domenica 17 maggio 2009

Il bilancio rassicurante di Artigiancredito Toscano



Da una news ASCA
TOSCANA: ARTIGIANCREDITO, GARANZIE PER 1,3 MLD E SOFFERENZE A 1,21%
(ASCA) - Firenze, 15 mag - Cinquantaseimila imprese socie e oltre 1,3 miliardi di operazioni complessivamente garantite di cui beneficiano oltre 30 mila imprese, con 625 milioni di euro di nuovi affidamenti nel solo 2008.
Sono i numeri di Artigiancredito Toscano (ACT), consorzio fidi nato nel 2006 dalla fusione dei 18 confidi provinciali promossi dalle associazioni Cna e Confartigianato, e primo confidi ad aver ricevuto da Banca Italia l'autorizzazione a operare come intermediario finanziario vigilato per poter rilasciare garanzie equivalenti a quelle bancarie.
Act ha svolto oggi l'assemblea annuale dei soci e approvato il bilancio d'esercizio 2008 alla presenza del presidente della Giunta Regionale della Toscana Claudio Martini.
[...] Nei primi quattro mesi dell'anno, Artigiancredito ha garantito crediti per 218 milioni di euro, con un aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2008. La volonta' di ripresa e l'impegno degli imprenditori e' rilevabile anche dal buon indice delle sofferenze nella restituzione del credito, che si attesta a un tasso 'fisiologico' dell'1,21%, in linea con gli anni precedenti.

Un bilancio importante che merita una lettura attenta, appena mi sarà possibile.

Luca

15 commenti:

  1. L'ente citato è sicuramente una realtà di primaria importanza e dimensioni. L'1,21% è una cifra che impressiona molto favorevolmente. Mi augurerei che fosse dichiarata anche la definizione, cioè quali grandezze esaminano, rispetto a quali anni e la formula utilizzata.
    Dico questo perché sto imparando che, in questo mondo dei confidi, le misurazioni sono le più varie possibile e tutti chiamano nello stesso modo (o in modo molto simile) cose che sono invece assai diverse. Uno dei primi passi, ritengo molto utili, sarebbe quello di omogeneizzare le definizioni e contribuirebbe senz'altro a poter effettuare paragoni... che tengono.

    RispondiElimina
  2. Condivido l'osservazione.
    Sarebbe interessante sapere se il contenzioso è quello pagato effettivamente, o quello "aperto" e soprattutto qual è la formula cioè qual è il denominatore, perchè l'121% mi sembra quantomeno "sospetto"

    RispondiElimina
  3. Sì, l'1,21% più che impressionare favorevolmente, puzza.

    RispondiElimina
  4. Il confidi è il risultato della fusione per incorporazione dei 18 confidi toscani dell'artigianato. Ha iniziato ad operare nel 2005/2006 e quindi per una valutazione più attenta del portafoglio "non in bonis" dovremo attendere qualche anno. Condivido poi l'osservazione di Luigi: la maggior parte dei Soggetti Garanti dichiarano il "tasso di perdita" o il "tasso di sofferenza"? In molti casi, credo, venga prescelta la prima strada.

    RispondiElimina
  5. Dove si legge questo bilancio?
    Mi piacerebbe approfondire la materia dei bilanci dei Confidi. Avete qualche testo da suggerire?

    RispondiElimina
  6. purtroppo è vero che è difficile trovare omogeneità rispetto a certi assett.
    quando si parla di insolvenze l'approccio più diffuso è di riportare il dato riferito alle perdite (garanzie pagate e messe a perdita) messe in relazione con i flussi di erogazioni dell'anno cui sono riferite.
    meno diffuso misurare ad una certa data la dimensione degli incagli (garanzia rilasciate su finanziamenti revocati dalla banca) in relazione allo stock di garanzie in essere.
    rispetto a perdite su erogazioni spesso si incrociano indici che stanno tra lo 0,5% ed il 2%.
    rispetto a incagli su garanzie in essere spesso gli indici stanno tra il 3% ed il 5%.
    Purtroppo sono rari i bilanci che riportino tra i conti d'ordine le garanzie incagliate.

    RispondiElimina
  7. Sulle dimensione delle perdite influiscono i recuperi che sono sempre stimati e quindi ....
    Le garanzie incagliate non dovrebbero essere salite sopra la riga? Se rimangono sotto c'è qualcosa che non va.

    RispondiElimina
  8. no, se l'azione di recupero è affidata alla banca ed il pagamento della garanzia interviene alla conclusione delle azioni.
    ciò detto spesso passano sopra quando sono costituite somme in pegno oppure le azioni vengono condotte disgiuntamente.

    RispondiElimina
  9. Se il pagamento della garanzia avviene alla conclusione delle azioni (garanzia sussidiaria), in bilancio c'è un effetto ritardo che nasconde le perdite in maturazione.
    Sugli incagli sotto la riga, la mancata separata evidenziazione fra i c. d'ordine, o la mancata salita sopra la riga per neutralizzare i depositi, rimasti fin dall'origine sopra, costituisce edulcorazione del risultato.
    Mi suggerisce un testo di approfondimento? Grazie.

