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venerdì 3 luglio 2015

Eurofidi: il nuovo presidente è Stefano Ambrosini

Come riportato in questo comunicato, l'assemblea dei soci di Eurofidi riunitasi il 2 luglio scorso ha rinnovato il CdA del grande confidi torinese, con la nomina del nuovo presidente nella persona di Stefano Ambrosini, che succede a Massimo Nobili.
Anche la Stampa dà notizia della nomina dei nuovi organi di governo di Eurofidi.
Ambrosini è ordinario di diritto commerciale presso l'Università del Piemonte Orientale, dove insegna diritto bancario, e ha incarichi di insegnamento anche alla LUISS di Roma. E' membro della commissione di riforma della legge fallimentare e presidente della società che gestisce le Terme di Acqui.
Il nuovo CdA è composto da 11 membri, compreso il Presidente. Questa in dettaglio la nuova composizione (ripresa dal Comunicato stampa):
Il nuovo consiglio di amministrazione è di 11 membri e risulta così composto: Stefano Ambrosini, con la carica di presidente, e con la carica di consiglieri Antonio Marco D’Acri, Maurizio Irrera, Roberto Maria Serra, Stefano Serra, Giovanni Carlo Verri, Antonio Piras, Pierluigi Gaffuri, Umberto Bocchino, Filippo Ferrua Magliani, Mauro Cantarella.
Sono stati riconfermati tre degli 11 membri del consiglio precedente.
Lo spiffero [sic] racconta, se vi interessano, i retroscena del processo di designazione dei candidati, oltre a indicare in Marco D'Acri (classe 1979, IDV, assessore al bilancio della Provincia di Torino, vedi profilo sul suo sito) il vice-presidente in pectore.
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36 commenti:

Anonimo ha detto...

Ambrosini è un ottimo professionista: fa solo un mestiere diverso: il liquidatore

Vecchioanarchico ha detto...

L'accostamento è suggestivo (Eurofidi-Ambrosini-Liquidazione) ma anche limitativo. Ambrosini è qualcosa di più, essendo uno specialista di crisi di impresa. Bisognerà vedere come la mettiamo con le capacità "imprenditoriali" ...ammesso e non concesso che debbano essere solo le sue e non quelle di un intero CdA.

Anonimo ha detto...

A Torino gira voce che Eurofidi sia senza DG. Qualcuno può confermare o smentire?

Anonimo ha detto...

Pare di sì ma per motivi personali è uscito questo articolo http://www.lospiffero.com/marciapiede/eurofidi-perde-la-testa-e-rompe-con-bp-24999.html

Anonimo ha detto...

Eurofidi-Unionfidi. Per chi ci crede, c'e' anche questo: http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/12/28/news/il_nodo_dipendenti_sulla_nascita_del_big_dei_confidi-130272465/
il che non significa che non ne stiano discutendo, ma solo che -in tutte le chiacchiere sparse a destra e a manca fino ad oggi- nessuno ha mai menzionato, neppure lontanamente, il cuore della faccenda: i soldi.
Cosa dirà la Banca d'Italia quando spiegheranno che non intendono costituire alcuna "dote" per far funzionare il "matrimonio" ?
Oppure credono davvero che il problema principale sia il numero elevato di dipendenti ?
E se fosse davvero così (cioè il problema sarebbero i dipendenti) non saprei dire se e' più incompetente il management che ha ridotto in queste apparenti condizioni di disastro i due confidi o se sia più ingenuo o ridicolo il livello politico-istituzional-associativo che discute di un possibile matrimonio, facendo solo trapelare preoccupazioni sul numero complessivo di dipendenti. Bah !

Anonimo ha detto...

Da Repubblica: "E poi Unionfidi ed Eurofidi non si farebbero più concorrenza, pensando ognuno al proprio orto, sullo stesso territorio. Un vantaggio soprattutto per le aziende clienti." I cucinatori di queste fusioni seguono una logica tutta loro, affabulazione pura

Anonimo ha detto...

