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venerdì 26 giugno 2015

Banca d'Italia: i dati sui confidi nel rapporto sull'economia delle regioni italiane nel 2014

Torno a postare dopo due settimane di lavoro "matto e disperatissimo" per chiudere un ponderoso libro sui minibond. Me ne dà l'opportunità la Banca d'Italia la quale, a completamento della pubblicazioni dei rapporti sull'economia delle singole regioni italiane (cominciata con il Piemonte) ha pubblicato il rapporto riepilogativo che riporta, aggiornate, le tabelle sull'operatività dei confidi già presenti in precedenti edizioni.

Per la precisione, il Rapporto sull’Economia delle regioni italiane nel 2013 aveva il paragrafo 9 sull’attività dei confidi; l'edizione 2014 dello stesso rapporto aveva una trattazione meno estesa al punto 2.5.2 focalizzata sui confidi come strumento delle politiche agevolative per l’accesso al credito.

Ma veniamo ai contenuti dell'edizione fresca di stampa. A pag. 12, nel paragrafo sulle banche (dove si conferma il peso elevato del credito deteriorato, drammatico al Sud) trovate questo punto sui confidi:
I confidi. – Alla fine del 2014 erano iscritti negli elenchi tenuti dalla Banca d’Italia 530 confidi, di cui circa la metà localizzati nel Mezzogiorno (tav. 7.12). Quelli sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia erano 62. L’operatività dei confidi, misurata dalla media del valore delle garanzie concesse, risultava maggiore al Nord e minore nel Mezzogiorno.
Nel 2014 il valore delle garanzie rilasciate dai confidi alle imprese si è ridotto nelle aree centro-settentrionali, in misura più marcata nel Nord Est (-9,1 per cento; tavv. 7.13-7.16); nel Mezzogiorno è invece lievemente cresciuto, riflettendo il calo relativo alle imprese manifatturiere e delle costruzioni e l’incremento per quelle dei servizi. È aumentata in tutte le regioni l’incidenza delle sofferenze sui prestiti alle imprese di minori dimensioni garantiti dai confidi. Essa ha raggiunto il valore più elevato in Calabria, collocandosi al 42,4 per cento dei prestiti (tav. 7.17).
Nell'appendice statistica ci sono le tabelle citate nel testo sopra riportato. Sono le stesse presenti nell'edizione 2013, che invece non erano presenti in quella del 2014. E' un segnale di attenzione da parte della Banca d'Italia che giudico molto positivo.

Vi includo le prime due (clic per ingrandire):



Le altre tabelle (cercatele sul rapporto che meritano un'attenta lettura) riguardano:
  • Prestiti garantiti da confidi alle imprese di minori dimensioni per branca di attività economica nel 2014 (importi)
  • Prestiti garantiti da confidi alle imprese di minori dimensioni per branca di attività economica nel 2014  (variazioni percentuali sui 12 mesi); qui si nota una maggior contrazione dei prestiti a piccole imprese garantiti dai confidi rispetto a quelli non garantiti, con poche eccezioni (Campania e Puglia, dove i volumi dei confidi sono persino cresciuti, e Lazio,  Basilicata e Sardegna, dove sono calati di meno)
  • Composizione dei prestiti garantiti dai confidi alle imprese di minori dimensioni nel 2014 
  • Incidenza delle sofferenze sui prestiti garantiti da confidi alle imprese di minori dimensioni per branca di attività economica nel 2014.
L'ultima tabella la dovete vedere, quindi la copio ...
... anzi, riporto i dati in un grafico a due dimensioni, dove potete visualizzare le regioni dove i confidi  hanno un peso delle sofferenze verso piccole imprese (asse y) diverso da quello dei prestiti privi della loro garanzia (asse x). Ho tracciato una linea che consente di visualizzare al di sopra le regioni con credito garantito dai confidi più "sofferente" del non garantito, e al di sotto quelli in situazione speculare (sulla linea stanno quelli del "mal comune mezzo gaudio").

Cominciamo con il totale Italia, 
poi l'agricoltura
l'industria,
le costruzioni,
e per finire i servizi.

Le regioni del Sud (e anche Abruzzo e Molise) hanno un peso delle sofferenze enorme, ma in questo disastro i confidi fanno meglio rispetto al credito non garantito da loro. Troviamo diverse regioni del Nord e del Centro sulla linea di equivalenza, ma anche spesso sopra (meno frequentemente sotto, come nel caso dell'Emilia Romagna). Il Piemonte sta sempre sopra, e in alcuni settori lo scostamento è drammatico. Il settore con gli scostamenti più variabili è quello dei servizi.

Che cosa ne pensate?




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