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sabato 28 febbraio 2015

La Regione Sardegna spinge per confidi unico, Confartigianato delusa dei tagli confermati nella Finanziaria

Torno sulle misure della Regione Sardegna per il sostegno ai confidi. Nel post del 24 gennaio riportavo la protesta della Confartigianato regionale contro la norma della Finanziaria 2015 che riduce a 5 milioni le risorse per i confidi e le alloca ad un Fondo unico intersettoriale. La protesta è stata respinta. Ecco la replica in Consiglio regionale dell'assessore Paci:

Sui consorzi fidi, ha osservato, «c’è una eccessiva frammentazione tanto che le banche non li utilizzano preferendo l’affidabilità della Sfirs». Di concerto con altri assessori e dopo molti incontri sia con le associazioni che con i consorzi fidi, ha aggiunto, «si è messa a punto l’idea di costituire un unico consorzio, passaggio che verrà formalizzato con una apposita proposta di legge a brevissima scadenza». Per quanto riguarda le risorse finanziarie Paci ha detto che «forse 5 milioni sono pochi ma è vero anche che ci sono 24 milioni di residui e c’è il nostro impegno a smaltire tutto l’arretrato fornendo una forte iniezione di liquidità nel sistema, ma tutto va inquadrato nell’ottica di favorire processi di aggregazione perché 26 consorzi non sono più sostenibili».
Confartigianato Sardegna ha accolto con incredulità le parole dell'Assessore (cito da una news):
Non trova fondamento il fatto che, come affermato da Paci, le banche non utilizzino i Confidi così come non trova fondamento il fatto che questi Consorzi non siano “affidabili”, così come ha fatto trasparire l’Assessore. In merito al coinvolgimento delle Associazioni possiamo affermare con assoluta certezza che la nostra Associazione è stata coinvolta sola 1 volta e i Consorzi Fidi sono stati interpellati solo 2 volte. Peraltro il 14 ottobre la “Rete dei Confidi di Confartigianato” ha inviato all’Assessore al Bilancio e Credito le propria posizione tramite lettera con la quale ha ribadito la contrarietà alla costituzione di un unico consorzio.
Il riferimento ai 24 milioni di residui, poi, non è altro che il rispetto di impegni precedentemente presi, e sui quali la Regione è in ritardo, ciò che preoccupa gli artigiani è che per il futuro non c’è la previsione di adeguate risorse: 5 milioni di euro l’anno per tutti i comparti produttivi sardi sono veramente poca cosa. Questo è il primo segnale del disinteresse della Regione a questa tematica.
Anche in Sardegna prende forma un disegno di aggregazione dei confidi sotto l'egida della finanziaria regionale (che nel caso specifico è la Sfirs).  Dal basso alcune realtà associative non ci stanno.
Il tema dei confidi regionali unici è una delle ipotesi più ricorrenti nel dibattito sulla riforma del sistema. Io non sono convintissimo della forza di questo modello, che in molti casi (tra cui, mi pare, quello sardo) è imposto chiudendo i rubinetti dei contributi regionali, con la promessa di riaprirli dopo la grande aggregazione. Temo che non basti per riorganizzare il sistema della garanzia in una realtà efficiente e unita. Anche la resistenza dal basso dei confidi non mi pare ispirata a un disegno più forte.
Ritorneremo sul tema.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

...Che la Sfirs sia più attraente per il mondo bancario mi lascia un po' perplesso visto che i Confidi pagano le escussioni abbastanza puntualmente, ovviamente a seconda del grado di garanzia rilasciato, mentre la Sfirs non lo ha ancora fatto e le prime richieste risalgono a circa un anno fa. Vedremo che appeal genererà questo sul sistema bancario regionale.
L'uscita di Paci è una boutade politica, alla Sipras per intenderci. Infatti risponde ad un consigliere della sua maggioranza in merito. Tranne che un attimo dopo parla di favorire le aggregazioni.
Sarà però interessante capire, se questa legge del Confidone dovesse passare, come gestirà la faccenda Finsardegna, visto che una bella fetta dei soldi pubblici Sfirs servirebbero per ripianare un bilancio dei non più rosei, e come placherà gli animi di tutti i Confidi minori. Buoni portatori di voti del governo in carica.
Questo a prescindere dal fatto che sia auspicabile un processo aggregativo sano ed intelligente che possa pure avere degli stimoli dall'alto ma non la totale gestione. Purtroppo se ne parla da anni ma la reticenza di alcuni a salvaguardia di antiche rendite di posizione ne frena le scarne possibilità.

Anonimo ha detto...

Ogni Regione ha la sua storia e le sue specificità. Ottima sintesi, grazie