aleablog

sabato 14 marzo 2015

Confires 2015: Fondo centrale Pmi, banche e confidi, chi seleziona meglio? La risposta di Cerved ai raggi X

Questo grafico a sinistra (cliccate per ingrandirlo) appare nella slide n. 11 della presentazione di Letizia Sampoli (Cerved Group) a Confires 2015, di cui potete ascoltare il commento a voce. L'evidenza è traumatica per i confidi, che perderebbero (stando ai dati) la palma di selezionatori più virtuosi del rischio sulle pratiche passate al Fondo centrale di garanzia: in base agli importi, porterebbero al Fondo pratiche con una PD mediana doppia rispetto alle banche, 5,4% vs. 2,7%.
Ma come? Un'altra slide presentata da Salvatore Vescina nel 2014 (qui è la n.7) dice l'esatto contrario: i tassi di incidenza delle insolvenze sulle pratiche accolte sono molto più bassi per la controgaranzia. Ecco i dati:

Chi ha ragione? Quale delle due evidenze è più convincente?

Per rispondere cerchiamo di distinguere la natura dei dati mostrati nelle due slide:
  • i dati di Vescina sono tassi di frequenza dei default realizzati, cumulativamente, tra il 2000 e il 2013; sono calcolati sul database storico delle pratiche passate dal Fondo Pmi; le controgaranzie sono chiamate "riassicurazioni";
  • i dati di Sampoli sono PD calcolate dal modello di rating di Cerved; quindi sono tassi di frequenza dei default attesi su un orizzonte a 1 anno.
Bene, la prima conclusione è che non abbiamo due set di dati tra loro confrontabili, misurano cose diverse. Anche i tassi di insolvenza storici non sono prova regina della cattiva selezione fatta dalle banche perché coprono un periodo troppo lungo (mischiando con pesi diversi operazioni nate in anni diversi), non sono aggiornati al 2014, ecc. Però sono dati chiari.
Di contro, le PD Cerved escono da un modello che richiede un set di dati quantitativi e qualitativi per ogni azienda. Vuol dire che Cerved ha chiesto al Gestore decine di migliaia di pratiche e in base alla partita IVA le ha elaborate una per una? Avrebbe potuto farlo. 
La relatrice però ha detto a voce una cosa diversa, ovvero che le PD del grafico sono calcolate partendo dalle statistiche pubblicate dal Gestore sul sito del Fondo. Ma Nella sezione Dati statistici sul sito del Fondo c'è, per le operazioni accolte negli anni 2012, 2013 e 2014, o dal 2000 al 2014, soltanto una piccola sezione dell'ultima tabella che riporta la suddivisione per "tipologia intervento" tra garanzia diretta, cogaranzia e controgaranzia per numero di pratiche, importo erogato e importo garantito. Probabilmente Cerved ha elaborato il grafico choc su statistiche più analitiche, che in un primo momento pensavo avessero ottenuto dal Gestore. [solo oggi 16/3 ho appreso dal dott. Vescina da un commento che trovate qui sotto che sulla pagina http://www.fondidigaranzia.mcc.it/amministrazione_trasparente.php sono disponibili i dati sulle imprese ammesse alla garanzia con dettaglio per singola pratica].
Non so come abbiano fatto, posso soltanto supporre. Ad esempio, potrebbero essere partiti da una composizione dei due sub-portafogli, garanzie dirette e controgaranzie, per classe di importo, settore, area geografica, assegnando a ogni combinazione delle chiavi di profilatura (ad esempio microaziende lucane del settore commercio) una PD media ricavata dal suo database (costruito con il modello) per quel sottoinsieme. [aggiornamento 16/3: dalla tabella per singole pratiche scaricabile da sito del Fondo  possono aver calcolato le PD dal loro modello passandogli i dati identificativi delle aziende]
Se fosse così, si spiegherebbero molte cose: le PD medie di Cerved (influenzate probabilmente anche dai tassi di decadimento storici riportati nelle slide precedenti) sono probabilmente maggiori per le micro-imprese rispetto alle piccole, e per le piccole rispetto alle medie. Notoriamente la quota delle micro-imprese è più alta per i confidi, quindi anche la PD mediana calcolata per numero di operazioni (grafico di sinistra). Se poi (grafico di destra) calcoliamo la mediana sugli importi garantiti, ordinando il campione per PD crescenti (quindi, tendenzialmente, importi decrescenti) ecco che la differenza diventa ancora più "drammatica": per le garanzie dirette, in corrispondenza della PD mediana abbiamo "a sinistra" il 50% degli importi con "poche" pratiche di maggior importo e PD più bassa, "a destra" l'altro 50% con "tante" pratiche di minor importo e PD tendenzialmente crescente.
Questo può significare che al Fondo arrivano in garanzia diretta pratiche di importo elevato e con bassa PD (o che in questa elaborazione si vedono attribuire una bassa PD perché di importo elevato), ma anche pratiche di importo più piccolo con elevata PD. Ai fini della mediana pesano di più le prime.