L'unione di un cieco ed uno zoppo non fa un sano. L'attività di rilascio garanzie è in perdita strutturale. Tanto peggio se è estesa su più regioni con differenti strategie agevolative. Nei Confidi le regioni bruciano risorse utilissime se fossero fornite alle imprese in maniera diretta (contributi in conto interessi).

Anonimo ha detto...

I Confidi sono mangiatoie per politici. Per le imprese sono inutili. Basta il F. Centrale di Garanzia

Anonimo ha detto...

4 osservazioni ai 2 commentatori.
"L'attività di rilascio garanzie è in perdita strutturale. Tanto peggio se è estesa su più regioni con differenti strategie agevolative.". Bene. Vero (anche se, non sempre). Ma chiedersi di chi è la colpa ? ... perché se pensa che sia dei confidi, probabilmente conosce molto poco il meccanismo.
"Nei Confidi le regioni bruciano risorse utilissime se fossero fornite alle imprese in maniera diretta (contributi in conto interessi)". Purtroppo questo non è sempre possibile e non solo per via delle famigerate norme sugli 'aiuti di Stato'. Occorre mettersi il cuore in pace su questa questione. E, d'altra parte, quand'anche fosse possibile erogare contributi in conto interessi o percentuali di capitale in maniera sistematica a tutti, ce l'ha una vaga idea di quanta gente bisognerebbe assumere per effettuare i dovuti controlli sull'impiego e sul rientro delle risorse impiegate ?
"I Confidi sono mangiatoie per politici". Ma davvero crede che i confidi costituiscano serbatoi di voti per i politici locali ? Suvvia ...o il suo è populismo di maniera oppure faccia casi concreti che siano generalizzabili alla popolazione di oltre 400 confidi esistenti, molti di essi pure privi di personale (cioè, di potenziali elettori votanti).
"Per le imprese sono inutili. Basta il F. Centrale di Garanzia" E come no ? ...lo vada a dire a quelle imprese che proprio non riescono ad ottenere alcun fido, anche in presenza del Centrale. E poi un'altra osservazione; ora è ancora presto, ma attendiamo 2-3 anni ancora e vedremo quanti saranno a lamentersi di aver ricevuto una garanzia ...inescutibile "a prima richiesta" (per mille ed una ragione) e forse anche inescutibile a babbo morto.

Anonimo ha detto...


D: "L'attività di rilascio garanzie è in perdita strutturale. Tanto peggio se è estesa su più regioni con differenti strategie agevolative.". Bene. Vero (anche se, non sempre). Ma chiedersi di chi è la colpa ? ... perché se pensa che sia dei confidi, probabilmente conosce molto poco il meccanismo.

R: Nel caso di Eurofidi la colpa è sua. E’ assurdo ad es. pretendere di erogare garanzie in Molise coi fondi del Piemonte.

D: "Nei Confidi le regioni bruciano risorse utilissime se fossero fornite alle imprese in maniera diretta (contributi in conto interessi)". Purtroppo questo non è sempre possibile e non solo per via delle famigerate norme sugli 'aiuti di Stato'. Occorre mettersi il cuore in pace su questa questione. E, d'altra parte, quand'anche fosse possibile erogare contributi in conto interessi o percentuali di capitale in maniera sistematica a tutti, ce l'ha una vaga idea di quanta gente bisognerebbe assumere per effettuare i dovuti controlli sull'impiego e sul rientro delle risorse impiegate ?

R: L’attiità di agevolazione tramite contributi in c. interessi si è fatta per 50 anni e si fa a beneficio di tutti. Basta pensare alla lodatissima legge Sabatini. Quanto agli aiuti di stato non c’entrano niente. E’ aiuto di stato ricapitalizzare un Confidi nella speranza che ribalti gli aiuti alle imprese. A queste ultime arriva il credito (quando arriva) ma a prezzo pieno. Il Confidi si mangia quasi tutta l’agevolazione.

