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sabato 17 gennaio 2015

Il Business office e l'amico Diego lottano contro la crisi di liquidità

Quel poco che so sulla consulenza finanziaria alle imprese l'ho imparato seguendo un solo caso aziendale, la gelateria del mio amico Diego. Torno sul caso di questa micro azienda dopo l'ultimo aggiornamento del gennaio 2013. Il 2014 non è stato un anno buono per i gelati in Trentino.

Le vendite nei mesi estivi sono calate di 50mila euro (rispetto a vendite 2014 per 300mila euro, una bella botta) a causa del tempo pessimo. Data un'incidenza dei costi variabili del 40%, questo si è tradotto in un calo del margine di contribuzione di 28mila euro. Inoltre il calo delle vendite ha prodotto una crescita delle scorte di prodotti finiti accumulate per far fronte al picco di domanda estiva, che è stato inferiore alle attese. Questo ha ridotto il flusso di cassa operativo.  Il rimborso delle quote capitale dei mutui è stato regolare, così come i pagamenti a fornitori. Di conseguenza, il calo del flusso di cassa ha impedito di accumulare l'eccesso stagionale di liquidità che consente di superare senza tensioni la magra stagione invernale.
Risultato: una carenza di liquidità da manuale a partire da fine novembre 2014 fino a marzo 2015, che avrebbe prodotto (senza correzioni) uno sconfinamento sul fido di oltre 50 mila euro.
Che cosa abbiamo fatto? Con le elaborazioni dal nostro modello di previsione di bilancio e di cassa siamo andati in banca (una cassa rurale trentina), chiedendo una sospensione dei rimborsi dei mutui da fine 2014 ed un estensione del fido. Abbiamo prospettato una serie di azioni di contenimento dei costi.
La cassa rurale è stata molto disponibile, ci ha detto sì per la moratoria (la Coop artigiana di garanzia ha prorogato le sue coperture senza problemi), e ha anche offerto una mano per facilitare la vendita di un immobile (il vecchio laboratorio, inutilizzato) che l'azienda ha sul gobbo da diversi anni. Per l'extra-fido, invece, non ha potuto accogliere la richiesta, e ha suggerito di cercare altrove. Bene, Diego aveva contatti con un'altra banca (di un gruppo nazionale) che ha giudicato accettabile il profilo dell'azienda, soprattutto per il buon score andamentale (grazie alla gestione sorvegliata del budget di cassa negli ultimi anni non ci sono stati sconfinamenti e altre anomalie). Il bilancio (parliamo di una snc) non è granché, ma questo non ha pesato. In conclusione, Diego ha ottenuto un finanziamento-liquidità a 18 mesi potendo scegliere tra diverse opzioni di rientro. Davvero strano il mercato dei prestiti di oggi! Non tutte le porte sono chiuse. Sarà perché la BCE concede fondi come TLTRO a condizione che lo stock di prestiti all'economia non cali, sarà perché un nuovo cliente è comunque interessante.
Bene, il gap liquidità di fine anno è stato tamponato. Tutto risolto? Purtroppo no. Si sono messe in campo altre azioni: i fornitori più importanti hanno tollerato un rinvio dei pagamenti. Ma non c'è solo un problema di cassa, c'è bisogno di ridurre i costi fissi, e per questo il proprietario dei muri ha concesso uno sconto sull'affitto, e si cercherà di spegnere un motore della cella frigorifera per ridurre la spaventosa bolletta dell'energia. Il personale non si tocca (l'azienda dà lavoro a Diego, a due operai full time e a uno stagionale).
Che resta da fare? Sperare e pregare che la primavera-estate 2015 sia soleggiata e tanti turisti e passanti consumino molto gelato. Se il fatturato sarà quello del 2013, riusciamo di misura a rientrare del finanziamento ponte e a riprendere l'ammortamento dei mutui nel 2016. Speriamo che i ricavi crescano, e Diego farà il possibile per svilupparli.
La storia di Diego è simile a quella di tantissime piccole imprese italiane: debiti alti, fatturato meno brillante del previsto, e altri problemi. Lottando, si va avanti. Le moratorie aiutano, ma occorre andare oltre. Conoscere i numeri aiuta enormemente, parlare onestamente alle banche e ai fornitori ancora di più. Si può chiedere aiuto,  e gli altri ci aiutano.
Facciamoci coraggio. 
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4 commenti:

Marco Paz ha detto...

Bellissimo articolo. Semplice, chiaro, riassuntivo dell'intero panorama "Pmi italiane"

Bentornato professore.

Anonimo ha detto...

Grazie, Marco. Quando il 16 dicembre mi hanno ricoverato, ripensando alle cose fatte nei giorni precedenti e a quelle rimaste indietro ho detto "meno male che siamo riusciti a sistemare la questione con Diego". Questo per ribadire che il lavoro sul Business office e il Laboratorio sono le cose più utili e appassionanti che mi è capitato di fare. Peccato che pochi condividano questa passione, se fossero di più si potrebbero cambiare in meglio tante cose.

Marco Paz ha detto...

Si potrebbe pensare di iniziare a raccogliere i frutti della semina che lei sta compiendo da tanti anni nel settore finanza PMI. Occorrerebbe iniziare seriamente a pensare a creare una struttura con persone appassionate come lei, e come tanti di noi che vengono dal mondo Confidi.
Una rete che non si limiti ad essere la "solita" società di consulenza, ma che vada oltre.
Un crocevia tra Confidi-Banca-Impresa. Per tanti di noi potrebbe trasformare una passione in una professione, che resta passione.

Anonimo ha detto...

Se qualcuno si fa avanti per dar vita a questa struttura-rete di appassionati, non mi tirerò certo indietro.
Occorre essere però appassionati realisti.