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sabato 7 febbraio 2015

Un paper del FMI ci spiega come smaltire le sofferenze delle banche italiane

Ieri il Fondo monetario internazionale ha pubblicato un paper di Nadège Jassaud e Kenneth Khang A Strategy for Developing a Market for Nonperforming Loans in Italy, segnalato sul Sole 24 ore di oggi a pag. 20 (da lì riporto il riassunto):
Il Fondo monetario nota che in Italia le sofferenze sono triplicate dallo scoppio della crisi finanziaria globale nel 2007, ma accantonamenti e svalutazioni non hanno tenuto il passo, con un impatto pesante su redditività delle banche e nuovi prestiti, in contrasto con l’esperienza di altri Paesi che avevano subito un analogo boom delle sofferenze. Il mercato per le sofferenze non ha finora risposto agli effetti della crisi, nota lo studio, nonostante qualche iniziativa come quelle di Unicredit, Intesa e Banco Popolare, sia partita. Per questo c’è bisogno di affrontare il problema su più fronti, secondo Jassaud e Kang.
Politiche di vigilanza più severe dovrebbero accelerare la cancellazione di crediti. Va inoltre facilitata la liquidazione delle imprese insolventi, usando criteri più rigidi, mentre per quelle con crediti deteriorati ma giudicate in grado di sopravvivere vanno proposte soluzioni di ristrutturazione.
Sul fronte fiscale, dovrebbero essere rimossi gli ultimi impedimenti, dopo i progressi già realizzati nel 2013, per migliorare gli incentivi agli accantonamenti, rendendo questi e le cancellazioni di credito pienamente deducibili nello stesso esercizio, come viene fatto in altri Paesi europei.
Gli economisti del Fondo sono convinti che la riforma della giustizia, con il miglioramento dell’efficienza, dovrebbe beneficiare anche questo settore; tuttavia, per alleggerire il peso sul sistema giudiziario, andrebbero utilizzate più ampiamente ristrutturazioni del debito stragiudiziali. Andrebbe inoltre promosso l’uso delle conversioni del debito in capitale di rischio.
Molto dipende anche dalle banche stesse, che devono utilizzare società per la gestione delle sofferenze (il cui trattamento regolamentare e fiscale va chiarito, secondo il Fondo monetario internazionale) per liberare i bilanci e sfruttare capacità di cui normalmente gli istituti non dispongono, come la gestione degli immobili e il turnaround delle imprese.
[...] Ma il Fondo monetario sostiene anche l’uso di veicoli ad hoc per la ristrutturazione delle imprese, che potrebbero essere particolarmente utili nel caso delle piccole e medie imprese italiane che hanno bisogno di espandersi, fondersi o esplorare nuovi rami di attività, magari con il coinvolgimento di investitori esterni che portino know- how, oltre che capitali.
Il paper è ben scritto, riccamente corredato di dati (interessanti i confronti con altri paesi), e mette in luce le cause dell'accumulo di sofferenze, il suo impatto sulla redditività, l'assorbimento patrimoniale a fini di Vigilanza, la vulnerabilità finanziaria percepita dai mercati. Consiglio vivamente di leggerlo.

Nadège Jassaud, co-autrice del paper in questione, ne aveva scritto un altro nel settembre 2014, 
Reforming the Corporate Governance of Italian Banks, dove analizzava le anomalie dei modelli di governance delle fondazioni bancarie e delle grandi banche popolari.
Da Washington di interessano molto al nostro sistema bancario, con analisi indubbiamente accurate. Forse pensano che non siamo capaci di occuparcene da soli, o non abbiamo voglia di mettere mano ai cambiamenti che sarebbero, a detta loro, necessari. Il nuovo governo, col blitz sull'abolizione del voto capitario nelle grandi banche popolari, vuole dimostrare al mondo della finanza globale che non sarà più così.
Sarebbe ancora meglio che si risvegliasse in Italia la capacità di costruire qualcosa di nuovo, efficace, adatto alla nostra economia. Come le ricette sui non performing loans, anche quelle sulla governance rischiano di essere scontate, ma tutte da verificare nei loro effetti reali, che dipendono da come vengono messe in pratica.



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2 commenti:

Vecchioanarchico ha detto...

Quando si muove l'FMI ...ci vedo sempre un secondo fine. Sarà un caso .....loro paper di settembre 2014 e si muove il governo italiano a gennaio 2015 ...

VecchioAnarchico ha detto...

E due. Paper di febbraio ed oggi Padoan dichiara che avrebbe ricevuto i necessari consensi dall'Europa sulla bad bank di sistema ...mah ...sarà una coincidenza ...