D: "I Confidi sono mangiatoie per politici". Ma davvero crede che i confidi costituiscano serbatoi di voti per i politici locali ? Suvvia ...o il suo è populismo di maniera oppure faccia casi concreti che siano generalizzabili alla popolazione di oltre 400 confidi esistenti, molti di essi pure privi di personale (cioè, di potenziali elettori votanti).

R: I politici non mirano ai voti del personale ma a quelli dei beneficiari delle garanzie erogate in base ad un presunto merito di credito che in qualche caso è solo merito di vicinanza e clientelismo.

D: "Per le imprese sono inutili. Basta il F. Centrale di Garanzia" E come no ? ...lo vada a dire a quelle imprese che proprio non riescono ad ottenere alcun fido, anche in presenza del Centrale. E poi un'altra osservazione; ora è ancora presto, ma attendiamo 2-3 anni ancora e vedremo quanti saranno a lamentersi di aver ricevuto una garanzia ...inescutibile "a prima richiesta" (per mille ed una ragione) e forse anche inescutibile a babbo morto.

R: Risponda lei facendo casi concreti di garanzie non onorate dal FCG e discutiamo dei casi.

Peppe ha detto...

Probabilmente i confidi vanno messi tutti in liquidazione perchè non servono più ma, nel 2016, pensare che i contributi in conto interessi siano la soluzione dei problemi alle imprese....boh

Anonimo ha detto...

I contributi in conto interesse sono finanziariamente equivalenti alle garanzie ma possono essere erogati senza la seconda costosa istruttoria (la prima è quella della banca e la seconda è quella del Confidi) ed a tutti i soggetti meritevoli secondo la prima istruttoria. Senza mediazioni amicali, findustriali, confcommerciali e chi più ne ha più ne metta.

Anonimo ha detto...

Provo io a rispondere all'anonimo delle 14.43.

1. Eurofidi potrà / potrebbe essere responsabile in proprio della strategia di "gigantismo" (...too big to fail...) ma non certo di aver rilasciato garanzie in Molise o altri posti con fondi della Regione Piemonte (ammesso che sia vero, dato che aveva la capacità e l'abilità di accedere a fondi in tutte le regioni dove operava).
Non è comunque responsabile del fatto che questa attività sia, in astratto, in perdita strutturale. Anzi, se lei conosce bene i meccanismi commerciali e finanziari dell'attivita' di garanzia, non potrà addossare questa (almeno questa) responsabilità ad Eurofidi. Il fatto di aprirsi ad altre regioni e' invece un bene: si chiama ripartizione del rischio nello spazio e nel tempo ed è uno dei vari (tanti) aspetti della tecnica di mitigazione del rischio da perseguire.

2. Senza contare che la Sabatini era limitata all'acquisto di beni strumentali, Lei ha una vaga idea delle "falle" lasciate dalla Sabatini ? Se un'azienda smette di pagare, chi recupera cosa e come ? O invece lei pensa che tutte le aziende abbiano sempre restituito regolarmente i contributi ricevuti ? Un conto sono le norme astratte, altro conto è l'applicazione concreta.
Gli aiuti, anche se non sono una scusa, c'entrano eccome, ma capisco che la legislazione, specie questa poi, sia estremamente difficile da comprendere. Tuttavia, La precedente osservazione non diceva (mi sembra di interpretare) di far cessare le erogazioni in via diretta, ma diceva solo che non si può ipotizzare un sistema fatto SOLO di erogazioni in via diretta. In altri termini, è quasi come se, togliendo di mezzo i confidi, si libererebbero montagne di euro pubblici da destinare direttamente alle imprese. Non intendo deluderla, ma ciò non potrebbe comunque verificarsi. Mi pare che questo si intendesse dire.
Peraltro, Le varie forme di credito erogate dalle banche servono non solo ad acquistare beni (investimenti), ma anche per svolgere il lavoro nel quotidiano. Sono anticipazioni e, se uno non trova chi gliele concede senza garanzie, che fa ? ...chiude ?

