sabato 17 maggio 2008

Convegno (e bella serata) a Bari




Palazzo dell'Acquedotto pugliese
Sono arrivato a Bari ieri alle 15.00, con un volo da Verona. Mi aspettava all'aeroporto Vito Lozito, direttore della Cooperativa artigiana di garanzia di Bari. Alle 15.30 cominciava l'assemblea straordinaria della Cooperativa artigiana, seguita alle 17.00 dal convegno per festeggiarne i cinquant'anni. Nell'attesa ho fatto due passi nella Bari murattiana, un reticolo di vie perfettamente perpendicolari con bei palazzi storici (come quello dell'Acquedotto pugliese, ancora più bello la sera). Il convegno si teneva presso la Camera di commercio. Ha introdotto i lavori l'onorevole Antonio Laforgia, un protagonista della storia dell'associazionismo artigiano in Puglia. Non sapevo che le coop-art di Bari e Lecce, nate nel 1958, sono state le prime in Italia. Il credito all'artigianato si è sviluppato negli anni cinquanta sui programmi di rifinanziamento dell'Artigiancassa, e ha trovato nelle cooperative di garanzia dei punti di radicamento locale. In Puglia ne esistono 43, più che in Lombardia. Alcune sono piccole, e faticano ad essere sostenute dalle strutture associative locali. La Cooperativa di Bari si propone come polo di aggregazione di queste realtà, per non disperderne il patrimonio di relazioni. Per Laforgia le coop-art vanno incontro ad un rischio ancora maggiore se si trasformano in 107 senza ragioni adeguate, potrebbero snaturarsi o scomparire nel buco nero dei costi di adeguamento.
Ha preso quindi la parola Daniele Alberani, imprenditore ravennate e da gennaio presidente di Fedart-fidi. Un presidente giovane, che intende valorizzare Fedart come punto di raccordo tra le Associazioni dell'artigianato e la rete dei confidi che ne sono espressione. C'è una dialettica vivace nel mondo Fedart, non soltanto tra associazioni e confidi, ma anche tra confidi con diversa dimensione e modello di crescita. Alberani si è detto aperto a soluzioni differenziate (106 o 107) nei vari territori, ma non ha nascosto che nei prossimi mesi ci saranno tanti problemi nuovi su cui decidere velocemente.
Nel mio intervento (trovate qui una sintesi) ho cercato di pesare i vantaggi che i 107 potranno giocare rispetto ai 106, indicando le vie per rilanciare il ruolo dei secondi, ovvero consulenza e garanzie su fondi monetari ristrutturate come tranched cover o supportate (cosa ancora futuribile) da controgaranzie pubbliche. In ogni caso servono azioni di sistema per costruire un'infrastruttura legale, valutativa e informatica che sia condivisa da tutti gli attori.
Dopo di me Giovanni Ferri, collega dell'Università di Bari, ha illustrato i risultati di un'indagine sui confidi pugliesi commissionata dalla CCIAA di Bari. Il sistema si presenta "bimodale", con una parte dei soggetti che si dichiara aperta a percorsi di aggregazione e crescita spinta, e l'altra che si privilegia l'autonomia e uno sviluppo fisiologico nel proprio habitat naturale.
Davide Pellegrino, della Regione Puglia, ha affermato che non ci sono certezze sui sistemi più efficaci di garanzia, e che è prematuro scommettere sulla superiorità dei 107, che tra l'altro non esistono ancora. Per questo motivo, la Puglia , a differenza della maggior parte delle altre regioni, non ha inserito la riserva a favore dei confidi vigilati nelle misure del POR 2007-2013.
Dopo il convegno, la serata è proseguita al Sorso preferito, con una carrellata di bontà della cucina barese e un ottimo bianco di Gravina. La cucina di queste parti è sempre una scoperta. E' varia, con piatti di pesce (ostriche e seppie crude, frittura "di paranza") e di tradizione contadina. Materie prime locali, che non trovate a casa vostra, preparazioni semplici ma raffinate negli accostamenti, niente di scontato o modaiolo. E porzioni abbondanti, che vi portano a fine pasto felicemente sazi. O così credevo, perché non ho rinunciato a gustare un sorbetto al limone, due manciate di piccole mandorle saporite, un trancio di cassata e gli "sporcamussi", bigné caldi alla crema (e che crema!) dalla forma oblunga.
Finita la cena, Vito Lozito ha avuto la gentilezza di riaccompagnarci in albergo (con me Daniele Alberani) passando per Bari vecchia (o meglio, borgo antico). Ne avevo ammirato le bellezze nella mia visita precedente, ma la sera è ancora più suggestiva, con piazze e vie piene di giovani e le scenografie delle cattedrali e dei vicoli, splendidamente illuminate.
Meritato riposo al Palace, un albergo bello e molto accogliente, colazione con mozzarelline, ricotta e burrata, e ritorno a casa prima di pranzo.
I nuovi amici baresi mi hanno accolto con grande simpatia, come una persona conosciuta, quasi familiare, per le cose che avevano letto qui. Anche questo è un fatto bello e inatteso.

Luca

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