martedì 24 febbraio 2009

Caso Popolare di garanzia, gli animi si scaldano. Ragioniamo sul perché



Il mio post sulla crisi della Banca Popolare di garanzia ha attirato una striscia di commenti lunga e animata (per non dire animosa, e troppo spesso anonima). Ho tenuto a precisare che aleablog non è una micro-gogna mediatica per attacchi alle persone che possono avere sbagliato nel definire la strategia della Banca o nel controllarne l'esecuzione. Il problema non si riduce agli errori personali, ma ha radici nel bias, nello sbilanciamento che caratterizza da anni il dibattito sull'evoluzione del sistema della garanzia collettiva (106, 107 confidi, 107 spa, banche di garanzia confidi o popolari, ecc.).
Con rare eccezioni, le persone con responsabilità di rappresentanza nel sistema confidi, al centro e in periferia, esibiscono un nobile disinteresse per la materia tecnica. L'analisi dei costi/benefici e della fattibilità economica è spesso rimpiazzata da affermazioni di principio (sia pro, sia contro il cambiamento), annunci a effetto (pensiamo al piano di maxi-confidi tra Piemonte, Lombardia e Sardegna di due anni fa), difesa di posizioni, richieste di aiuti finanziari pubblici. Il livello politico - lobbistisco ha praticamente silenziato la riflessione tecnica in pubblico (ma spesso anche in privato) sui meriti strategici, gestionali, mutualistici delle diverse scelte.
In un contesto del genere non è una sorpresa che partano dei progetti industriali non sostenibili.

Luca

23 commenti:

  1. Condivido al 100% la puntualizzazione del Professore in merito allo spirito che dovrebbe animare il Blog.

    RispondiElimina
  2. Caro Professore,
    quello che dice è verissimo.... e conferma come non sia ancora chiara la complessità del cambiamento e le responsabilità che questo implica... Se non si parte da questa consapevolezza, qualsiasi progetto industriale, come afferma giustamente lei, non sarà sostenibile....

    RispondiElimina
  3. Riguardo alla strategie di alcuni confidi tra cui Banca Popolare di Garanzia in passato (non so ora) un punto abbastanza dibattuto è la volontà/necessità di diversificazione territoriale delle garanzie rilasciate con azioni di sviluppo a livello nazionale:
    Pro
    - Diversificazione rischio di portafoglio
    Contro
    - Mancata conoscenza del territorio con assunzione di rischi elevati
    - Utilizzo di fondi regionali (diretti o indiretti) per sostenere imprese di altre regioni
    In molte Regioni ho visto rovinose ritirate, Voi cosa ne pensate?

    RispondiElimina
  4. Ma non è un problema di concentrazione regionale o territoriale. Queste imprese (107, banche) non stanno in piedi da sole. Le garanzie rilasciate costerebbero troppo. Possono resistere solo se distribuiscono, in maniera inefficiente peraltro, aiuti pubblici in forma di garanzia.

    RispondiElimina
  5. Caro Professore, io sospettavo che 'le persone con responsabilità di rappresentanza del mondo dei Confidi' avessero sbagliato per assenteismo o sonnolenza. Lei invece ipotizza per 'nobile disinteresse per la materia tecnica' alias ignoranza. Non è un miglioramento. O no?
    Alle famiglie dei lavoratori ed alle imprese che rischiano di perdere il loro capitale ed il loro datore di garanzie chi ci pensa?
    La diplomazia non riempie le pance o meglio con le pacche sulle spalle ai nobili disinteressati non si aiutano né famiglie né imprese.

    RispondiElimina
  6. Attenzione, non accuso nessuno di ignoranza, ma di errata valutazione delle priorità. Adesso i problemi urgono. Io confido che gli errori di valutazione suddetti si possano oggi superare perché si tratta di decidere cose da fare, non discettare sui massimi sistemi, come spesso in passato parlando di confidi.