Comunque, prima di accanirsi nella discussione su meriti e demeriti di banche e confidi dobbiamo chiarirci sui dati che stiamo utilizzando. Ho inteso giusto? Non lo so, sarò molto grato di un'interpretazione autentica da parte di Cerved.
Una volta chiariti i dati choc, ci potremmo fare altre domande su altri dati, ad esempio: ok, le differenze di PD attese sono interessanti, ma come si comportano le differenze di tasso di default realizzato. In una classe di importo/PD attesa, quali sono i tassi di decadimento realizzati delle pratiche in controgaranzia rispetto a quelle in garanzia diretta? Chi è così bravo da ottenere tassi di default ex post migliori di quelli attesi ex ante, specie tra le aziende più fragili? Ci sono dei casi patologici conclamati (intermediari non virtuosi) nell'uno e nell'altro gruppo? E via discorrendo.

So che all'interno del MiSE si vuole cominciare a fare un ragionamento di questo tipo.
Quando più dati saranno resi pubblici saremo contenti di farlo anche noi.
Stampa questo post

10 commenti:

Vecchioanarchico ha detto...

Prima osservazione. Il dati di Cerved sono stime, non si sa realizzate come, e -a mio giudizio- non gli si dovrebbe dare quella considerazione che gli si sta dando. Per giunta, troverei alquanto discutibile che il Fondo, che non rilascia dati ufficiali, poi ne consegna qualcuno di straforo a Cerved (e non credo che sia andata così). I dati invece forniti dal dr. Vescina, anche se di lungo periodo, hanno almeno il pregio di venire dall'interno.
Seconda osservazione. L'incremento delle operazioni in garanzia diretta è recente, ma si tenga anche conto che in garanzia diretta possono andare solo imprese in fascia 1 (migliore) mentre in controgaranzia vanno imprese in fascia 1 (su banche che non usano il Fondo in via diretta) e imprese in fascia 2 (più deboli). Ergo, ragionando in astratto, se tutte le banche andassero in garanzia diretta su imprese in fascia 1 ed ai confidi restassero Solo le controgaranzie su imprese in fascia 2, ... chi dovrebbe avere i tassi di default peggiori ?

Anonimo ha detto...

Argomento interessantissimo. Perché utilizzare la PD mediana invece che la media?
Il FCG potrebbe facilmente aiutare nella discussione fornendo i default 2014 per anno di erogazione.

Unknown ha detto...

Buongiorno,
credo possa essere utile offrire una succinta osservazione di merito -che formulo a titolo personale- e un contributo informativo basato sulle leggi dello Stato. In particolare mi riferisco al Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33, “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche Amministrazioni”.

Nel merito.
Anzitutto ha ragione il Professor Erzegovesi quando rimarca la differenza tra la mia slide che cita e il lavoro Cerved:
- Io riportavo i dati sui default che si sono effettivamente verificati nel periodo 2000-2013.
- Cerved invece formula una previsione, visto che stima per il futuro la probabilità di default.

Anni addietro venne fatta una analisi simile sulle operazioni imputabili alle società di capitali (vado a memoria) ammesse ai benefici della L.662/96 nel 2007 e nel 2008. Anche allora la probabilità di default (ex ante) era sensibilmente più elevata per le operazioni veicolate tramite i confidi (operazioni che -lo si evince chiaramente dalle statistiche del Fondo "linkate" da Erzegovesi- hanno una dimensione media molto più piccola rispetto a quella delle operazioni proposte dalle banche. Il che, sicuramente, equivale ad affermare che i confidi lavorano su una platea di imprese più piccole e, probabilmente, meno strutturate e più opache, rispetto alla clientela veicolata al Fondo direttamente dalle banche). Tuttavia, ex post, i dati sulle insolvenze effettivamente registrate (quelli nella mia vecchia slide riprodotta da Erzegovesi), evidenziano un risultato "meno peggio" per i confidi.

