è anomalo che il Rappresentante legale di un intermediario vigilato possa sentirsi "libero" facendo parte "forzatamente di diritto" della direzione dell'associazione .................Soprattutto quando da Presidente dell'associazione trasloca direttamente nel Consorzio Fidi ! Composizione della Direzione della CNA per Statuto Art. 12 La Direzione: durata e composizione; poteri e compiti
La Direzione rimane in carica 4 anni ed è composta da membri eletti dall’Assemblea tra le
imprenditrici e gli imprenditori iscritti alla CNA, i pensionati iscritti alla CNA Pensionati, i legali
rappresentanti di società e gli amministratori con deleghe operative di forme associate iscritte alla
CNA secondo modalità stabilite dal Regolamento regionale.
Sono membri di diritto della Direzione il Presidente regionale in carica, e quello uscente, i Presidenti
regionali delle Unioni, i Presidenti delle Associazioni provinciali, il Presidente regionale di CNA
Pensionati, il Presidente di FinSardegna, il Presidente di Ecipa, il Collegio dei Garanti ed i Presidenti
di organismi Confederali Nazionali di espressione della CNA Sarda.
La Direzione viene convocata dalla Presidenza, che ne stabilisce l’ordine del giorno. Inoltre può
essere convocata, per specifiche questioni, su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti.
La Direzione ha il compito di:
a. attuare e sviluppare, deliberando le relative iniziative, le linee programmatiche di politica
sindacale ed organizzativa della CNA stabilite dall’Assemblea;
b. deliberare il Piano Strategico poliennale della CNA regionale proposto dalla Presidenza per
il tramite del Segretario regionale;
c. deliberare in merito alle iniziative ed alla organizzazione dei servizi ritenuti utili per il
conseguimento dei fini statutari, anche mediante la costituzione di appositi enti e società in
attuazione delle decisioni dell’Assemblea;
d. costituire le strutture necessarie alla realizzazione dei deliberati dell’Assemblea,
nominandone i responsabili e deliberandone le funzioni. Badate che questo è il vulnus anche in altre qualificate associazioni di categoria sarde.

Anonimo ha detto...

Professore, l'esempio della Francia non era per dire che loro sono più bravi ma per citare un'altro membro dell'Ue. il punto è che senza un'omogenizzazione di fondo, ci saranno sempre vantaggi/svantaggi competitivi tra Statie questo non va bene. A meno che non si individuino delle aree svantaggiate cui dedicare appositi programmi di convergenze ma questa è un'altra storia. Io penso che solo dalla condivisione possa nascere un fiore che un domani diventi un frutto. Come lei giustamente dice non dobbiamo copiare, ma torno sulle api ed il miele di padre Dante.La genialità sta nell'unire.
Con profonda stima

Anonimo ha detto...

@amici tutti: oggi nessuno può fare a meno di soccorritori esterni, che si chiamino BCE, UE, Stato, Regioni, Camere di commercio. Però bisogna essere altrettanto chiari nel dire che si deve fare il massimo che si può con le proprie forze, perché gli aiuti sono aleatori e prima o poi finiranno. Bisogna immaginarsi qualcosa per continuare ad operare senza denari pubblici a piè di lista. Vale per i confidi, ma anche per la scuola, l'università, la sanità, e magari un domani l'ordine pubblico. Vivere nell'attesa di "arrivano i nostri", e nel terrore che prima arrivi il colpo del KO, non è vivere.
@anonimo dell 21.20: una cosa che si può fare nella dialettica confidi - associazioni datoriali (e confidi - loro federazioni) è dire le cose apertamente, non nascondere i problemi e la loro pesantezza. Insistere nel chiedere "Che facciamo? Che fate? Serve veramente quello che vi va bene fare? E' davvero improponibile quello che vi rifiutate di mettere in discussione?"

GRILLO PARLANTE ha detto...

Scusate la voluta, ancorche' bonaria, provocazione. Ma la ben remunerata CONSULENZA esterna che cerca utili dai nostri Confidi dov'era?Alla prova dei fatti che valore scarica? Un dubbio sul reale cambiamento non vi viene?

Anonimo ha detto...

