Cito da questa news:
Torino, 17 nov. - (Adnkronos) - Confartigianato Fidi Piemonte e' il primo in Italia tra i confidi di Confartigianato ad ottenere l'iscrizione all'albo degli intermediari finanziari vigilati da Banca d'Italia. ''La trasformazione in intermediario finanziario - ha spiegato Gianmario Caramanna, direttore del confidi - gli consentira' di intensificare l'impegno volto a sostenere l'accesso al credito delle imprese artigiane e delle pmi socie, in quanto le garanzie offerte consentiranno un minor accantonamento da parte degli istituti di credito convenzionati e, conseguentemente, si avranno condizioni migliori''.
Ad oggi Confartigianato Fidi Piemonte annovera 19.700 soci e ha ottobre sono stati oltre 190 i milioni di euro concessi per i finanziamenti , contro i 176 dell'intero 2008.
''Entro fine anno supereremo i 200 mln'' ha concluso Caramanna sottolineando che se nel 2008 il 49% delle garanzie erano concesse sulla liquidita' e per il breve termine e il 51% per gli investimenti produttivi, nei primo 10 mesi del 20009 il 72% hanno riguardato la liquidita' e il 28% gli investimenti.
Il confidi dell'artigianato piemontese segue a ruota Artfidi Lombardia. A quando il primo 107 di industria, terziario o multisettore?
Luca
Aggiornata l'entrata.
RispondiEliminaA quando le prime uscite?
...ibis redibis non morieris in 107 tub....
RispondiEliminaMa secondo voi i confidi per le imprese agricole servono a qualcosa? Avete informazioni su quanto funzionano?
RispondiEliminaCarneade, Sibilla se incontrerete direttori o presidenti di confidi, non offendetevi se non vi porgeranno la mano per un saluto, preferendo tenersela in tasca.
RispondiEliminaCaro Luca, direttori e presidenti di confidi dovrebbero stringere tutte le mani indistintamente e cercare il massimo del consenso; se stanno li e ricevono le loro laute prebende raramente è per motivi concreti ed economicamente plausibili, spesso è per motivi politici. Donde la necessaria ricerca di consensi.
RispondiEliminaBarbapapà, gli attuali confidi agricoli rappresentano gli ultimi rappresentanti del vecchio modo di intendere il Confidi...
RispondiEliminaForte spirito associativo e "sindacale", scarsa attenzione al "prodotto" garanzia, in termini di efficacia e efficienza.
Ma in definitiva a cosa possono servire i confidi in agricoltura? Forse non al rilascio della garanzia, ma in modo più costruttivo a fare del sano business office alle imprese agricole (...queste sconosciute....)
Dodona, condivido. Le banche non capiscono nulla delle imprese agricole, forse i confidi hanno una ragione di esistere come "interpreti" del settore. Ma lo stanno facendo? E, se si, chi lo sta facendo?
RispondiEliminaSui confidi agricoli ha scritto un post apposito
RispondiEliminaNessuno ha il bilancio di Confartigianato Fidi Piemonte da mandarmi?
RispondiEliminaQui c'è il 2008 -> http://www.confartigianatofidi.it/File_pdf/Bilancio_2008/Fascicolo di Bilancio_08 .pdf
RispondiEliminaSul 2009 e 2010 ci sto lavorando...
In data 10 novembre 2009, anche ConfidimpreseFVG ha ottenuto iscrizione all'albo degli intermediari finanziari vigilati da Banca d'Italia.
RispondiElimina... e 6.
RispondiEliminaAl 7' 107 stappiamo?
Io stapperei se resistono 7 mesi.
RispondiEliminaIn effetti, a quanto mi risulta, l'iscrizione al 107 e' stata troppo tempestiva... Qualche tempo in piu' "di riflessione" non avrebbe guastato...
RispondiEliminaMettiamo in agenda la data proposta da Carneade...
Certamente resistono 7 mesi, passeranno un paio di anni prima delle ispezioni di vigilanza.....
RispondiElimina.... sempre se è rimasto qualcosa da vigilare.
RispondiEliminaGigi, sul bilancio 2008 di Confartigianato Fidi non c'è nenche un tentativo di calcolo del PV.
RispondiEliminaCassandra ha stappato il Vaso di Pandora e ... l'ottimismo regna sovrano!
