Vi confesso che i festeggiamenti di Halloween mi rompono. Li trovo estranei, meccanici, la stessa goliardia deteriore che si scatena in facoltà il giorno delle lauree. Anzi, dopo aver rispedito al mittente i CDO subprime e il modello originate to distribute, vorrei che si facesse lo stesso con le zucche, i travestimenti, i trucchi e le maschere splatter, tenendo dell'America le tante cose buone e belle, come la cheese cake e il primo film dei Blues Brothers. Se non fosse che questo secondo carnevale in salsa macabra è ormai entrato nel costume, nei bioritmi dei nostri figli. Non lo possiamo liquidare con distacco da bacchettoni. I festeggiamenti sono sempre benvenuti, basta che il motivo sia buono. E motivi belli si trovano anche nella tradizione di Halloween, come spiega lo scrittore Paolo Gulisano in questa intervista. Cristina, mia moglie, lo ha preso alla lettera e ha organizzato con il suo gruppo di mamme scatenate (zavorrate da qualche papà aggregato) un festone per i ragazzi da 6 a 16 anni. Pare che si siano divertiti molto. Questa sera mi ha preso il credit crisis blues, e non ci sono andato. Per festeggiare ho celiato con voi scrivendo queste righe. Luca |
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