@Grillo Parlante: ma il più vantaggioso investimento per sviluppare COMPETENZE interne (ai confidi e alle loro associazioni), che evita il ricorso alla ben remunerata CONSULENZA esterna, dov'era? Dov'è?

Anonimo ha detto...

Ho rimosso dal thread alcuni commenti (miei) e le relative risposte in cui si apriva una digressione sul problema del rischio residuo delle contro-garanzie FCG che aveva preso spunto da commenti sul modello di business di Eurofidi.
Trattandosi di riflessioni basate su informazioni incomplete e non pubbliche, ho preferito rimuoverle dal blog per non aprire un dibattito su terreno cedevole e scivoloso.
Tengo segnato il punto, e prometto di tornarci con un post apposito quando saranno disponibili informazioni pubbliche e verificabili.

BASTIGLIA ha detto...

Per la prima volta, in questo blog, ho l'occasione di confrontarmi con autorevoli colleghi. E' esploso il caso "Bankit silura Finsardegna". Dovendo scegliere una data storica, il caso in esame mi ricorda il 14 luglio del 1789....... (qualcuno nel blog parla anche della Francia!).Ho letto i vari commenti presenti nel blog e, sopratutto, i riferimenti ai sistemi organizzativi che, correggetemi se sbaglio, spesso sembrano intrecciarsi con le Organizzazioni di emanazione dei Confidi (minori e maggiori). Baldineddli nei giorni scorsi è stato decisamente incisivo nel merito. L'autonomia dei confidi deve essere al centro di tutto. Diversa è, invece, la sinergia, indispensabile, tra le due entità: reciproca promozione sul mercato, allargamento delle compagine societarie e così via. Le Organizzazioni/Confederezioni sono, come i Confidi, un insieme di imprese ai vertici delle quali ci sono delle teste pensanti. Non in tutta Italia, purtroppo per alcune Organizzazioni, rilevo teste pensanti, capaci di comprendere cosa significa collaborazione e cosa invece è il "Controllo". "Anonimo", nel suo commento del 28 u.s., fa riferimento a "soci di capitale che tecnicamente possano dare un vero contributo all'evoluzione di questo mondo". Nel caso di Finsardegna, da quanto mi è dato sapere, il suo ente di emanazione, per esempio, non ha mai pensato di contribuire efficacemente con apporti di capitali, anzi. Il patrimonio di base la dice lunga se rapportato al numero dei soci!. Sono d'accordo con chi afferma che " non bisogna gioire sulle disgrazie altrui". Finsardegna, analizzando quanto apparso nei quotidiani sardi, non è una disgrazia ma evidentemente qualcuno l'ha voluta fare apparire in questi termini. E', tuttavia, un caso degno di nota e suggerisce ulteriori riflessioni. Prof. Erzegovesi, si fa riferimento alle rettifiche effettaute sul portafolgio di Finsardegna....... Nel merito suggerirei una riflessione su quanto affermato da Bankit nel "rapproto sulla stabilita Finanziaria n. 4 del novembre 2012". In sintesi a pag. 33 si legge:
"Rilevano anche le prassi di supervisione, tradizionalmente scrupolose nel nostro paese. In Italia l’adeguatezza
dei criteri di classificazione dei prestiti viene valutata dalla Vigilanza mediante periodiche,
approfondite ispezioni in loco, al fine di contenere i rischi di forbearance (4) tipici delle fasi cicliche
negative; le riclassificazioni determinate dalle ispezioni rappresentano una quota significativa delle posizioni
esaminate (ad esempio gli accertamenti ispettivi realizzati nel primo semestre del 2012 hanno
condotto alla riclassificazione del 20 per cento dei prestiti esaminati).". Attenzione a tutti i Confidi!

Anonimo ha detto...

@Bastiglia: benvenuto e grazie del commento (il primo, se ho capito bene). Sarebbe bello che le teste (ben)pensanti che nel sistema ci sono unissero i talenti e le volontà per affrontare i problemi che altri preferirebbero tenere sott'acqua, finché affiorano come la punta di un iceberg.

garo ha detto...

