Oggi in molti hanno ripreso da Bloomberg news le pubbliche scuse del CEO di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein. Cito dalla news ANSA da qui:
Goldman Sachs presenta le proprie scuse per il ruolo giocato nel provocare la crisi e annuncia, insieme a Warren Buffett, un piano da 500 milioni di dollari in cinque anni per aiutare diecimila piccole imprese americane. "Abbiamo chiaramente preso parte a cose che erano chiaramente sbagliate e abbiamo ragioni per rammaricarci. Ci scusiamo" afferma l'amministratore delegato Lloyd Blankfein. Scuse che arrivano mentre una pioggia di critiche imperversa sulla banca, la piu' redditizia di Wall Street e che ha accantonato nei primi nove mesi del 2009 circa 16,7 miliardi di dollari per compensi e bonus.Questa ammissione di responsabilità semplice e diretta della regina di Wall Street è un fatto eccezionale, rispetto ad una tradizione di rapporti con l'opinione pubblica all'insegna del "never apologize, never explain". Tanto più se consideriamo che le critiche della politica e dei media alle banche sopravvissute alla crisi sono oggi meno accese di qualche mese fa. Come interpretare queste dichiarazioni? Onestà intellettuale o preparazione di un possibile nuovo SOS al Governo?
Luca
Né l'uno né l'altro: semplice politica di comunicazione finalizzata al recupero dell'immagine (palesemente ipocrita, IMHO). Se le somme fossero invertite (16,7 mld per gli aiuti e 500 mln per i bonus) le parole avrebbero sostanza: così sono solo vuote (ma buone, anzi ottime) intenzioni.
RispondiEliminacredo possa esserci di mezzo il timore che le eccezionali performance di redditività possano generare un sentiment non proprio favorevole per la banca in un mercato in cui il sistema produttivo arranca e la disoccupazione reale è a livelli preoccupanti.
RispondiEliminala parabola goldman sachs 2009 credo sia fortemente rappresentativa di come sta girando il mondo.
fino a un paio di anni fa e negli ultimi venti e rotti anni tutti si sarebbero genuflessi di fronte a certi riosultati, oggi li si guarda con sospetto.
abbiamo deciso che futuro vogliamo costruire?