aleablog

sabato 31 agosto 2013

Serve subito un'associazione tecnica degli operatori dei confidi

Seguendo la bella discussione in materia di Consultazione decreti MEF, avviata da Enrico Olivieri su linkedin, ho fatto una riflessione. Ci sono tante teste pensanti che seguono il dibattito sui confidi dall'interno del settore. Manca però una voce, la voce degli operatori dei confidi.
Dei direttori generali, ma non solo, anche dei vice-direttori. Dei direttori organizzazione, crediti, marketing, sistemi informativi. Dei risk manager, dei responsabili del legale, degli istruttori, dei capi filiale, delle segretarie di direzione, e mi scuso con quelli che non cito.
Manca il soggetto che dia voce a tutte le persone che professionalmente operano in un confidi, 106 o 107.
Riscontrata questa assenza, la mia memoria è andata agli anni ottanta, quando mi occupavo di titoli, tesoreria, ecc. Erano anni di grandi cambiamenti dei mercati (MTS, MID, derivati), delle tecniche di gestione, degli interventi della Banca d'Italia. Ebbene, ricordo il ruolo importante svolto in quegli anni dalle associazioni degli operatori dei mercati monetari, finanziari e dei cambi, i tesorieri dell'ATIC, i cambisti del Forex, i trader in titoli in ASSOBAT, quelli in titoli esteri in AIOTE, gli analisti finanziari dell'AIAF. Le sigle si sarebbero poi coordinate e integrate in diversi passaggi, fino alla costituzione nel 2009 di ASSIOM FOREX.
Perché gli operatori dei confidi, che si conoscono e si frequentano da anni, non lanciano un'associazione tecnica che svolga la stessa funzione di interlocutore propositivo nei confronti della Banca d'Italia, del sistema bancario, dei provider tecnologici, ecc? Perché non superare di slancio le divisioni tra settori e comparti (106 e 107), e creare uno strumento che si occupi esclusivamente di far funzionare meglio i confidi, raccogliendo i problemi e le istanze e portando proposte in presa diretta, senza vasche di decantazione? Che organizzi corsi di formazione? Che rafforzi l'identità professionale e il senso di appartenenza degli operatori dei confidi?
Non mi illudo di poter creare un soggetto del genere con adesione plebiscitaria, sulle note di "Tutti insieme appassionatamente".  Però spero che un movimento dal basso dei tecnici potrebbe saltare steccati artificiosi e dare una scossa alla capacità del sistema di guardarsi allo specchio, collettivamente, dire "è tempo di cambiare" e farlo, una buona volta.
C'è bisogno di un manipolo di coraggiosi che ci metta la faccia, sfidando la quasi certa, matematica, reazione da parte delle associazioni di rappresentanza settoriali e intersettoriali. Se gli operatori si fanno avanti, pubblicamente, i "rappresentanti" facciano le loro obiezioni e rimostranze, ma sempre pubblicamente, senza veline o telefonate di reprimenda. Poi vediamo chi ha le proposte migliori. Non a caso ho parlato di coraggiosi, ci vuole qualcuno che abbia il fegato di contraddire un presidente o direttore di associazione. Guardate che i censori e i "silenziatori" non sono i difensori della verità rivelata, sono portatori di opinioni, legittime, ma di parte, e sempre più spesso parziali, fiacche, invecchiate, inconcludenti. E' tempo che si faccia avanti un interlocutore capace di sfidarle.
L'idea mi è venuta un po' tardi, però si farebbe ancora in tempo, se l'associazione tecnica degli operatori dei confidi nascesse dopodomani, a scrivere un parere sulla consultazione MEF. Temo che siamo fuori tempo massimo, ma non importa, di argomenti e tavoli ai quali presentarsi ce ne sono tanti.

PS: su quest'idea la discussione è aperta, qui su aleablog
Stampa questo post

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Luca,
come sai apprezzo molto le tue idee spesso dirompenti, talvolta dissacranti, sempre assennate e innovative. Apprezzo quindi anche l'idea di una "asssociazione tecnica" che porti avanti ciò che accomuna tutti i Confidi: il confronto col legislatore, i supporti tecnici, le problematiche organizzative, la necessità costante di informazione etc...
L'apprezzo anche per una motivazione molto semplicistica: è un'idea che anch'io - nel mio piccolo - porto avanti da anni con tutti i Confidi, grandi e piccoli. Mettiamo a fattor comune ciò che è comune! Ne otterremo risparmi, standing, facilitazioni operative. Sotto qualsiasi forma: associazione, federazione, rete...
ma, ahimè con risultati molto scarsi. Prevale sempre e comunque l'individualismo e la paura di perdere qualcosa.
Spero che il tuo richiamo abbia maggior successo e - vista la tua autorevolezza - stimoli a fare qualcosa di veramente nuovo.
Grazie
Gianluca Puccinelli

Anonimo ha detto...

Caro Gianluca, grazie dell'attenzione che mi riservi sempre e per le parole di incoraggiamento.
I confidi hanno bisogno di leader carismatici che si facciano un mazzo tanto, per usare un gergo che gli stessi non potrebbero replicare vs Banca d'Italia.
A presto!