giovedì 15 gennaio 2009

Rating ECAI: nuove esperienze a Trento e alcune riflessioni



Confidimpresa Trentino ha deciso di ricorrere al servizio di rating della società Lince per le società di capitali. La decisione è maturata in seguito al grande successo del programma di riassetto finanziario della Provincia Autonoma di Trento, sul quale i confidi trentini hanno raccolto centinaia di richieste. L'outsourcing della fase di scoring creditizio verso Lince sta consentendo una lavorazione più spedita di questa coda di pratiche, ma non è questo l'unico motivo. Parlando con il direttore di Confidimpresa, Sergio Anzelini, ho appreso che il servizio ha un costo per pratica competitivo in un'ottica make-or-buy. La tariffa, che ovviamente non è divulgabile, è differenziata tra semplice scoring ad uso gestionale e rating ECAI valido a fini di Vigilanza. Confidimpresa per ora si avvale del servizio del primo tipo, ma quando diventerà un 107 (è sopra la soglia degli €75mn e ha già intrapreso il percorso di trasformazione) potrà anche avvalersi del rating ECAI per ponderare il rischio delle esposizioni garantite. Un altro utilizzo potenziale di questo rating, che è corredato da una PD/LGD, riguarda il calcolo dell'intensità di aiuto di Stato secondo una metodologia basata sul rischio (altro argomento gettonato su aleablog, vedi mio intervento a Taormina).
Altri enti di garanzia, confidi o finanziarie regionali, ricorrono ad agenzie di rating. Ad esempio Finlombarda prevede di utilizzare il rating del modello Pmi di Standard and Poor's nel programma Made in Lombardy. Non saranno quindi solo le banche ad usufruire di questo servizio.
Premettendo che giudico interessante questa nuova opportunità di gestione, appunto alcune osservazioni:
  • l'intermediario creditizio (banca o confidi) fa bene ad esternalizzare la fase del processo di fido a maggior contenuto di informazioni oggettive, ma non deve per questo trascurare le fasi di valutazione qualitativa o basata su analisi in chiave previsionale; ne soffrirebbe la relazione con i clienti e la capacità di valutare i piani industriali e finanziari;
  • il rating ECAI è oggi uno strumento per risparmiare capitale regolamentare (ne parlavo qui) e innalzare il coefficiente di solvibilità; la presenza di ECAI attive nel segmento Pmi consente alle banche standard benefici analoghi a quelli di cui si avvalgono le banche IRB, ovvero la possibilità di ponderare i crediti verso imprese di migliore qualità ben sotto il 100% del caso unrated; questo avviene perché, sulla base delle esperienze di default cumulativo maturate negli ultimi anni, una fetta consistenze di Pmi può fregiarsi di PD, attribuite da ECAI o da sistemi IRB, mappate su rating migliori di BBB; attenzione alla discontinuità che la crisi introduce nella distribuzione delle frequenze di default! Potremmo fare i conti nei prossimi mesi con massicci declassamenti, un boomerang pericoloso per l'adeguatezza patrimoniale; non a caso si parla di rischio prociclicità;
  • le ECAI possono fare il rating anche su portafogli di crediti alle Pmi, come nel caso di cartolarizzazioni e tranched cover (ne parlavo qui); le agenzie internazionali lo fanno da tempo; l'agenzia italiana già attiva, e quelle che saranno autorizzate, dovrebbero anche loro dotarsi di questo servizio, che allargherebbe il campo di scelta per banche e confidi; attenzione anche qui alla prociclità, si tratta di modelli che danno stime di rischio molto instabili rispetto alle PD del portafoglio e ai parametri di correlazione tra default (subprime crisis docet).

Luca

6 commenti:

  1. Luca, qual'è secondo te il volume di garanzie minimo (BEPoint)per rendere conveniente il calcolo in casa (make)della PD/LGD ?
    Un'altra cosa, secondo i miei calcoli il ricorso ai rating esterni è conveniente per quelle istituzioni che hanno una clientela con una PD media ponderata migliore del 2,67% (metodo di valutazione individuale e non retail). Se la loro qualità è peggiore allora che si tengano lo standard senza rating esterni anche se i loro clienti saranno gravati da un onere (costo del credito)non equo. I migliori pagheranno per i peggiori).

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  2. Sapio, in un sistema di rating quantification l'asset critico è il database aziende, e un soggetto esterno specializzata ha dei vantaggi indiscussi sotto questo aspetto, senz'altro li ha nei confronti di una banca o un confidi medio o piccolo.
    Per quanto riguarda la soglia di PD media sopra la quale conviene l'acquisto di rating esterni, fai rifefrimento a una banca IRB (rating esterni vs interni) o standard (rating esterni vs. coefficienti unrated) ?

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  3. Per le banche standard metterei in conto anche l'impatto sulle politiche di bilancio: se si agganciano a una valutazione esterna dell'ECAI, la transizione a partita problematica diventa meno discrezionale.

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  4. In questo momento Lince conviene a chi usa sistemi di rating point in time, i quali sicuramente avranno adeguato le valutazioni ai peggiori dati andamentali.
    Però la differenza sulla definizione di default non è da poco.

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  5. Concordo, lo score andamentale pesa parecchio nei sistemi di rating interno small business. La sua natura retrospettiva accentua il carattere point in time del giudizio di rating, con le connesse implicazioni di prociclicità

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