    RispondiElimina
  7. Caro Luca, intervengo nel dibattito sulla crisi della BPG senza aver letto i commenti al post precedente.
    Vorrei solo dire che, avendo visto il progetto della BPG sin dall'origine quando lavoravo in Banca d'Italia, avevo già maturato i miei personalissimi dubbi sulla tenuta di tale struttura.
    Il peccato originale del progetto non era tanto quello di pretendere di stare in piedi da soli. Checchè se ne dica questo è l'obiettivo ultimo dei Confidi nel mercato che cambia: stare in piedi da soli, senza bisogno dell'intervento pubblico.
    Ma tale obiettivo ambizioso si può raggiungere solo con un adeguato piano industriale che razionalizzi i costi e individui sviluppi operativi coerenti con la vocazione del confidi medesimo.
    BPG non aveva un piano coerente, sempre a mio personalissimo parere.
    Un'altra piccola cosa, che può sembrare banale ma non lo è. BPG divenne banca al di fuori delle modalità applicative della legge di riforma dei confidi. Per questo motivo perse nella denominazione ogni riferimento ai confidi (prima della trasformazione in banca si chiamava Inter Confidi Nord Est). A mio avviso tale cesura netta con la propria storia precedente non ha giovato nella percezione dei propri potenziali clienti.

    RispondiElimina
  8. Domanda a Claudio D'Auria. Una delle difficoltà che hanno avuto è di non poter portare a Patrimonio di Vigilanza i fondi Docup. Un'altra secondo me è derivata dalla obbligatorietà di applicazione degli IAS/IFRS. Secondo lei, se è lecito e permesso domandarlo, si aspettavano queste difficoltà?
    Ancora, BdItalia quando intravvede difficoltà concede ugualmente l'autorizzazione o rinvia ad una successiva ispezione?

    RispondiElimina
  9. Salve,
    quello che mi chiedevo e se BPG andasse incontro al fallimento (ipotesi da quel che so non molto remota) come si comporterebbe BdI?
    Nel caso di banche tradizionali (Pop. Intra, CrediEuronord, ecc) sappiamo che BdI è sempre intervenuta ma nel caso di BPG, che non è una banca nel senso tradizionale del termine, come si comporterebbe?
    BdI la lascerebbe fallire ammettendo il suo errore nell'aver concesso a BPG l'autorizzazione ad esercitare l'attività bancaria oppure interverrebbe ordinando magari a qualche gruppo locale (o non) di rilevarla.
    Considerando poi il periodo particolare non sarebbe una bella pubblicità vedere fallire una banca.
    Grazie

    RispondiElimina
  10. Non credo che sia uno scenario credibile. In caso di necessità BdItalia telefonerà a Confindustria, che questo guaio ha covato, e le imporrà di accollarsi le perdite in una maniera o nell'altra.

    RispondiElimina
  11. Credo di doverti contraddire:
    - BPG è si una creatura di Confindustria, ma prima con la tasformazione da Confidi Padova a Interconfidi Nord Est e poi con la trasformazione da Interconfidi Nord Est a BPG si è resa da Confindustria del tutto indipendente pur avendo nel CdA alcuni suoi esponenti;
    - la vedo difficile con questa crisi che Confindustria trovi al suo interno soggetti disponibili a iniettare liquidità nelle casse di BPG.

    RispondiElimina
  12. Non credo che Banca Italia possa imporre a qualche banca l'acquisizione di BDG:
    1 potrà dire che si è trattato di un esperimento dettato dalle esigenze di Basilea 2
    2 non essendo una banca che ha correntisti non ci sarà panico tra i risparmiatori
    Saluti

    RispondiElimina
  13. Comunque vada ci sono da tutelare gli innocenti dipendenti ed i 3000 soci, che sono pure clienti garantiti.
    Quest'esperienza comunque dissuaderà gli imitatori che progettavano nuove banche di garanzia come strumenti per moltiplicare pani e pesci.
    La Confindustria non sarà giuridicamente responsabile ma rimane moralmente responsabile.
    Sono i suoi associati ad essere danneggiati da questa situazione.

    RispondiElimina
  14. BPG aveva di recente stipulato un accordo di collaborazione con Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (Cariparo, gruppo Intesa) .........