Con questo, non intendo affermare che tutti i confidi siano migliori delle banche nel selezionare, semplicemente che gli uni e gli altri lavorano in modo differente. All'interno delle due categorie vi sono poi soggetti con modus operandi molto differenti.

C'è bisogno di leggere meglio la realtà dei (singoli) confidi. E ci sono (sempre) spazi per migliorare gli strumenti pubblici. Tant'è vero che una recente legge (la 116/2014) pone le premesse per una revisione dei criteri allocativi del Fondo di Garanzia per le PMI.

Una informazione (forse) utile
Passiamo al mistero (...) dei dati utilizzati da Cerved. Ritengo ben possibile che per ottenere le informazioni non vi sia stata alcuna interlocuzione diretta di tale società con l'Amministrazione competente (la DGIAI del MISE) né con il Gestore del Fondo.
Per una ragione banale: i dati di cui Cerved ha avuto bisogno per la sua analisi sono tutti disponibili su internet. E in effetti è quel che ha detto la dott.ssa Sampoli.

Infatti tramite il link www.fondidigaranzia.mcc.it/amministrazione_trasparente.php è disponibile (in csv o direttamente in excel) l’elenco completo (aggiornato sistematicamente) delle imprese ammesse al Fondo a partire dal giugno 2012. Il tracciato record del database di pubblico dominio contiene 7 campi:
o ragione sociale e forma giuridica dell’impresa;
o codice fiscale dell’impresa;
o tipologia di intervento (ad esempio: garanzia diretta oppure co-garanzia);
o importo massimo garantito;
o tipologia di operazione (ad esempio investimento);
o riserva / sezione speciale (si tratta della specifica fonte finanziaria pubblica cui si fa ricorso per erogare il prestito);
o data di delibera di concessione della garanzia.

Immagino CERVED abbia utilizzato la PIVA (e/o la denominazione) di due gruppi di imprese: quelle clienti dei confidi (ammesse cioè alla controgaranzia e alla cogaranzia) vs. quelle che si sono relazionate con la sola banca (ammesse alla garanzia diretta).
Et voilà!

Cordialmente,
Salvatore Vescina

Anonimo ha detto...

Osservo: Cerved è una ECAI riconosciuta da BdI. Questo significa che o le sue previsioni di PD ex ante sono verificate ex post oppure Cerved perde il riconoscimento. Comunque cosa ci vuole a verificare l'ex post risultante al FCG coll'ex ante fornito da Cerved. Certo l'universo va spacchettato meglio per dimensione, forma tecnica etc.
La questione è vitale perché l'unica ragione economica dei Confidi è la loro capacità di valutare le imprese meglio delle banche. Dimostriamola.

Anonimo ha detto...

Grazie al dott. Vescina per le considerazioni come sempre illuminanti e per la rivelazione della pagina .../amministrazione_trasparente.php ( di cui non conoscevo l'esistenza, anche perché sulla home page www.fondidigaranzia.mcc.it non c'è nessuna voce di menu che la richiama, ma del resto è una forma di pubblicità obbligatoria per il Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33, che non conoscevo, e ignorantia legis non excusat, per cui mea culpa).

Al successivo commentatore ricordo che la validazione retrospettiva (backtesting) di qualsiasi indicatore riferito a una distribuzione di probabilità (come è la PD) va incontro a ostacoli metodologici e pratici. Nel metodo IRB di Basilea il backtesting delle PD si fa un periodo di 5 anni. Certo, se ci fossero i dati sui passaggi a default delle pratiche del Fondo si potrebbe cominciare ad affrontare il problema.

Enrico Olivieri ha detto...

Una semplice curiosità (senza alcuna intenzione polemica) per il dr. Vescina, inerente il D.Lgs. 33/2013.
Volevo capire se e come un Raggruppamento Temporaneo di Imprese (formato da 4 banche private, anche se una di esse, ma solo per saltum, è riconducibile al MISE) che gestisce il Fondo di Garanzia (soggetto privo di personalità giuridica) può rientrare nel concetto di "pubblica amministrazione" definito da quel Decreto Legislativo o, eventualmente, anche da altre norme, qui non citate.
Sarei grato per una cortese indicazione in materia.

letizia sampoli ha detto...

