Nel consiglio di amministrazione di Interconfidi nordest del 9/3 (confidi industriale di Padova) è stata decisa la riorganizzazione dei vertici in vista della trasformazione in banca di garanzia. Non sono noti i dettagli tecnici di questo progetto, ma pare si vada verso la costituzione di una banca popolare specializzata nella concessione di crediti di firma. Parliamo quindi di una soluzione che si colloca fuori della cornice della legge quadro sui confidi (art. 13 L.326 24/11/2003), che al c.29 prevede una banca di garanzia vicina al modello di banca di credito cooperativo (senza peraltro dire molto sulle sue specificità, che saranno chiarite nelle istruzioni applicative della Banca d'Italia).
La legge quadro, frutto di un lungo dibattito parlamentare e interassociativo, non sembra produrre effetti visibili: domina la cautela, sia tra gli enti di garanzia, molti dei quali non si sentono pronti, o interessati, alla trasformazione in intermediari vigilati, sia da parte della Banca d'Italia, che ha ben chiari rischi di un intervento regolamentare troppo energico. I nuovi veicoli societari introdotti (intermediari ex art. 107 TUB e banche cooperative di garanzia) faticano a prendere forma. Federconfidi (raggruppamento nazionale dei confidi industriali) mi ha invitato a scrivere un articolo per il Rapporto annuale dell'associazione, che dovrebbe uscire tra qualche settimana. Una buona occasione per riflettere sul "che fare?" per uscire da questa apparente situazione di impasse.
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