martedì 23 giugno 2009

Torno da Surriento (e dal convegno di Napoli sui confidi)



Un blog veoce per dirvi che sono di nuovo a casa dopo cinque giorni intensi tra i due golfi (Napoli e Salerno). Mi sono preso un piccola vacanza approfittando del Convegno del 18/6 a Napoli. Tra i micro-rimedi anticrisi aggiungo un viaggio con vostra moglie (o marito) in qualche posto splendido come Sorrento, Capri e la costiera amalfitana. Posso testimoniare che è impegnativo per gli spostamenti, ma dà una carica!
Bene, tornando a noi, ecco il testo dell'intervento preparato per il Convegno. Ho parlato a braccio, ma il succo c'è anche nel testo scritto. Il Convegno è stato interessante, e potrebbe aprire sviluppi interessanti per un osservatorio sui confidi del Mezzogiorno, o anche soltanto per mettere in rete persone interessate al settore. Ecco la foto di gruppo con molti degli autori che hanno collaborato al progetto di ricerca dell'ASRM: da sinistra Maria Grazia Starita, Luca Russo, me stesso, Salvatore Vescina, Claudio D'Auria, Otello Ardovino, Dario Ruggiero, Roberto Villa e Alessandro Panaro.

Il rapporto è stato pubblicato da Giannini Editore. Penso che l'Associazione SRM ne stia curando l'invio agli operatori interessati.

Luca

13 commenti:

  1. Ill.mo professore,
    ci siamo incontrati a Napoli lo scorso 18 giugno.
    Sono il responsabile dell'unica Sede meridionale di un Confidi del Nord - il Confidi Province Lombarde - e fino a due mesi fa direttore del Confidi Salerno.
    Sono molti i punti sui quali vorrei soffermarmi, ma ritengo che un grande problema per la trasformazione dei confidi in "107" sia quello del patrimonio di vigilanza: questo avviene per tutti i network di carattere nazionale, vuoi perchè le garanzie rilasciate stanno crescendo a dismisura (forse troppo convulsamente), vuoi perchè i livelli di redditività delle operazioni non sono tali che consentano un adeguato rafforzamento del patrimonio.
    Un parziale utilizzo dei "Tremonti bond" per la patrimonializzazione dei confidi che fanno domanda per la 107, non potrebbe essere una proposta sensata da fare al governo?
    Cordiali saluti.
    Gennaro Buongiorno

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  2. Caro dottor Buongiorno, ben ritrovato e grazie del commento. La sua proposta è interessante, ma la vedo praticabile dopo la trasformazione in "107" e soltanto per i confidi di maggiori dimensioni. Nei casi di ricorso delle banche ai T-bond, stiamo infatti rendendoci conto di quali siano i costi di negoziazione e di immagine che ciò comporta.

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  3. Non solo, i T bond sono emessi dalle banche e sottoscritti dal Tesoro e gravati di un rendimento fra il 6 e l'8%. Se nel passato i Confidi avessero dato quel rendimento , allora il problema della scarsità del patrimonio di vigilanza non si porrebbe.

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  4. Caro dott. Buongiorno, aggiungo a quello che hanno scritto gli altri amici che per la patrimonializzazione dei confidi lo strumento più efficiente è l'emissione di un prestito subordinato che costa molto meno dei T-bonds e consente di aumentare il patrimonio di vigilanza della metà (non si possono emettere subordinati per più della metà del patrimonio di base).

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  5. Luca, ma la foto dov'è?

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  6. Io la visualizzo nel post. Altri non la vedono?

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  7. Neanch'io riesco a vederla!

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  8. Ho modificato il riferimento html. Si vede adesso?

