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domenica 28 luglio 2013

Confindustria Padova entra in Neafidi

Riprendo da Nordest Europa la notizia dell'accordo tra Confindustria Padova e Neafidi, il confidi industriale operante nelle province di Belluno, Pordenone, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza.L’accordo, firmato dai presidenti di Confindustria Padova, Massimo Pavin e di Neafidi, Antonio Favrin, completa l'integrazione del sistema confindustriale veneto in un unico Confidi.
Le Pmi associate potranno ottenere garanzie su linee di credito a breve e medio termine, per il circolante e gli investimenti, capitalizzazione, ricerca e riequilibrio finanziario.
Neafidi ha già aperto uno sportello nella sede di Confindustria Padova, all’interno dell’Area credito e finanza.
Neafidi conta attualmente su quasi 5.000 PMI socie, su un patrimonio di 70 milioni di euro e un volume di garanzie in essere di oltre 250 milioni (dati al 31.12.2012) pari a 400 milioni di finanziamenti.
Ho sintetizzato il comunicato stampa omettendo i commenti sui vantaggi dell'accordo (che lascio impliciti). Aggiungo un pezzetto di memoria storica ricordando che a Confindustria Padova era affiliato Interconfidi Nordest, poi diventato Banca popolare di garanzia. L'accordo siglato ieri ufficializza il progetto di confidi unico industriale del Veneto che dopo la liquidazione coatta della Popolare di garanzia del dicembre 2009 toccava corde sensibili negli ambienti patavini.
Complimenti alla Direttrice di Neafidi Patrizia Geria e alla sua squadra. Visione, pazienza e oculata amministrazione hanno messo insieme dal 2002 sette confidi veneti e friulani, senza che nessuno fosse costretto a farlo dall'emergenza. Ora Neafidi raccoglie l'eredità dell'ottavo.
Si parlerà di applicazione di successo del modello confidi confindustriale, basato su aggregazioni regionali. Parlarne ha senso, però non astrattamente. Ogni situazione regionale è diversa, dentro e fuori Confindustria. E la purezza della razza è oggi un criterio privo di adeguate ragioni. Le fusioni si fanno là dove ci si mette d'accordo su progetti ragionevoli, e dove ci sono i soldi (nei bilanci degli aderenti e negli stanziamenti degli enti pubblici).
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12 commenti:

Anonimo ha detto...

L'accordo si è fatto per gustare nei comunicati l'abbinamento eufonico tra i nomi dei presidenti Pavin e Favrin. Per questo si è atteso tanto.

Alfa ha detto...

Concordo, Luca, con il tuo commento finale: i progetti di aggregazione regionale sono anacronistici, come lo sono quelli delle fusioni a tutti i costi: due confidi malati non fanno un confidi sano...anzi!!

Anonimo ha detto...

SALVATE I DINOSAURI DA LORO STESSI..............@ALFA, BASTA CON QUESTE VISIONI STATICHE. NON STRUMENTALIZZARE IL PROFESSORE. POSSIBILE CHE NON CAPISCI CHE IN QUESTO BLOG NON SI FA ALTRO CHE DIRE DI RISTRUTTURARE E RIORGANIZZARE IL SISTEMA!!!!????!!!!!! DUE CONFIDI MALATI NON NE FANNO UNO SANO, QUINDI, TENIAMOCENE DUE MALATI FINCHè CAMPANO, GIUSTO???
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RIDATEMI GARIBALDI E MAZZINI

Anonimo ha detto...

Tutto vero, non dobbiamo però dimenticare il danno al sistema che i confidi malati sapranno generare. Del resto non è' un caso che Bankitalia abbia sotto stretta osservazione i più' grandi, uno in particolare che quest'anno dimostrerà' tutta la sua pericolosa debolezza. I consigli del Prof. sino scomodi a molti, tuttavia rappresentano l'unica ragionevole possibilità' di salvezza.

Alfa ha detto...

Caro anonimo, non strumentalizzo nessuno, in questo blog a volte, spesso, si critica ma non si fanno osservazioni costruttive, io cerco di dare la mia visione condivisibile o meno. Le fusioni sono necessarie, per le economie di scala, il patrimonio, la compliance e le relazioni con i grandi istituti, ma devono essere fatte con criterio. Se si condivide che lo strumento è necessario che siano supportate proprio da quegli enti che a volte lo mortificano...

Anonimo ha detto...

vanno fatte, punto e basta!!!!! la saggezza popolare dice: " quando ci sono troppi galli a cantare non si fa mai giorno". e' ovvio che vanno fatte bene, solo in Italia possiamo pensare di fare delle cose fatte male........

Anonimo ha detto...

... soltanto in Italia possiamo pensare di fare le cose perché vanno fatte senza chiederci come farle. Le buone o cattive ragioni per farle si giocano nella realizzazione

Machiavelli ha detto...

Adesso mi aspetto che Neafidi assorba i resti di Banca di Garanzia...

Anonimo ha detto...

Quali resti?

Machiavelli ha detto...

C'è tuttora una società in liquidazione coatta amministrativa, che finché ha anche una sola garanzia in vita non può essere chiusa.
Se qualcuno ora si accollasse le garanzia residue...

Anonimo ha detto...

Ho capito, sarebbe apprezzato un gesto di buona volontà ...

Enrico ha detto...

Machiavelli, lei non fa onore al suo nome.
Per quale assurda ragione qualcuno dovrebbe assorbire i resti di una LCA? Ci sono solo perdite ed il capitale e' ovviamente insufficiente per coprirle (altrimenti non sarebbe stata posta in LCA). A chi giova? Solo al beneficiario delle garanzie, cioe' le banche.
Le quali hanno prima imbottito la BPGaranzia di operazioni da schifo (e non importa che BPG avrebbe dovuto rifiutare; io che provengo da un altro settore, so bene che non si trasferisce ad un partner di rischio solo rischio 'sporco' perché presto o tardi ti torna indietro come un boomerang) e adesso si leccano le ferite perché la festa e' finita.
L'errore l'hanno fatto le banche e non BPG. loro avevano sufficiente expertise per sapere e per capire, invece l'hanno messo in ginocchio (e non importa se dentroBPG fossero o no degli incapaci). Ora che qualcuno ha sparato, si lamentano che e' morto.
E' l'occasione per capire che non si puo' tirare così la corda, perché poi si spezza. Se questa lezione fosse di insegnamento, le cose non andrebbero poi così male.