    RispondiElimina
  15. Buongiorno a tutti.
    ..leggendo i giornali la parola d'ordine dei vertici di confindustria è fare squadra, aggregarsi, essere uniti, non disperdere energie.....
    Il caso padovano (scusate se poco che la prima BPG stia fallendo..) è piuttosto emblematico del VERO sistema di governance confindustriale/politico (com'è che tutte le altre sedi confindustriali del veneto si sono unite e padova no? ' si dice che prevalesse il carisma dell'ex DG'- esperimento fallito) (vedi poi ultimo caso dei 2 confidi di emanazione confindustriale nella stessa provincia di Salerno....).
    Viene da chiedersi poi con quale forza contrattuale il presidente della Federazione dei Confidi richiede più risorse al governo, quando, l'istituto da lui amministrato è in via di fallimento'(non che il sistema confidi confindustriali ci faccia proprio una bella figura')
    Condivido in pieno l'opinione del dr. D'Auria.
    ' noto che Banca d'Italia procede ad una verifica di auditing dopo qualche anno..ma se questa è la premessa'mi sa che per il mondo Confidi dovranno anticipare notevolmente i tempi (incrociando le dita, ovviamente).
    Un banale controllo di gestione evidenzia il macigno (!!!!!!!) dell'incidenza dei costi fissi: 70 dipendenti ?????? Mi sa che qualche piccolo gruppo bancario viaggia con meno dipendenze (con evidenti altri margini a supporto...)
    Chi rompe, paga?
    Complimenti per il blog.
    Saluti
    Giorgio

    RispondiElimina
  16. prescindo dal caso di specie che non conosco ma "denuncio", si fa per dire, il pensiero unico sui Confidi che si sta affermando, il feticcio del 107, per non parlare delle banche di garanzia.
    Il Confidi a mio e fondato avviso, deve essere piccolo e patrimonializzato (rispetto agli impegni assunti, naturalmente) con un rapporto diretto, personale, non burocratizzato, con le micro e piccole imprese. Colloqui vis a vis del personale con le aziende interessate mediante stretti rapporti con il personale delle associazioni di categoria - gli unici veri esperti in questo campo, poca attenzione a tecnicismi tipo analisi di bilancio ecc. che sono - in queste realta' imprenditoriali, dei meri esercizi intellettuali.
    saluti a tutti

    RispondiElimina
  17. Scusate se intervengo, sono una laureanda che sta preparando una tesi sulle Banche di Garanzia e vorrei approfittare della vostra competenza per porvi una domanda su una questione sulla quale ho alcuni dubbi: una banca di garanzia necessita comunque di un rating pari almeno ad A- oppure, essendo un intermediario finanziario vigilato, non ne ha bisogno?
    Ho trovato informazioni discordanti in proposito e vorrei chiarirmi le idee.
    Ringrazio in anticipo chiunque sarà così gentile da rispondermi.

    RispondiElimina
  18. Per una banca beneficiaria della garanzia (della banca di garanzia) che adotta il metodo standard, basta lo status di intermediario vigilato. Per una banca IRB c'è la possibilità di scegliere se adottare il metodo standard limitatamente al portafoglio banche, o se applicare i propri rating interni. Se però è una IRB base, il garante deve avere una PD equivalente ad A-

    RispondiElimina
  19. è incredibile che in questo momento 'mediatico' nessuno ne parli, giornali confindustria ed istituzioni.
    come verranno garantiti i soci che ne hanno comprato le azioni?
    come verranno sostenute sul sistema le garanzie in essere?

    RispondiElimina
  20. Domande sacrosante. Perché non scrive al Sole 24 ore?

    RispondiElimina
  21. Ho avuto notizia che i revisori si rifiutano di approvare il bilancio perchè alcune poste sono state irregolarmente iscritte tra i mezzi propri.
    Inoltre e da circa due settimane che la Banca è soggetta ad ispezione di BdI.

    RispondiElimina
  22. attenzione! Latest News! Leggete il Gazzettino di Padova, in prima pagina e a pag. 16 del nazionale.

    RispondiElimina
  23. Rispondo ad alessia (21/03/2009 12.09): i giornali scrivono ciò che fa notizia, che porta le persone a comperare il giornale e quindi ad aumentare la tiratura delle copie, per questo non ci sono più i giornalisti che vanno a caccia di notizie, ma pubblicano ciò che i lettori gli mandano. Inoltre figurati se una banca mette su piazza le notizie negative. Se le leggi sul giornale è perché sono stati chiamati i giornalisti e gli si è detto cosa scrivere.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.