Caro Professore, e' quanto il corpo dirigente del più' importante confidi va dicendo in tutti i modi da tempo. Il giorno 10 in Provincia a Cuneo si avra' modo di dibattere in proposito con i massimi esperti di confidi, dunque tutti gli interessati sono invitati a partecipare.

Casteddu ha detto...

Il problema e' che l'incontro, al quale dovrebbe partecipare anche l'assessorato alla programmazione e l'assessore fantasma all'artigianato, dovrebbe tenersi a Baratili !

Cirotto ha detto...

Forse e' esageratamente sottile eveidenziare che la Nord ci sono gli intermediari mentre a Sud, isole comprese, ci sono in realta' le cooperative di garanzia ......

Sapio ha detto...

@garo : non c'è un indirizzo specifico o bisogna girare tutta la provincia di Cuneo per partecipare all'evento?

Anonimo ha detto...

@Sapio: C.so Dante, 41 presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo. In sala non sono permessi posti in piedi e si deve avere l'invito. Sono un imprenditore di Cuneo, partecipo con entusiasmo: sembra che verranno presentate nuove soluzioni di garanzia innovative con grandi vantaggi per le imprese. PS: leggo con grande interesse i tuoi post ed il blog che curi direttamente.

Anonimo ha detto...

Amici, in internet non trovo traccia dell'evento cuneese. Non è una burla, vero?

Sapio ha detto...

@Anonimo-Garo, grazie ma il blog è curato dal prof. Erzegovesi. Io sono solo un frequenatore, spesso non gradito dai Confidi ed Associazioni varie.
Vai pure all'evento ma non dimenticare che "il formaggio gratis sta solo nelle trappole per i topi"!

garibaldino ha detto...

vorrei portare alla Vostra attenzione una questione che qui centra poco, ma che forse potrebbe essere oggetto di discussione e magari di un post.
ritengo che la soglia delle posizioni da segnalare nella Ce.Ri. imposta da B.I., debba essere rivista. Io sarei per mettere la sogli a 0.Tuttavia se essa ci deve essere, gradirei che per i confidi venga rivista almeno alla metà, cioè €15.000.
Una garanzia è al 50% per cui la soglia rischia di essere incoerente con la sua mission.
La Ce.Ri. per un intermediario che vuole essere attento all'andamentale del socio è fondamentale come dato di sistema. Cosa ne pensate?

Sapio ha detto...

@Garibaldino, non ci possono essere soglie di segnalazione Ceri differenziate per intermediario. Sotto ai 30.000 E di esposizione per cassa o firma occorre rivolgersi a Centrali Rischi private (Crif).

garibaldino ha detto...

@sapio. Ovvio, però la Ce.Ri. di B.I. è molto più utile. Non capisco proprio il senso della soglia quando su una garanzia iniziale di €100.000 si scende sotto a 30.000 si perde l'informazione. Ma è giusto?

Sapio ha detto...

Sarebbe troppo costoso per tutti abbassare la soglia. Fino a 3 anni or sono c'era la Ceri BdI con soglia 75000 E la Cric (centrale rischi importi contenuti) gestita dall'Abi con soglia 30.000 E. Integrare le due informazioni era un incubo. Poi BdI, obtorto collo ha accettato di scendere a 30.000 E abolendo la Cric. Ora sai la storia.

garibaldino ha detto...

@SAPIO: la storia la sapevo anche prima, il punto non è la storia, ma il senso. Qual'è il senso? Condivido la soglia per le posizioni che nascono coni mporti inferiori a 30.000 (cioè modesti) la accetto. Ma se ho segnalato fino al mese prima perchè il mese dopo non segnalo più e quindi non leggo più. Questo non lo condivido. Poi ovviamente il pulcino è nato dall'uovo. Qual'è il costo di continuare a segnalare?

garo ha detto...

@ Imprenditore di Cuneo: siamo lieti di riceverti come anche di conoscerti di persona. E' gratificante incontrare persone che apprezzano i nostri sforzi. Sicuramente sarai soddisfatto dei contenuti degli interventi a programma. Il formaggio gratis nella trappola, lo lasciamo ai 'topi' autori di commenti inopportuni.