Dal Comunicato stampa della Consob:
La Consob ha diffuso oggi una comunicazione (n.9019104) su "Il dovere dell’intermediario di comportarsi con correttezza e trasparenza in sede di distribuzione di prodotti finanziari illiquidi". La comunicazione tratta la distribuzione alla clientela al dettaglio di prodotti finanziari illiquidi (obbligazioni bancarie, prodotti assicurativo–finanziari, derivati) che costituiscono parte significativa del portafoglio delle famiglie italiane.Perché un onesto cittadino che deve investire qualche decina di migliaia di euro deve farsi la cultura di un giurista bancario e di un cultore dell'asset pricing, o fare finta di capire? Il tutto per entrare in un deal complicato, e molto probabilmente dalla parte sbagliata?
La comunicazione raccomanda agli intermediari di fornire al cliente informazioni sul valore corretto e sui costi del prodotto illiquido distribuito, nonché di presentare confronti con prodotti semplici e noti che agevolino scelte consapevoli. Il documento definisce inoltre in dettaglio misure di correttezza in relazione alla determinazione del prezzo dei prodotti illiquidi. Il documento sottolinea la necessità, da parte dell’intermediario, di una conoscenza approfondita delle preferenze della clientela, con particolare riguardo all’orizzonte di investimento, da valutarsi autonomamente, in maniera da garantire i più adeguati consigli.
Adottata a seguito di un’ampia consultazione, la comunicazione si inserisce nell’ambito delle misure di cosiddetto "livello 3" sul Regolamento intermediari, con cui la Commissione fornisce orientamenti interpretativi di dettaglio, funzionali alla concreta applicazione del nuovo sistema normativo di derivazione comunitaria (Mifid).
Il testo della comunicazione, preceduto da un executive summary, ed il documento illustrativo degli esiti della consultazione sono disponibili sul sito internet della Consob.
Mi dispiace, ma sono d'accordo con Taleb: tiriamo una riga nel sistema di intermediazione finanziaria: da una parte i servizi di pubblica utilità (pagamenti e intermediazione bancaria) dall'altra tutto il resto con i suoi rischi di ogni genere. Chi decide di stare dall'altra, deve saper badare a se stesso. I disastri sono sempre avvenuti quando prodotti a rischio sono stati venduti a clientela fatta per prodotti "commodity", con lo specchietto per le allodole di una maggior redditività. Quando sono stati venduti erano liquidissimi, se ne vendevano a pacchi ed era anche facile cederli: dalle cartelle fondiarie che andavano a ruba a fine anni '60 alle CDO subprime AAA. Quando poi il rischio latente (di tasso nel primo caso, di credito nel secondo) viene a galla, la liquidità implode. Bisognerebbe spiegare questo agli investitori non qualificati. Chi ha il coraggio di farlo?
Ecco la mia personale esperienza con le norme Mifid su appropriatezza e trasparenza dei prodotti finanziari: intervista di 10 minuti con la gentile impiegata della mia banca, dichiarazione di tolleranza per il rischio minima, esclusi tutti i prodotti finanziari strutturati e i derivati di ogni sorta. Se mi verrà l'uzzolo di prendermi dei rischi lo farò con l'attività professionale o, perché no, imprenditoriale, mia o di business conosciuti di prima mano. Ma non adesso perché devo far partire il business point. Vi consiglio di fare altrettanto, fate un favore a voi stessi e alla banca o al promotore che così non dovrà fare lo slalom tra gli adempimenti della Comunicazione Consob di cui sopra.
Luca
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