RispondiEliminaChe diamine, i Confidi stanno cercando di fare quello che le normative (giuste o sbagliate che siano) richiedono. E non credo solo per autoreferenzialità, ma per essere ancora di supporto alle imprese, e per capire di quanto ne abbiano bisogno basterebbe passare UN GIORNO IN UN CONFIDI...
Le normative dicono quello che dicono. Il fatto è che i 107 diventano simili alle banche, soprattutto dal lato costi (del rischio e di compliance) con l'handicap di non avere ricavi paragonabili e con il vincolo delle politiche associative. Se, oltre ad adeguarsi alla normativa (cosa ora necessaria), i confidi troveranno una via per fare altri business (consulenza) sopravviveranno da soli altrimenti necessiteranno sempre del contributo pubblico. La terza possibilità sta nel tornare 106.
RispondiEliminaDalla esclamazione del dott. Villa nascono alcune idee!
RispondiEliminaPerche' i Confidi non fanno qualche open day in cui mostrano attivita', politiche e rendiconti?
Un incontro con gli "analisti" interessati sarebbe una bellissima azione di trasparenza e, perche'no?, anche di sano marketing.
In fondo viviamo in un mondo dove il capitale piu'; importante e' quello delle relazioni...
Beppe, l'idea dell'open day (tipica delle scuole e delle università) è molto buona. Dovrebbero essere protagonisti i soci per raccontare la loro esperienza.
RispondiEliminaTrasparenza? Qualcuno di voi mi ha scritto che la trasparenza non è nel DNA dei Confidi? L'Open day con i clienti? Finisce in uno show, quanto siamo bravi, quanto siamo belli!
RispondiEliminaPiuttosto perché non buttiamo giù dei principi base cui devono rispondere i bilanci dei Confidi?
Comincio io , voi seguite.
1) Dai bilanci vanno espunte totalmente le attività eseguite con Fondi di Terzi in amm.ne. Anche dai c. d'ordine. Esse vanno rendicontate a parte.
2) Il rischio va esposto nei C. d'Ordine per categorie omogenee di rischio e durata, con esposizione delle Controgaranzie robuste (niente fdj soci etc.)
RispondiElimina3) Il fondo a copertura delle PA pluriennali va fuori del PV
4) Ogni bilancio, anche dei 106, deve esporre chiaramente il calcolo del Total Capital Ratio.
Continuate voi
Io credo invece che un Open day darebbe il modo ai confidi di 'confutare' la tesi di Sapio... contribuendo a capitalizzare il capitale di reputazione che ciascuno ha accumulato in questi anni 'pioneristici'. Non sarei cosi' pessimista....
RispondiEliminaCredo che un leale confronto tra pratica e teoria potrebbe essere utile a tutti, purchè:
RispondiElimina1) non diventi una sterile esposizione del "noi facciamo così" e "voi dovete fare così";
2) affronti i problemi reali che i Confidi (106 o 107 che siano) stanno vivendo, iniziando dalla scarsità del patrimonio e dei fondi monetari che si stanno sempre più assottigliando, continuare con i costi applicati alle imprese, con il monitoraggio post garanzia, con il mercato e la concorrenza, con il ruolo del pubblico, ecc. ecc. ecc.
Penso che nessuno di noi, attualmente, abbia la verità vera in tasca, ma se ognuno di noi mette a disposizione il suo lumicino, forse, tutti insieme, riusciremo ad illuminare efficacemente questo nostro Sistema dei Confidi.
Io ci sto.
Luca, tutti all'Università di Trento per l'Open Day Confidi (e Mercatini di Natale)?
MI SPIEGATE UNA COSA. ERA COSI'COMPLESSO, DIFFICILE, COSTOSO DIVENTARE 107 CHE DI COLPO NE COMPAIONO COSI' TANTI.
RispondiEliminaMI RISULTA CHE NEL SETTORE COMMERCIO CI SIA GIA' UN CONFIDI 107 DA ANNI CENTRO FIDI TERZIARIO.
Roberto: quello che proponi è molto interessante. Più che un open day, sarebbe un periodo di clausura volontaria ... Non ce la facciamo ad organizzarlo per la stagione dei mercatini (se passi da Trento, però, passa a trovarmi).
RispondiEliminaPerché funzioni, bisogna superare la formula del seminario - convegno, e far partire dei tavoli di lavoro nei quali si lavora sul serio.