Buongiorno

scrivo per spiegare bene l'esercizio condotto da Cerved:

1. sono stati utilizzati i dati sulle singole operazioni che il Fondo Centrale di Garanzia mette a disposizione sul suo sito (data, tipologia di intervento, codice fiscale dell'azienda, importo);
2. sono stati selezionati gli interventi deliberati nel 2014, dividendo tra garanzie e controgaranzie
3. ad ogni azienda è stata associata la PD (e quindi la stima della probabilità che l'impresa registri un evento di default nel corso del 2015) generata dal nostro modello di valutazione del merito di credito (peraltro illustrato nella presentazione - vd. pagina 15)
4. è stata calcolata la PD mediana per operazioni e per importi, distinguendo in entrambi i casi tra gli interventi in garanzia e in controgaranzia

Inoltre, per maggiore sicurezza, è stato condotto poi un secondo esercizio (i cui risultati non sono stati presentati, ma sono stati utilizzati internamente a conferma delle evidenze dell'esercizio precedente):

1. sempre dalla base dati pubblica del FCG sono state selezionate tutte le operazioni del 2013
2. sono stati recuperati, per tutte le aziende garantite o controgarantite nel corso del 2013, gli eventi di default che si sono verificati nel corso del 2014, come presenti nella banca dati CERVED, e che comprendono: fallimenti, procedure ufficiali, accordi di ristrutturazione del debito, protesti e pregiudizievoli rilevanti
3. su questa base, sono stati calcolati i tassi di default per le due tipologie di intervento. I risultati di questo esercizio portano alle stesse evidenze: le operazioni in controgaranzia del 2013 presentano nel 2014 tassi di default più elevati rispetto alle operazioni in garanzia
4. Lo stesso esercizio è stato condotto anche distinguendo per classe dimensionale di impresa, portando sempre alle medesime evidenze.

Va inoltre ribadito, come peraltro già fatto da altri, che imprese più piccole sono tendenzialmente più rischiose e che negli anni dal 2000 al 2013 l'economia italiana ha vissuto una fase di crescita seguita da una lunga e severa crisi, che ha portato ad un deciso innalzamento dei tassi di ingresso a sofferenza delle imprese. Composizione del portafoglio per classe dimensionale e orizzonte temporale di analisi possono avere un impatto non trascurabile nel calcolo della rischiosità media.

Cordialmente

Letizia Sampoli

Anonimo ha detto...

Dottoressa Sampoli, la ringrazio moltissimo per questa chiara spiegazione , che in parte conferma quanto avevo supposto sulle cause delle differenze di PD (dopo la rivelazione dell'esistenza dei dati sulle singole operazioni del FCG).
Molto interessante l'analisi di controllo che avete condotto internamente sui tassi di default realizzati. Dalla sua presentazione emerge chiaramente la crescita della sinistrosità del credito a microimprese negli ultimi anni. Essendo lo scoring creditizio dei piccoli basato principalmente sull'evidenza storica e andamentale (cosa che invece favoriva negli anni pre crisi i rating dello small business), non mi sorprende che si riscontri un'alta correlazione tra PD attese e tassi di ingresso a sofferenza realizzati.
Sarebbe bello poter disporre di un dataset pubblico in modo da poter approfondire l'analisi e confrontarsi sui risultati. Mi sono scaricato il tabellone di FCG, e ho visto delle cose interessanti, ad esempio che la garanzia diretta, oltre ad attrarre volumi molto superiori alla controgaranzia nel 2013 e 2014, è concessa in prevalenza su operazioni oltre i 36 mesi, mentre il lavoro dei confidi si è spostato sul breve termine ("altre operazioni"). Anche questo potrebbe spiegare il tasso di decadimento nel 2014 delle pratiche approvate nel 2013, più basso nella garanzia diretta non soltanto perché le banche hanno lavorato in proprio le aziende migliori, ma anche perché hanno fatto garantire più mutui di sostegno alla liquidità.
A questo punto, se i dati per singola pratica sono in parte pubblici, e da quelli un operatore di mercato come CERVED può ricostruirsi (grazie ai suoi database e modelli) un'analisi completa del rischio ex ante ed ex post, penso che non ci siano più motivi di opportunità e di riservatezza: è bene che siano pubblicati i dati di performance creditizia delle operazioni direttamente da parte del Gestore del FCG.

Anonimo ha detto...

"è bene che FCG pubblichi i dati di performance creditizia" così potremo finalmente capire qual è lo stato di salute del FCG stesso.

Anonimo ha detto...

Noto che fra gli eventi di default utilizzati dal Cerved non c'è il past due 90 gg. Se è così i risultati sono ottimistici. La realtà è peggiore di quello che appare.