3. Non conosco la realtà di vita cui fa riferimento e quindi, su quella, non mi esprimo. Posso solo dire quello che vedo io, e cioe' che ipotizzare quel tipo di voto di scambio (il politico che si adopera affinché i suoi amici nei confidi facciano avere credito all'imprenditore in modo che quest'ultimo si sdebiti al momento del voto o in altra occasione) è quanto di più lontano mi sia possibile immaginare. Se c'è un qualche confidi che risponde a quelle caratteristiche, non vuol necessariamente dire che TUTTI i confidi siano simili. Trattasi di banale generalizzazione, con tutti i limiti del caso.

4. Regole inapplicabili, regole contrarie alla legge, interpretazioni lunatiche, interpretazioni contrarie alla costituzione, applicazioni di novità in maniera retroattiva, termini perentori creati dal giorno alla notte, burocraticita' elefantiaca, processi opachi, carenza di potere, eccesso di potere, costrizione ad attività defatiganti ...basta o ne aggiungo altre ? Sono tutti casi concreti, che tuttavia non posso rivelare in dettaglio per ragioni d'ufficio.
Ma penso che non sarà difficile trovare persone pronte a discuterne, quando il Centrale (o meglio, MCC, bontà sua, che lo gestisce) rivelerà i propri dati, indicando, con sufficiente dovizia di particolari, quante attivazioni di garanzie ha respinto dal 2000 ad oggi, per quali motivi e quanto vale questo 'giochino' (mi passi il termine, che so bene essere inappropriato).
Il fatto che non se ne sia mai parlato a) non vuol dire che il problema non ci sia e b) non propende bene in termini di trasparenza.

Anonimo ha detto...

Rispondo necessariamente "a rate": La ripartizione del rischio si può fare allorché NON si usano capitali regionali. L'accesso ai fondi locali è ineligibile ai fini Basilea (a meno che in forma di tranched cover peraltro economicamente sconvenientissime). Con l'occasione speriamo Unicredit ed Intesa si sveglino. Partecipare ad un Confidi non è più consentito alle banche e, per loro (Intesa+Unicr), lo era in via eccezionale in quanto vecchi soci. Sarebbe ora si ravvedessero. Ma chi c'è lì che capisce qualcosa di rischio? Comanda solo il marketing. Vendere, anche in perdita, ma fare volumi, è il loro imperativo. Infine lei sembra convenire che l'attività sia in perdita strutturale. Allora? Buttiamo altri aiuti di stato nella fornace?

Anonimo ha detto...

Sulla Sabatini: citarla era solo un esempio di agevolazioni in conto interessi. Si possono oggi riproporre altre leggi agevolative già funzionanti nel passato la cui gestione non è stata per niente onerosa. E' stata comunque trasparente.

Anonimo ha detto...

Come spesso accade, le discussioni si accendono tra i fautori ed i denigratori dei confidi, tutti figli di un periodo estremamente problematico dovuto alla insostenibile durata della crisi finanziaria, che non solo ha fatto emergere il problema, ma l'ha anzi fatto deflagrare. Vista cosi, la cosa mi pare limitata e mi permetto di ampliare il discorso.
Si ritorni al come e perché sono sorti i confidi, allo spirito mutualistico e solidaristico dell'unione fra imprese (sotto l'egida di un unica cooperativa tra soggetti simili), ad una forma societaria che sia priva dello scopo di lucro, al rapporto tra pmi-socia e confidi, ecc.
Dopodiché, se quel modello aveva un senso ed e' durato oltre 50 anni, si cerchi di capire cosa è andato storto e qual è stata (o quali sono state) la ragione.
A quel punto si avranno anche i correttivi, che non necessariamente risponderanno alle due fazioni "confidi-si" e "confidi-no", ma potranno anche crearsi nuovi gruppi associativi del tipo "confidi-quanti", "confidi-meno", "confidi-ed altro", ecc..

Anonimo ha detto...

