Riprendo questo articolo dal quotidiano Trentino, che ci aggiorna sul piano anti-crisi della Provincia di Trento di cui parlavo qui:
Più di duecento domande per una cifra compresa tra i 40 ed i 50 milioni di euro. E' la misura, davvero eccezionale, dell'interesse con cui le imprese hanno aderito all'operazione di ristrutturazione del debito. In soli due giorni le richieste hanno "bruciato" quasi metà della liquidità che la manovra si prefiggeva di immettere nel sistema produttivo. Tanto da indurre i Confidi a porre il 30 novembre come termine per accedere alle agevolazioni. Poi si vedrà.Il piano della nostra Provincia ha avuto ampia risonanza sui media. Anche le imprese hanno espresso un alto gradimento, per i motivi evidenti detti nell'articolo. Aggiungo che il tasso applicato alle imprese è uguale per tutti, non differenziato per rating. Molte imprese vogliono approfittare di questo strumento per rientrare di scoperti di c/c che le banche locali (casse rurali in primis) concedevano generosamente e a tassi non eccessivamente penalizzanti rispetto all'autoliquidante e ai mutui. Con la crisi anche le rurali abbandonano queste prassi di fido accomodanti.
Un forte gradimento, in una misura quasi inaspettata. I direttori dei tre enti di garanzia - Sergio Anzelini di Confidimpresa, Paolo Nardelli della Cooperativa artigiana di garanzia e Claudio Grassi di Cooperfidi - già nelle settimane scorse avevano, in verità, registrato l'interesse per la manovra anti crisi. Tanto che si erano attrezzati per fornire ai soci informazioni e moduli per formulare correttamente le domande e presentare i piani finanziari. Ma non si aspettavano questa «carica da Marcialonga» - così s'è espresso un direttore - all'apertura degli sportelli, lunedì scorso.
Ieri alla riunione del tavolo tecnico tra Confidi, banche e Provincia il primo bilancio: oltre duecento domande, mediamente attorno ai 200 mila euro, divise sopratutto tra Confindimpresa e Cooperativa artigiana, considerato l'anticipo di cui ha goduto Cooperfidi per il sostegno alle aziende zootecniche.[...]
Il Trentino in un paio di settimane ha deliberato la spesa, mobilitato i Confidi, definito la convenzione con Casse Rurali, Btb, Unicredit. E in due giorni, come s'è visto, duecento piccole imprese hanno deciso di consolidare i propri debiti, trasformando l'esposizione a breve in un mutuo a 5-10 anni. Ad un tasso concordato: ovvero l'euribor (ieri 4,663%) più l'1%, diminuito del 2,5% pagato dalla Provincia. A conti fatti, aggiungendoci pure qualche centesimo per la garanzia prestata, poco più del 3%. E' un costo del denaro che spiega da solo tanto interesse.
Il Trentino è, attualmente, il territorio con i tassi di default più bassi d'Italia e il credito meno caro. Se le aziende trentine hanno risposto così, cosa ci si può aspettare nel resto d'Italia?
Luca
Una domanda: c'era un plafond per questa interessante offerta, diciamo così pubblicitaria, o le banche si sono impegnate a soddisfare la domanda senza limiti ?
RispondiEliminaLa Provincia ha stanziato gli apporti a fondo rischi e per contributi in c/interessi destinati a ciascun confidi. Sul primo post (linkato all'inizio di questo) si forniscono i dettagli.
RispondiEliminaMa quale quota dello stanziamento va a contributi in c. interessi e quale a garanzie? Si va al riparto? E se si come ? A occhio, trattandosi di finanziamenti pluriennali, i 12,5 mln sono già finiti.
RispondiEliminaSorry to repeat myself ...
RispondiEliminaOoh ! Now I got it.
RispondiElimina