Sto ricevendo le prime risposte al tam tam sui procedimenti di iscrizione dei confidi all'elenco speciale ex art. 107 TUB. La scorsa settimana, le principali associazioni dei confidi si sono riunite a Roma per fare il punto sulla possibilità di ottenere dal Ministero dell'economia la proroga della scadenza del 31/12/2009, oppure la deroga all'obbligo di iscrizione per i confidi con volume di attività superiore a €75mn ma inferiore ad una maggiore soglia da stabilirsi.
Stando a quello che mi hanno riferito alcuni amici che hanno partecipato agli incontri, non sono ipotizzate o ipotizzabili dilazioni o attenuazioni delle scadenze pendenti ai sensi delle norme in vigore.
Il segnale è confortante, in quanto starebbe ad indicare che i confidi soggetti all'obbligo di iscrizione si sono attrezzati per corrispondervi.
In ogni caso, penso che varrà il motto latino motus in fine velocior, col rischio di code da bollino nero.
Sembra che, per concordare l'atteggiamento da tenere verso i ritardatari, le rappresentanze dei confidi e la Divisione Costituzioni banche e intermediari finanziari della Banca d'Italia abbiano scambiato messaggi ricchi di significati simbolici. Assoconfidi ha inviato il testo del leitmotiv di una nota commedia musicale, al che la Vigilanza ha risposto con i passaggi conclusivi di una parabola evangelica.
Chi ha programmato una partenza intelligente eviterà il rischio.
Luca
Caro professore vorrei tanto sbagliarmi ma ho l'impressione che a spaventare i nostri confidi in questo momento siano gli assorbimenti patrimoniali. Le insolvenze aumentano ed il patrimonio comincia a diventare stretto. Sopratutto i confidi che hanno "fatto cassetta" negli anni attraverso i contributi pubblici stanno soffrendo. Spero di sbagliarmi ma non vorrei che tra tutte le disposizioni previste per i confidi 107 quella che sta creando maggiori preoccupazioni, anche perchè di difficile soluzione visti in tempi stretti, sia quella relativa al patrimonio di vigilanza soprattutto in relazione ai piani industriali per il prossimo futuro.
RispondiEliminaSono d'accordo. Nell'esame delle domande di iscrizione, la Banca d'Italia valuterà sicuramente con rigore l'adeguatezza del patrimonio. Per i confidi che già non erano ricchi di capitale, o che si sono impoveriti per la crescita delle escussioni, non è facile sanare la carenza di patrimonio. Con i 107 a regime avremo finalmente rilevazioni statistiche e contabili adeguate, per analisi e confronti a livello di sistema.
RispondiEliminaCosa succederà a quelli che a dicembre avranno si presentato domanda, ma non ancora ottenuto il riconoscimento per carenza della documentazione?
RispondiEliminaConcordo anche io con i professori. Il patrimonio di vigilanza è il principale problema (e anche il più sottovalutato dai confidi per lungo tempo).
RispondiEliminaSulla domanda di Sapio, vorrei tranquilizzare tutti. Il 31.12.09 è la data ultima per la presentazione della domanda, dopodichè il procedimento si dipana per (almeno) i 120 giorni successsivi. Se ci sono richieste di chiarimenti (ci sono sempre...), il procedimento si interrompe. E' presumibile ritenere che una domanda presentata sul filo di lana possa determinare l'iscrizione al 107 nel corso dell'estate del 2010.
E se il patrimonio di vigilanza è un problema adesso che fanno garanzie sussidiarie, ne vedremo delle belle quando tenteranno di rilasciare garanzie a prima richiesta
RispondiEliminaMhhh...ma quando quel geniaccio di Giulio, con la disastrosa assistenza di alcuni politici espressione di una nota associazione datoriale, ha redatto la legge quadro sui confidi, qualcuno gli ha sussurrato in un orecchio che cosa sono? Il dubbio sorge spontaneo ed è un dubbio sul quale molti si arrovellano da ben 6 anni. Scusate lo sfogo ma, purtroppo, la realtà dei fatti è proprio questa!
RispondiEliminaAi tempi (2003 e anni precedenti) di eleggibilità delle garanzie si parlava come di un problema di status giuridico dei confidi. Ricordo discorsi del tipo: "gli spagnoli sono riusciti ad imporsi a Bruxelles, o a Basilea, noi invece ...". Di qui la leggerezza nel far partire (con la legge quadro, cui non penso abbia messo mano personalmente l'allora ministro dell'econoomia) l'esodo dei confidi maggiori verso il mondo dell'intermediazione vigilata. Sono seguiti quattro anni di temporeggiamenti e di convegni, poi la macchina si è messa in moto. Dal mio osservatorio, ho visto un'esigua minoranza di soggetti (singoli confidi, non le loro rappresentanze) che si sono presi in carico - per tempo e per quello che è - il problema di trasformarsi in 107.
RispondiEliminaOra con l'iscrizione a 107 i confidi medio-grandi devono affrontare i problemi di cui per anni si è soltanto parlato. Che se la giochino. Ad impossibilia nemo tenetur. Facciano quello che è loro possibile, senza piangersi addosso.
Appunto chiamiamo le cose con il loro nome: è stato un azzardo costruire la normativa di settore senza conoscere i soggetti oggetto della medesima. E speriamo che questo azzardo non sia fatale...
RispondiEliminaMa come mai un gran numero di piccolo-medi Confidi continua, anche ora, a pochi giorni dalla scadenza del 31.12.2009, a sperare che ci sia una proroga, o che venga concessa per determinate situazioni a qualche Confidi? Che possibilità reali ci sono che Bankitalia lo possa fare, e se non lo fa, che escamotage s'inventano i medesimi Confidi 106 (ma che non vogliono diventare 107, almeno per ora) ?
RispondiEliminaCi sono azioni di lobbying in corso (a quanto ho inteso) per negoziare un'alleggerimento della regolamentazione. Non ho notizia di proroghe, ma è noto che sono spesso la decisione last minute.
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