Voto di scambio: il precedente presidente della Regione Friuli, sig. Tondo diceva che i Confidi sono un costo della politica. Cosa voleva dire secondo Lei?

Anonimo ha detto...

Comportamento del FCG: sono anni che sento lamentele sul funzionamento del Fondo ma quando si tratta di passare dalle parole alle denunce tutti scappano. L'ente più potente di Italia è l'intoccabile BdItalia. Subito dopo viene il FCG?

Anonimo ha detto...

All'anonimo delle 18:41 Il modello Confidi mutualistico è durato 50 perché foraggiato dalla politica. Dal punto di vista attuariale era sbagliato in partenza: una mutua ha senso allorché i soggetti partecipanti sono i fondatori e non altri. Se in corso di gestione si accettano nuovi soggetti si fa selezione avversa. Compensata dalla politica tramite i famosi costi alias foraggiamenti.

Anonimo ha detto...

Sicuramente il sistema confidi e' nato con le migliori intenzioni, cresciuto secondo linee guida corrette quando le dimensioni erano contenute, piegato al sistema bancario quando la crisi ha iniziato a picchiare duro. Sono certo di non sbagliare dicendo che da un certo punto in poi (nascita FGC????) le banche hanno visto nei confidi uno strumento per mitigare rischi che avevano in casa già problematici. E dall'altra parte i confidi hanno cavalcato l'opportunità per fare un balzo dimensionale senza precedenti. Chi sa come funziona il sistema sa di cosa si sta parlando. E la ritrosia del FGC ha pubblicare i propri dati non fa che confermare. Vi garantisco che i crediti problematici delle banche sono in percentuale notevolmente inferiore ai crediti problematici dei confidi. Ci sarà un motivo per cui oggi i confidi sono messi peggio delle banche? E se questo non è il motivo allora ha ragione chi parla di clientelismo.

Anonimo ha detto...

@anonimo 18.37 e ss.

C'è una leggera confusione tra come si organizza e si svolge l'assunzione dei rischi e quella che ne sarà la rappresentazione in bilancio, seguendo le norme di vigilanza e ias. Le due cose non sono obbligatoriamente in relazione diretta, pur essendo l'una conseguenza dell'altra. In maniera più pedestre (rimanendo in Molise). Se io sono di Torino e mi capita di garantire aziende molisane sane (non è un refuso), un buon risk manager mi dirà di farlo, a prescindere da come potrò rappresentare l'operazione in bilancio.
E comunque ...si, "buttiamo" pure altri aiuti nella fornace, ma solo se riteniamo che l'attività dei confidi sia utile, magari con qualche correttivo aggiungo io. Se invece è inutile, lasciamo pure che muoiano (tanto, a farne le spese, non saranno certo gli "amici degli amici", ma soltanto due categorie di soggetti: i dipendenti, senza lavoro, e le banche, che non riceveranno le escussioni. Banca Popolare di Garanzia docet...

La Sabatini sarà anche stata trasparente, ma le sofferenze irrecuperabili sono state evidenti. Questo solo per dire che non c'è un solo modo, sopra tutti gli altri, ma che le cose sono figlie di circostanze di luogo e di tempo e in quella cornice vanno inquadrate. Per es. a Torino c'è un procuratore che guida un'inchiesta su erogazioni di denaro pubblico dirette alle imprese che, per ottenerle, hanno ...truffato, fidando su gestori / controllori poco attenti. Sono centinaia le imprese indagate, tutte con molta ...trasparenza.

Il Veneto non rappresenta tutta l'Italia. Se a Roma c'è stato un confidi di malavitosi o in Calabria con esponenti legati alla ndrangheta, non dico che i confidi sono in mano alla criminalità organizzata. E poi, tornando al Veneto, mettiamoci d'accordo: i confidi sono un "costo" della pilitica o una "opportunità" per i politici (come si intuisce dai commenti precedenti). Io dico che sono un costo, nel senso che la pilitica deve sapere che, perché il sistema tenga, si deve far carico di questo costo, così come di tanti altri, del resto.

