lunedì 6 ottobre 2008

Dal Trentino: la Finanziaria provinciale pronta a intervenire se la crisi si affaccerà



L'altalena dei prezzi di Borsa del nostro maggior gruppo bancario ci ha sfiorato la faccia come una folata gelida, la settimana scorsa. Rimango convinto del fatto che il nostro sistema rimane tra quelli meno colpiti dai focolai da cui si è sviluppato il contagio (subprime e veicoli di investimento ad alta leva). Però, adesso che si susseguono di qua e di là dell'Atlantico annunci di banche insolventi seguiti talora da salvataggi e talaltra da fallimenti il livello di incertezza si è fatto critico. Forse vi può interessare la lettura della situazione fatta da un'oasi di tranquilità bancaria, il nostro Trentino.
TRENTO - Cassa del Trentino, la finanziaria degli enti pubblici guidata da Piero Giarda, fornirà liquidità al sistema bancario trentino se la situazione prodotta dalla crisi dei subprime dovesse diventare più difficile. L'indicazione è emersa ieri nel vertice convocato a Piazza Dante dal presidente Lorenzo Dellai con i responsabili delle banche, delle compagnie assicurative e dei consorzi fidi locali. C'erano presidenti e direttori di Cassa Centrale delle Rurali, Mediocredito Trentino Alto Adige, Banca di Trento e Bolzano, Itas, Confidimpresa, Cooperfidi, Cooperativa Artigiana di Garanzia e dello strumento «di sistema» Cassa del Trentino (nella foto, la sede di via Grazioli). È stato varato un tavolo tecnico congiunto che martedì entrerà nel vivo delle proposte operative. Dall'incontro è emerso prima di tutto che nessun istituto finanziario locale lamenta problemi di stabilità. Gli effetti della crisi in Trentino non destano per ora preoccupazioni. I sistemi di garanzia funzionano e, nel caso del credito cooperativo, sarò tra poco operativo il nuovo fondo nazionale di garanzie incrociate. Tuttavia qualche banca è vicina a utilizzare il 100% della raccolta. E le piccole imprese, che incassano i crediti più in ritardo, stanno cominciando ad avere difficoltà nell'accesso ai finanziamenti. Per ampliare la provvista, le Casse Rurali di recente erano ricorse alla cartolarizzazione dei mutui. Mediocredito invece, che non raccoglie dal pubblico retail, si era rivolto al mercato obbligazionario internazionale. Ora tutto questo è più difficile. Si fa fatica a reperire liquidità sui mercati perché le banche non si fidano le une delle altre: non si sa chi abbia in carico i prodotti finanziari «cattivi». Così Piazza Dante mette sul piatto la possibilità che Cassa del Trentino faccia, almeno temporaneamente, da «banca delle banche». Cdt potrebbe raccogliere sui mercati ulteriori risorse, oltre a quelle che reperisce per le necessità dei Comuni, da mettere a disposizione degli istituti locali. Può farlo perché ha il rating tripla A e le banche internazionali sanno che non ha pacchetti avvelenati in pancia. Oggi sui mercati lo spread a dieci anni è di due interi punti percentuali. Cassa Spa riesce a finanziarsi con uno spread di frazioni di punto. La banca locale avrebbe quindi della provvista più a buon mercato. Non è l'unico nuovo ruolo di Cassa del Trentino immaginato da Piazza Dante. L'istituto gestirà anche le istruttorie per i mutui delle famiglie. Intanto Dellai lunedì vedrà anche le banche nazionali presenti da più tempo sulla piazza trentina, come Unicredit, Banco Popolare, Sella Nord Est.

Francesco Terreri, l'Adige, 4 ottobre 2008
Il Governo della Provincia autonoma è quindi pronto a supportare le banche locali con un funding a rating sovrano di massima qualità, originato dal suo braccio finanziario, la Cassa del Trentino. Nel nostro piccolo, assistiamo ad un fenomeno di ritrovato protagonismo del pubblico sulla scena finanziaria. I mercati interbancari sono ingessati, i canali di provvista all'ingrosso (depositi e bonds) viaggiano a prezzi penalizzati da un premio per il rischio sistemico, i capitali fuggono verso impieghi più liquidi (meglio se assicurati) e titoli pubblici. Finché il sistema bancario internazionale resta in fibrillazione gli emittenti pubblici solidi hanno un vantaggio di costo e di disponibilità che è molto, molto invitante. Attenzione però a non illudere le banche che interventi di questo tipo assumano peso strutturale. Danno un grado di libertà in più per sbloccare l'impasse in cui ci troviamo, ma non possono crescere senza limiti e durare troppo a lungo. La crisi va affrontata nel focolaio in cui si alimenta, i mercati monetario e del credito.
La finanza pubblica del Trentino è tripla A, e ha i margini per rimanere eccellente, ma rischia di deteriorarsi se si carica una fetta consistente dei rischi di liquidità e di default del mercato del credito provinciale.
Nell'articolo qui sopra riportato, si menziona un altro fenomeno di cui si sente parlare: l'aumento del credito di fornitura, con le piccole imprese in veste di datori netti. Sarebbe importante accertare se è un falso allarme o se davvero la stretta creditizia sta inducendo le imprese a sfruttare i canali sostitutivi, come appunto il credito commerciale. Con, dall'altro lato, la crescita della raccolta bancaria verso le imprese, in sostituzione della raccolta interbancaria sempre più scarsa e cara.
Occorre cercare con tutte le energie la strada per uscire dalle secche, fosse anche lunga e costosa, e tenere i nervi saldi. Non è tempo di cure palliative.

Luca
PS: Sulla situazione e sulle possibili azioni a livello provinciale si parla anche in questo articolo del Trentino.

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