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martedì 24 marzo 2015

Paper della Banca d'Italia: localismo bancario e qualità del credito nel 2005-2012

Segnalo, nella collana Occasional paper della Banca d'Italia, un interessante studio di Cristina Demma su Localismo bancario e crisi finanziaria. L'autrice analizza le relazioni tra dinamica e qualità del credito concesso e grado di specializzazione territoriale delle banche nel periodo tra la fine del 2005 e la metà del 2012.

Il lavoro propone una nuova definizione di banca locale basata sulla dimensione dei mercati in cui le banche operano, prescindendo dalla forma giuridica e dalla dimensione dell’intermediario. I risultati indicano che l’offerta di credito non è stata influenzata dal grado di localismo ma dalla dimensione degli intermediari. Durante la crisi il tasso di ingresso in sofferenza è risultato sensibilmente superiore per le banche di minore dimensione; tra queste, il deterioramento della qualità dei prestiti delle banche locali è stato inferiore rispetto a quello delle banche non locali.
Il lavoro (aggiungo) non comprende il periodo tra la seconda metà del 2012  e il 2014, nel quale il flusso di sofferenze è proseguito a ritmi sostenuti (specie nel 2013). Forse aggiungendo gli ultimi anni la situazione delle banche piccole e locali uscirebbe appesantita.
Come sempre, nel giudicare la validità di un modello di banca è bene non generalizzare in base all'andamento di una fase congiunturale, tenendo presente che i fattori esplicativi sono diversi,  e che la buona o cattiva gestione non è meccanicamente legata a caratteri geografici o dimensionali.
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