Chi ha denunciato Bankitalia ha ottenuto giustizia ? salvo mi sfugga qualcosa ...non mi risulta. Chi denuncia il Fondo / MCC otterrà risultati o invece otterrà di vedersi bocciare tutte le pratiche ? ...anche se può non piacere, l'Italia è questa, ma non vuol certo dire che vada tutto bene.

Anonimo ha detto...

@ anonimo 19:27 Se Eurofidi garantisse una buona impresa molisana questo genererebbe un assorbimento patrimoniale a carico di TUTTO il patrimonio (quindi anche della quota della regione Piemonte). L'esistenza di un fondo regionale molisano sarebbe inutile (ineligibile)ai fini del calcolo del requisito patrimoniale minimo ( a meno che non fosse utilizzato in una tranched cover). Quindi o Eurofidi si dota di capitale NON regionale (cosa impossibile) o si limita a garantire imprese piemontesi.

Anonimo ha detto...

@anonimo delle 18.56 - forse è vero (io non c'ero), ma si tratta di una deviazione, non di una cosa normale. E poi, definiamo "foraggiare". E' il costo per la politica o l'opportunità per i politici ? ...sono due cose diverse.

@anonimo delle 19.19 - sono senz'altro d'accordo con le osservazioni. Ma, onestamente, considerate le diverse forze / professionalità in campo, possiamo addebitare tutta la colpa di quanto accaduto solo ai confidi ed ai loro (per lo meno) a-tecnici manager ? .... Io, novizio, sono di altro avviso: se siamo arrivati a questo punto, c'è stata -come minimo- una grande insipienza del sistema bancario nel veicolare ai confidi solo aziende di un certo tipo e, addirittura, talvolta -per averlo visto de visu- c'è il dolo.

Anonimo ha detto...

@anomino 19.41
Fatico a seguirvi sul lato finanziario, ma non capisco che c'entra.
Almeno da metà del 2011, mi risulta (non so se mi sbaglio) che Eurofidi rilasci garanzie sul patrimonio e non su fondi rischi, regionali o non regionali che siano. Tranched cover a parte, se ne ha fatte (non lo so).
Aggiungo che se avessi un fondo, di qualsiasi tipo esso sia e purché sia disciplinato come si deve e nelle mie mani, fondo sul quale "scarico garanzie", fino al rapporto di 1 a 1 è come se avessi una garanzia reale in mano. Forse sarà ineligibile al patrimonio (non entro in merito), ma se mi neutralizza interamente il rischio ...dov'e' il problema ?

Anonimo ha detto...

@anonimo 19:43 Se Eurofidi rilascia in Molise garanzie sul patrimonio (cui partecipa la Regione Piemonte) sta utilizzando risorse fornite dai contribuenti piemontesi per agevolare i molisani.

Anonimo ha detto...

@anonimo 19:58 detto con affetto e simpatia sull'argomento fondo dovresti studiare un pochino.

Anonimo ha detto...

@anonimo 21.23

Certo, con simpatia. Ma mi pare che si stia dando per scontato che Eurofidi opera solo coi soldi della Regione Piemonte oppure che, con quegli stessi soldi, abbia costituito fondi in qualche modo legati ai rischi provenienti dai diversi territori e ripartisca in questa maniera il proprio portafoglio garanzie. A me, tutta questa cosa, non risulta.
La regione Piemonte possiede, attraverso una finanziaria, solo il 16% di Eurofidi, peraltro ormai da anni. Il 21-22% è di 3 banche tra loro concorrenti, ma tutte beneficiarie di garanzie. Spiccioli ripartiti tra 8 banche del territorio, anch'esse beneficiarie ovviamente, e varie altreistituzioni. Le Imprese possiedono il 56%. Gli aumenti di capitale seguono (se versati) queste percentuali. Eventuali contributi diretti della Regione Piemonte, che tiene pero' conto anche degli altri confidi, sono da anni ripartiti %mente sulla base del numero di soci (piemontesi) o di garanzie rilasciate (in Piemonte).
Siccome Eurofidi fa garanzie in quasi tutte le regioni del Centro Nord Italia ed anche in alcune del Sud (peraltro, la Lombardia 'pesa' piu' del Piemonte ed Eurofidi e' -e giustamente direi- riuscito ad ottenere contributi anche dalla regione Lombardia) vorrei capire l'affermazione secondo cui, ogni volta che "gioca fuori casa", Eurofidi agevola imprese di altre regioni con i soldi della Regione Piemonte.
Questa affermazione, forse, poteva avere un qualche significato nel 2008-2009 ma, via via che arriviamo all'attualità, mi sembra che perda di qualsiasi significato, diventando solo fuorviante.

