venerdì 6 marzo 2009

Da via XX Settembre "Imprese, lavoro, banche", il rapporto per il liquidity day



Potete scaricare qui il documento predisposto dal Ministero dell'economia per il liquidity day tenutosi ieri a Roma. Anche qui, con il comunicato stampa, c'è il link al documento.
Sull'evento riferisce ampiamente il Sole 24 ore di oggi, con aggiornamenti sul Fondo centrale Pmi; confermata la proposta di innalzare il plafond garantito per azienda da €0,5mn a €1,5mn; l'intenzione di attuare la garanzia statale per la ponderazione zero; la proposta di trasferire la gestione del Fondo in house a Invitalia (già Sviluppo Italia); le richieste dei confidi di sciogliere l'involucro normativo che tiene legato il Fondo Pmi all'ambizioso (e mai decollato) Fondo per la finanza d'impresa.
Segnalo in proposito il documento, molto interessante e curato, presentato al liquidity day da Confindustria, che contiene giudizi e proposte sul Fondo Pmi, su intreventi di smobilizzo e assicurazione dei crediti vs la PA attraverso SACE e Cassa DDPP, sulla compensabilità delle posizioni creditorie e debitorie fisco-previdenziali.
Tornando al Sole di oggi, c'è anche un articolo interessante in prima di Jody Vender sul private equity a supporto di piani di risanamento (con apporti di fondi pubblici). Con la crisi la finanza buona fa proseliti.

Luca

2 commenti:

  1. Nel documento di Confindustria leggo a pag. 4.sotto il titolo 'Fondo di garanzia per le PMI, proposte per lo sviluppo dell'attività' al punto Riduzione dell'accantonamento a fronte del rischio ' oggi pari in media a 11,7% e nettamente superiore al tasso di sofferenza registrato dal Fondo ' e delle percentuali di copertura delle garanzie dirette e delle controgaranzie. Simili interventi consentirebbero di aumentare l'effetto leva'.
    Poche righe sopra si legge 'Considerato che l'attuale effetto leva del Fondo (rapporto fra affidamenti garantiti in essere e fondi disponibili) è pari a 16,2, un rifinanziamento di 5 miliardi genererebbe nuovi crediti per circa 80 miliardi.'
    La proposta di cui sopra non mi trova d'accordo per queste ragioni:
    Va premesso che le esposizioni garantite sono pluriennali (mutui) e che le esposizioni pluriennali hanno tante Perdite Attese quanti sono gli anni di durata più una Perdita Inattesa funzione della durata (maturity). Un fondo di garanzia deve fronteggiare queste (plurale) Perdite Attese e la Perdita Inattesa. L'accantonamento attuale deriva dalla prescrizione del decreto MAP del 23/09/2005 che all'art 2, comma 2 dice 'Per ogni operazione finanziaria ammessa all'intervento del Fondo di garanzia, viene accantonato, a titolo di coefficiente di rischio, un importo non inferiore all'8% dell'importo garantito dal Fondo'. L'intento era lodevole, voleva replicare la prescrizione vigente per le banche, ma nel 2005 Basilea 2 non era pienamente compresa e dimenticava che il Fondo, al netto delle rettifiche, deve fronteggiare non solo la Perdita Inattesa ma anche le Perdite Attese. Come è stato fatto notare su questo blog il testo avrebbe dovuto essere pressappoco così 'I responsabili curano che il valore del Fondo al netto delle perdite contabilizzate e di quelle future attese non scenda mai al di sotto dell'8% degli importi garantiti'. In questo modo l'obiettivo sarebbe stato raggiunto. Ma c'è un ma' il Fondo non sa calcolare le Perdite Attese Future e la Perdita Inattesa! In conclusione : paragonare l'accantonamento con il tasso di sofferenza (passato) non c'entra niente e si volesse giudicare l' adeguatezza del fondo attuale a coprire i rischi in essere occorrerebbe un ben altro calcolo. Per proporre infine di diminuire l'accantonamento futuro bisogna prima promuovere la trasformazione del fondo in un ente capace di valutare le citate variabili PA e PI tramite le solite PD, LGD EAD, Maturity. E cos'è questo se non un super 107, cioè una struttura valutativa del tutto diversa dall'attuale Fondo che è una struttura amministrativa? Solo a queste condizioni lo stato dovrebbe concedere la ponderazione zero. Ripeto: la ponderazione zero può essere concessa sola ad una struttura capace di misurare e gestire il rischio coperto, non ad un organo amministrativo, perché altrimenti si aprirebbe nel bilancio dello stato un buco incalcolabile.
    Più avanti nel citato documento si chiede di semplificare i sistemi di scoring e potenziare le procedure automatiche di accesso al fondo. Innanzi tutto grazie per non aver usato il termine rating visto che il sistema di scoring usato per giudicare l'ammissibilità tramite un punteggio elementare è quanto di più lontano da un sistema di rating possa esistere. Ma poi potenziare le procedure automatiche ? Ma veramente ? Si vuole trasformare il fondo in un erogatore di incentivi automatici? E con la ponderazione zero? Ma si ha idea del buco che questo aprirebbe nel bilancio dello stato? Sembra l'equivalente italiano della proposta americana (scherzosa però) di stimolare l'economia gettando denaro dagli elicotteri...

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  2. Grazie di questa analisi molto ricca, di cui condivido molti passaggi. Chiarissimo e opportuno il richiamo a non dimenticare le perdite pregresse e quelle attese. Per tornare a fidarmi dei modelli di perdita inattesa devo superare ancora lo shock post crisi, però anche lì un parametro bisogna mettercelo. Anche i confidi aspiranti 107 devono fare lo stesso tipo di due diligence.
    Garanzia statale? Ormai negli USA e in UK lo Stato si è preso una montagna di rischi bancari di ultima istanza su asset difficili: è l'unica via per sbloccare il credito? o stanno andando verso il baratro? Non dimentichiamo che facendo diverso dagli anglofoni ci siamo salvati le banche, finora, forse non è il momento di cambiare filosofia.
    La scelta del gestore è importante, però la governance del Fondo è comunque aperta ai soggetti pubblici e agli intermediari che fruiscono. C'è da fare un progetto, l'importante è che sia un buon progetto, e non sia pro domo di qualcheduno. Il gestore deve avere le capacità per attuare il progetto, e migliorarlo.

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