De Rossi: Centrofidi terziario è stato promosso dai confidi toscani di area Confcommercio, ma non è un 107 confidi, è un 107 spa.
RispondiEliminaopen day?
RispondiEliminanon so mi sa un pò di zoo (con tutto il rispetto per gli animali).
è vero che il sistema confidi spesso si trova sotto attacco (ingiustamente a mio parere) da parte di diversi soggetti.
credo però che la migliore risposta siano i numeri e che i numeri debbano trovare giusta rappresentazione nel bilancio.
che lo sforzo di disclosure si concentri quindi non nell'apertura fisica delle porte (che tanto sono già sempre aperte tutti i giorni e qualche volte pure la sera) ma nella produzione di documenti completi.
credo che, se è vero che il deficit di cui spesso il sistema è accusato è un deficit di forma e procedure, la migliorfe risposta debba venire da forma e procedure.
il mercato poi le risposte le offre tutti i giorni.
Dimenticavo: sì, diventare 107 era e rimane complesso, difficile e costoso. La Banca d'Italia non ha dato via libera ai confidi autorizzati perché ha visto nella sfera di cristallo il loro futuro radioso. Ha verificato che avessero patrimonio e assetto adeguati a giocarsi la partita.
RispondiEliminaLa formula open day non e' la bicchierata al bar. Sono domande al confidi e risposte , in piena trasparenza. Che non e' quella di bilancio.. Il tutto poi si può tranquillamente fare in streaming (prof :-)) senza onerose gite...
RispondiEliminaCentrofidi Terziario è la quadratura del cerchio: si è fatta una finanziaria (non confidi) che svolge alcune funzioni fondamentali (prestazione della garanzia) per conto dei confidi associati.
RispondiEliminaCon questo si sono salvati i consigli di amministrazione di tutti i confidi soci (qualcuno dirà la rappresentanza, il territorio, etc. etc., a me pare un salvar poltrone....italico vizio). Tutto legale, tutto contrario allo spirito della normativa che spingeva verso maggiore efficienza ed efficacia del sistema.
S'i fossi foco....
S'i fossi Banca d'Italia...
Sapio e Beppe:
RispondiEliminaSapio hai perfettamente ragione: i bilanci sono lacunosi, anche con le regole attuali. Bisognerebbe per prima cosa che fossero redatti bene con quello che c'è e poi pensare a regole per migliorarli. Ho visto con i miei occhi tre righe di nota integrativa che spiegavano 200 mln di garanzie e dieci pagine che spiegavano forse 40 mln di totale attivo....(revisori d'Italia: vergogna!)
Beppe hai perfettamente ragione anche tu: l'open day è una ottima idea. Perché non parlare anche di bilanci?
Luca: Grazie e d'accordissimo sulla formula (clausura) e sulle modalità (tavoli di lavoro). Facciamolo, prima possibile, ma facciamolo (il richiamo ai "Mercatini" era solo folcloristico). Si lavori seriamente e si producano, finalmente, documenti seri, il più possibile completi e veramente utili a tutti, anche a chi sta remando contro questo sistema, e siano il frutto, appunto della somma delle lucine che ognuno di noi può portare. Oltre a starci, se così fosse, metterei a disposizione anche l'impegno per contribuire ad organizzarlo.
RispondiEliminaRoberto: appena saranno spedite a Roma le tre domande d'iscrizione che sto seguendo, ci dobbiamo trovare. Tra il 15 dicembre e Natale, può andare bene?
RispondiEliminaBene la clausura e il tavolo: ma occorre che il processo di analisi sia suscettibile di domande e risposte, come nell'agora greca, dove la verità (o almeno quanto di piu' possibile vicino) emegeva dalla dialettica...
RispondiEliminaChi è già 107 da qualche mese, ha già ricontrattato con le banche le condizioni di spread applicate alle imprese che garantisce? Lo sforzo profuso (in impegno e denaro) sta andando a vantaggio delle imprese associate? Quali sono le variazioni di spread ottenute a vari livelli di merito del credito?
RispondiEliminaDodona: un tavolo di lavoro è appunto un luogo di confronto e di verifica. Ben venga la dialettica.
RispondiEliminaLuca: con tantissimo piacere e va benissimo il periodo. Tralascerei la Vigilia di Natale! (come diavolo si fa per fare la faccina che sorride, comunque sorriso).
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