Detto questo, sempre con simpatia, so bene che la materia finanziaria non è la mia. Dovendo però fare altro, non ho tempo da dedicargli. Così, se qualcuno mi insegna, lo sto molto volentieri a sentire. Se invece mi si dice solo che sono 'ciuccio', rispondo che e' la verità e non mi addentro oltre.

Anonimo ha detto...

@Anonimo 22:55 Allora vedo che serve spiegare alcune cose. Cominciamo dal funzionamento dei fondi in Basilea. Se un Confidi riceve dall’Ente Caio un fondo liquido di 100 (non una promessa che sarebbe di valore zero) allora potrà erogare o concedere solo per 100 e non per 1000 o 10.000. Dovrà operare quindi senza moltiplicatore anche se poi alla fine le perdite incorse saranno solo 100 (sempre escluso il caso delle Tranched Cover). Ma il risultato in termini di attività sarebbe modestissimo e quindi non lo fa ed opera a moltiplicatore coprendo il rischio col Patrimonio di Vigilanza. Quindi quello che conta è il Patrimonio. Nel caso di Eurofidi quindi questo, quando eroga a moltiplicatore, gioca il 16% della regione Piemonte su altri territori. Peraltro la Regione non potrà partecipare ad aumenti di Capitale perché sarebbe aiuto di stato alla soc.tà Eurofidi e non alle imprese garantite da Eurofidi. La quota capitale delle altre Banche è un caso di incesto finanziario: le banche garantiscono se stesse. Ed infatti oggi è proibito. Intesa etc possono rimanere nella compagine perché erano già socie quando entrò in vigore la proibizione con la nuova legge dei Confidi. A parte tutto è un assurdo economico. Banco Popolare se ne è già accorto ed infatti esce.
Le imprese socie? E’ un caso di cecità economica che si aggiunge alle altre loro malattie. Dal medico vanno gli ammalati. Dal Confidi vanno le imprese peggiori che non riceverebbero credito senza garanzie (è un problema generato dalla demagogica legge sul tasso di usura che impedisce alle banchedi farsi pagare il prezzo del rischio). Le imprese che sono accettate in un Confidi creano la famosa selezione avversa di una mutualità distorta. In caso di dubbio domandate alle imprese socie della fallita Banca Popolare di Garanzia di Padova cosa è costato loro il credito tenuto conto del fallimento che ha fatto volatilizzare le proprie quote societarie. Come vedi il problema è complesso e non è facile capirne tutti i passaggi.

Anonimo ha detto...

L'anonimo delle 22.55 del 29/12 ringrazia quello delle 00.16 del 30/12, anche perché ha fatto tardi pur di illustrare determinati concetti.

