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lunedì 15 aprile 2013

Come cambia l'organizzazione del processo del credito con la crisi, un paper della Banca d'Italia

Segnalo la pubblicazione negli Occasional papers  della Banca d'Italia dello studio Organizzarsi per prestare in tempo di crisi. Risultati di un’indagine sulle banche, di Silvia Del Prete, Marcello Pagnini, Paola Rossi, Valerio Vacca.

Come dice il sommario:
Il lavoro analizza l’organizzazione dell’attività di prestito delle banche utilizzando i risultati di due indagini riferite al 2006 e al 2009. In questo periodo l’utilizzo di metodologie di rating e scoring è andato diffondendosi anche alle banche più piccole; gli intermediari maggiori hanno impiegato tali tecniche in modo più incisivo nel pricing dei prestiti, mentre si è ridotta la rilevanza dei rating nella decisione se concedere il finanziamento; le banche più piccole hanno continuato a utilizzarli in modo flessibile. In seguito alla crisi le banche hanno attribuito maggiore importanza a tutte le fonti informative, qualitative o quantitative, accrescendo la richiesta di garanzie. La tendenza al decentramento delle decisioni sembra essersi interrotta e la permanenza media dei responsabili di filiale è diminuita. Questi ultimi hanno deleghe spesso correlate ai rating, mentre gli incentivi nella loro remunerazione non hanno subito modifiche sostanziali. In sintesi, la recessione del 2008 09 in taluni casi ha contribuito ad accelerare processi di riorganizzazione già in corso, in altri invece ne ha mutato la direzione.
C'è un lag temporale nella diffusione di nuovi approcci alla valutazione e gestione del credito. Il processo parte da punti di origine che negli anni 2000 si sono ritrovati tra le banche maggiori, con un follow up sulle banche locali dopo la crisi. L'analisi fa emergere una crescente sensibilità (avversione) all'assunzione di rischio che ha indotto anche le banche di territorio a stringere i filtri di accettazione nel senso di criteri più meccanici, anche se presumo che dopo il 2009 siano cambiate ulteriormente le cose.
L'approccio giusto per superare la situazione aggravatasi negli ultimi quattro anni è un work in progress.
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