Tra i gruppi di lavoro dell'Associazione XBRL Italia ce n'è uno che si occupa degli schemi di bilancio delle società quotate. Il nostro gruppo smefin non partecipa a questo tavolo perché già impegnato sulla tassonomia GAAP Italia per le società non quotate. Alle società non quotate si applica la normativa ex IV direttiva CEE, che definisce schemi obbligatori con un notevole grado di dettaglio. E' stato semplice trovare un accordo sulle voci da prevedere nella tassonomia GAAP Italia, almeno per i prospetti di Conto economico e Stato patrimoniale che sono ben specificati nel codice civile.
Le società quotate, le banche e le assicurazioni applicano i principi contabili IAS, quindi la tassonomia elettiva da utilizzare dovrebbe essere la ifrs-gp, sviluppata da un gruppo di lavoro internazionale sotto il patrocinio dello stesso IASB. Dico "dovrebbe" perché c'è un problema in più in Italia: XBRL non è adottato su base volontaria, ma diventerà il formato elettronico elaborabile prescritto dal Decreto Bersani per il deposito obbligatorio del bilancio. Gli IAS, ai quali rinvia la normativa europea, non impongono formati chiusi, bensì principi a cui attenersi. Una tassonomia XBRL con valore legale andrebbe a blindare gli schemi di rappresentazione che la normativa primaria lascia aperti. Sarebbe inaccettabile. Come risolvere l'impasse?
Per trovare la soluzione bisogna inquadrare correttamente il problema:
- il Decreto Bersani mirava ad aumentare la trasparenza contabile delle 400.000 società di capitali non quotate, non delle 350 società quotate, che hanno già i loro canali di comunicazione finanziaria, né tanto meno delle banche e delle compagnie di assicurazione, tenute ad effettuare puntuali segnalazioni contabili ai rispettivi Organi di vigilanza;
- ci sono fior di progetti internazionali per le tassonomie XBRL-IAS (il principale è ifrs-gp), e bisogna inserirsi in quel filone; non ha senso pensare ad un progetto autarchico soltanto perché c'è una legge italiana che impone un adempimento;
- la tassonomia ifrs-gp rappresenta un esempio di applicazione ragionevole dei principi IAS; la singola società può modificare la struttura e il contenuto dei prospetti attraverso il meccanismo delle estensioni alla tassonomia, per le quali XBRL definisce delle regole precise; in questo modo si mantiene un unico schema di base, lasciando però ai singoli utenti la libertà di adattarlo alle loro esigenze.
Il vero problema sta nel trasporre questa soluzione all'interno delle norme di attuazione del Decreto Bersani con le quali si dovrebbero approvare i formati elettronici obbligatori entro dicembre 2007. Io auspico una soluzione tranchant: escludere dall'applicazione del decreto Bersani società quotate, banche e assicurazioni. Per diffondere XBRL in questa popolazione ristretta e qualificata è molto più pertinente e proficuo lanciare iniziative specifiche, a cura delle rispettive Authority e di Borsa Italiana, in stretto coordinamento con i progetti internazionali.
Luca
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