Ho seguito il ragionamento (forse non fino ai minimi termini) e non ho grandi obiezioni da fare. Pero' continuo a pensare che Eurofidi non lavori così (cioè basandosi sui fondi) o, detto in altra maniera, che non si possa più "leggere", almeno negli ultimi anni, il lavoro di Eurofidi in quei termini. Penso che Eurofidi sia considerabile un player di dimensioni nazionali e le componenti patrimoniali sono tante e tali, che mi pare un po' riduttivo argomentare tutto in termini regionalistici. Del resto, se la Regione Piemonte non desiderava che varcasse i confini, poteva tranquillamente -attraverso il veicolo della finanziaria regionale che detiene le azioni- mettere un freno (non è avvenuto tutto dal giorno alla notte, ma gradualmente negli anni) e non l'ha fatto. Il punto è, forse, che negli anni migliori Eurofidi ha prodotto utili (specchietti per le allodole?) e qualcuno in Regione ne deve aver tratto una qualche conclusione (errata?). E quindi ? ...quindi potrà anche essere che "gioca il 16% su altri territori", ma lo fa con il beneplacito di chi ha messo la fiche e non mi sento di dire che toglie qualcosa agli altri.

Per quanto riguarda il resto, condivido appieno.
La Regione non partecipa alle ricapitalizzazioni (ci partecipa la finanziaria regionale, ...una foglia di fico? ... finche' nessuno dice nulla...). La Regione distribuisce fondi, ma non in esclusiva ad Eurofidi, bensì a tutti i confidi in maniera proporzionale.
La presenza delle banche è un "incesto"? Senza dubbio, ma per anni ha fatto molto comodo così e, se il pallino dovesse saltare (Dio non voglia, penso ai dipendenti) dovrebbero essere le prime ad esser messe sotto accusa (ce ne sono ben 11 nell'azionariato che, complessivamente, nel corso del tempo, sono state espressione di almeno 30, se non di piu', istituti di credito) dato che avevano tutti gli strumenti per accorgersi di quello che stavano facendo, ma hanno continuato come se nulla fosse. Finché la mucca dà il latte ...che problema c'è ? Il buon contadino però sa che la mucca non va munta oltre il limite ...peccato che qui la saggezza del contadino non c'è, e che c'è più saggezza in un cucchiaio che in un manager di banca.
Le imprese socie perderanno o potrebbero perdere il valore delle loro azioni ? ...forse sarebbe il male minore, anche se non conosco il numero minimo di quote (valore nominale 250 euro ...tanto il sovrapprezzo verrebbe comunque incamerato). A quelle imprese, del resto, premeva sopra ogni altra cosa ottenere il credito, percependo il valore delle azioni solo come un costo supplementare. Il male reale, come al solito, come anche per BPG, sono i dipendenti. Il male peggiore sarebbe per le banche ...ma quelle sono il male assoluto e quindi le due cose si elidono ;-)

Anonimo ha detto...

Eurofidi ha in mano un asso meraviglioso da giocare : trasformarsi in ente di servizio che tramita le pratiche dalle banche al FCG. E' una attività che sa fare benissimo. Che giochi questa carta perdinci !!!!

Anonimo ha detto...

Curiosità: com'è che tutti gridano allo scandalo quando si scopre che le banche in crisi (Etruria, Veneto etc) condizionavano i prestiti all'acquisto di azioni e nessuno obietta se la stessa cosa la fanno i Confidi?

Anonimo ha detto...

Sarà mica perché, per ottenere credito via confidi, è obbligatorio (per legge) esserne soci e che, per esser soci, è obbligatorio (per legge) comprare le azioni ? ....

Anonimo ha detto...

Dura lex sed strana lex. Le cooperative non possono far credito ai soci per più di 20.000 Euro (L. 69/2013)

Anonimo ha detto...

Scusate se intervengo. il commento delle 15.54 non è chiaro, né in se', né rispetto al precedente. Si riferisce all'art. 56-quinques del d.l. (non legge) 69/2013 e, in ogni caso, intervengo per dire che la norma citata non stabilisce in alcun modo che le cooperative possono far credito ai propri soci fino al limite di 20 mila euro, ma tutt'altro. Buon anno a tutti.

Anonimo ha detto...

Qui trovate l'art. 55 quinques
http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/1993_0385.htm#112

Ma il problema è: il comportamento sopra illustrato delle banche cooperative è corretto?

Anonimo ha detto...

Scusate: trovate l'art. 112 del TUB come modificato dall'art 55 quinques del d.l. 69/2013