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  9. Bravo Luca, chiaro e forte. Speriamo che chi deve capire capisca. Aggiungo un'esperienza, Luca dice terzium non datur fra fidejussioni eligibili e tranched cover. Purtroppo le tranched cover costringono la banca da operare al buio, non sa mai se il pool garantito sarà redditizio (in funzione del tasso praticato) oppure no. In pratica in queste operazioni la banca fa un piano di erogazioni per granularità, importi e rischio in funzione del cap messo a disposizione dal garante ma la realizzazione dell'obiettivo è difficilissima e quindi solo alla fine si sa se è stato centrato l'obiettivo di portafoglio(mai accaduto). In pratica le tranched cover dopo i primi esperimenti verranno abbandonate. Per le banche standard poi sono costosissime!

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  10. Caro Sapio, le tranched cover hanno il grosso vantaggio di evitare il rischio di fallimento dei confidi per default eccessivi. Nello scenario che si prospetta, i confidi 107 con portafogli di garanzie personali rischiano grosso, è un mestiere nuovo per loro e non hanno patrimonio e diversificazione sufficienti.
    Questo nell'ottica dei confidi. Le banche, dici tu, devono tribolare per valutare le tranched cover. E' vero, c'è da scontarle nel pricing iniziale, ci sono effetti sul capitale assorbito complicati e variabili nel tempo per le banche IRB, limitati e costosi per le banche standard. Sono cose macchinose, e dobbiamo ancora imparare bene a gestirle come processi continuativi. Però con l'esperienza i costi si abbattono. Le operazioni segmentate impongono una valutazione accurata del rischio per pratica e per pool che può avere un utile effetto educativo sui confidi che le fanno.
    Un confidi che fa il consulente e si assume una quota limitata di rischio può ancora servire, se è in grado di valutare bene l'impresa e lavora le pratiche con efficienza.

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  11. Caro Luca,
    con piacere raccolgo l'nvito che, molto gentilmente, mi hai fatto a Napoli per intervenire sul blog.
    Orrore, si parla già di possibilità di fallimento dei Confidi 107!
    Battute a parte, se il patrimonio è insufficiente per le garanzie con cosa si faranno mai le operazioni diversificate che potrebbero aumentare le disponibilità dei Confidi 107?
    Per far fronte alle insolvenze, per mantenere il rapporto garanzie/requisito patrimoniale, in assenza di contributi pubblici o strumenti alternativi per la riduzione del rischio, l'unica strada percorribile è l'aumento dei costi per il rilascio della garanzia, naturalmente con somma felicità delle PMI!
    Trasformarsi in 107 SOLO per abbattere il requisito patrimoniale delle Banche, senza concreti vantaggi economici per le Imprese, anzi esattamente il contrario, dovrebbe essere l'ultimo dei pensieri di un Confidi che opera in clima di Mutualità.
    La strada delle operazioni tranched, concordo Luca, pur con qualche difficoltà, potrebbe essere una valida alternativa proprio per limitare danni ai Confidi e mantenere costi competitivi per le Imprese.
    Ho apprezzato molto il tuo intervento di Napoli e, sinceramente, mi è molto piaciuta l'ultima slide!
    Crescere, razionalizzare, professionalizzare, sono obiettivi da perseguire con consapevolezza e raziocinio senza buttarsi a capofitto in avventure che, imposte per legge, hanno nella data di inizio l'unica cosa certa.
    Certo è che se Basilea 2 avesse trovato sede a Sorrento o a Taormina, le norme avrebbero potuto essere "illuminate" anche dal caldo sole Mediterraneo con risultati sicuramente diversi. Idea: e se proponessimo di rivedere Basilea 2 sostituendola con Taormina 3?
    Ciao Luca, a presto.
    Roberto Villa

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  12. Caro Roberto, mi ha fatto molto piacere trovare il tuo commento e grazie dell'apprezzamento. Taormina 3 sarebbe un passo avanti rispetto a Basilea 2.1; chiederemo l'appoggio logistico a Bartolo Mililli, che è un amico molto ospitale.
    Al di là delle facezie, è molto importante che persone radicate nel mondo confidi, specie se provvisti di esperienza e buon senso come nel tuo caso, partecipino alle riflessioni e al dibattito.

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