    RispondiElimina
  10. testi purtroppo no, credo non ci sia letteratura al riguardo o comunque non ne conosco.
    in ogni caso sarebbe semplice, le garanzie incagliate ma non escusse dovrebbero essere rappresentate nei conti d'ordine e trovare corrispondente copertura economica (con i criteri di determinazione dei dubbi esiti propri di ciascuna struttura) nel fondo rischi su garanzie prestate (voce 81 spp).

    RispondiElimina
  11. come al solito cogliamo nel segno (quando c'è da trattare di chiarezza ed uniformità)... il che vuol dire che ce n'è parecchia di strada da fare. Sarebbe bello poterla percorre in maniera condivisa tra tutti, ma questo probabilmente è solo un pio desiderio.
    x Sapio, di norma i bilanci sono sui siti internet dei confidi, ma non sempre ci si capisce qualcosa; non essendoci, come detto, omogeneizzazione, è sempre difficile essere certi che si sta interpretando correttamente quello che si legge. Peraltro, non conosco testi di letteratura sul genere.
    Sul dove guardare e cosa esaminare, da un punto di vista pratico, io differenzierei la visione a seconda se ho in portafoglio garanzie a prima richiesta o garanzie sussidiarie.
    Se ho "prime richieste", dovrei focalizzarmi sui crediti incagliati, perché le "prime richieste" sono appunto le prime ad essere escusse nel momento della revoca dei fidi o subito dopo la classificazione del credito in sofferenza.
    Se invece ho "sussidiarie", piuttosto che guardare ai crediti incagliati (ed alle correlative quote di garanzia), io guarderei ai crediti in sofferenza. Infatti è un credito in sofferenza che comincia a far "fibrillare" una garanzia, la quale rischia di venir escussa dopo qualche tempo. Anticipare la fibrillazione di una garanzia sussidiaria alla fase di incaglio del credito, anche se può apparire prudente da un punto di vista di un regulator, a me personalmente sembra un tantino esagerato.
    Detto questo, mi rendo perfettamente conto che, con la posizione apparentemente presa da FdGaranzia sulla ponderazione zero (e sempreché questa posizione, a mio avviso illogica per le ragioni esplicitate in altro post, non cambi) le sussidiarie sembrano destinate velocemente a scomparire.

    RispondiElimina
  12. Ma non è stato inventato il past due 180 proprio per sostituire i concetti di incaglio e sofferenza?

    RispondiElimina
  13. si. è stato creato ed entrerà in vigore se non sbaglio dal 01/01/2010. Peraltro (sentito dire da alcuni consulenti) dovrebbe essere di 90 gg. e non 180 gg. Sicuramente prenderà il via per le banche e non sono sicuro se anche per gli altri intermediari vigilati. Non credo tuttavia (ma qui posso sbagliare) che sostituisca il concetto di "sofferenza". Se chi ne sa di più volesse intervenire e distinguere anche tra banche ed altri intermediari.......

    RispondiElimina
  14. @Sapio: quoto anarchico sul trattamento contabile delle garanzie incagliate con una precisazione: non c'entra la prudenza nel far transitare sopra la linea un credito di firma non ancora escusso, si tratta solo di una rilevazione che non sta nè in cielo nè in terra, nella misura in cui la banca finanziatrice non ha ancora escusso la garanzia (indipendentemente dal fatto che ci si trovi o meno in regime di fondi monetari).
    La prudenza semmai attiene al processo valutativo della suddetta garanzia incagliata, che il Confidi è tenuto ad espletare (teoricamente per via analitica), tenendo conto rispettivamente della probabilità di escussione e della LGD del relativo credito. Pertanto, non si pone il problema sollevato da Sapio dell'"edulcoramento" del bilancio del Confidi se, per l'appunto, l'anzidetta valutazione viene effettuata correttamente e la rettifica di valore viene appostata in bilancio.
    Spero di essere stato chiaro.
    @claudio e anarchico. discorso qualità del credito: le esposizioni deteriorate sono classificate da Banlkit in 4 categorie: scadute, ristrutturate, incagli e sofferenze, e non è assolutamente corretto ritenere che la prima categoria sia destinata a "soppiantare" le ultime due. In realtà si tratta semplicemente di fotografie scattate ad istanti differenti che rappresentano un diverso stato di salute del credito: teoricamente una posizione in bonis attraversa inizialmente la fase di esposizione scaduta (e qui rileva la distinzione 90/180 da qualcuno richiamata in precedenza); al perdurare delle difficoltà del debitore la posizione da scaduta diviene incaglio (qui rileverebbe la distinzione tra oggettivo e soggettivo), per finire a sofferenza nel momento in cui lo stato di insolvenza del debitore è acclarato. Ovviamente quelle che vi ho fornito non sono le definizioni normative che comunque sono nella Circolare 272 (Matrice dei Conti).
    Peraltro le istruzioni di bilancio di banche ed intermediari sono destinate a cambiare nel corso di quest'anno.

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.