Sapio ha richiamato la mia attenzione su questo intervento di Silvio D'Arco, assessore allo Sviluppo Economico della Provincia di Latina, che riguarda il mondo confidi:
In qualità di assessore provinciale allo Sviluppo Economico ho già più volte spiegato nelle sedi delle Commissioni consiliari competenti le ragioni della scelta della provincia di Latina di uscire da Consorzio Intrafidi. [...] La stessa relazione consuntiva fornita dal Consiglio di Amministrazione di Intrafidi conferma le ragioni del superamento del Consorzio ed evidenzia quanto da me affermato e sostenuto e cioè la totale inefficacia di Intrafidi rispetto alla propria missione, quella di fornire garanzie alle imprese che abbiano bisogno di accedere al credito bancario.Intrafidi è un Consorzio intersettoriale promosso dalla Camera di commercio di Latina. Non lo conosco direttamente, e sul sito non ho reperito dati sui volumi operativi. La diagnosi dell'assessore D'Arco segnala i limiti di un soggetto che opera su una scala dimensionale inadeguata. La terapia (trasformarlo in Banca di garanzia) mi sembra peggio quanto a praticabilità.
Infatti, nella relazione consuntiva di Intrafidi si può leggere testualmente "di una fase di stallo che ha interessato la collaborazione con la Banca di Roma, dell'esaurimento del plafond in essere con la Banca Popolare del Lazio, che ha bloccato il flusso di pratiche per tutto il 2008 e ancora di un innalzamento dello spread applicato sui tassi "euribor" ed "eurirs" da parte di alcuni Istituti convenzionati che ha bloccato l'abbassamento dei tassi di interesse".
Tutto ciò dimostra in maniera evidente quanto Intrafidi, che ha costituito per anni uno strumento importantissimo a disposizione delle imprese, tanto da spingerci come Provincia ad acquisirne importanti quote societarie, abbia ormai perso ragione di esistere così come è oggi.
Le recenti normative di Basilea 2 obbligano a prevedere garanzia dirette e non sussidiarie se si vuole realmente abbassare il rating delle aziende e obbligano, contestualmente, a dotarsi di strumenti maggiormente efficaci ed incisivi di quelli oggi esistenti.
Personalmente ritengo auspicabile una riconversione di questo istituto in una vera e propria Banca di Garanzia, in grado di sostenere la capacità delle imprese di investire su se stesse e sul loro futuro con una serie di strumenti moderni.
Finché il riassetto dei confidi verrà discusso volando in dirigibile non aspettiamoci progressi.
Luca
Credo che il rimedio ipotizzato dall'assessore (trasformare l'Intrafidi in Banca di garanzia) sia solo un espediente dialettico.
RispondiEliminaSapio, spero anch'io che il rimedio proposto sia soltanto un rimedio dialettico..... perchè se fosse reale intenzione politica ci troveremmo davvero in dirigibile.....
RispondiEliminaAl di là dell'espediente, credo però che prima di battere in ritirata, il soggetto pubblico debba valutare più a fondo quali strumenti alternativi al confidi ha a disposizione.
Questo perchè non è credo che si possa dire a priori che il non-confidi sia meglio.....
Mi sono informato. Hanno valutato e tratto le conclusioni (negative).
RispondiEliminaIl vero problema è che dietro le disquisizioni di facciata sulle formule astratte (cos'è meglio in generale tra confidi, banche di garanzia, finanziarie pubbliche, filiere variamente configurate) gli stakeholder competono per avere vantaggi (governance, immagine, etc.).
RispondiEliminaAh i politici che giocano a fare i banchieri...
RispondiEliminaMah il 05 Novembre c'è stata l'assemblea per il rinnovo delle cariche ......
RispondiElimina... e non tutti ne sono usciti soddisfatti, presumo
RispondiEliminaEcco un altro intervento a nome della Giunta provinciale (v. http://www.provincialatina.tv/news/dett.aspx?id=27521):
RispondiElimina"La Provincia di Latina intende superare altresì le due esperienze di Intrafidi e Confidi, e avviare un percorso che, seguendo gli indirizzi di Basilea 2, ci dia l'opportunità di disporre in favore delle imprese linee di credito a supporto degli investimenti aziendali attraverso la creazione di una Banca di Garanzia ovvero Banca di Credito Cooperativa o tramite l'adesione a progetti similari già esistenti ed attivi, ricoprendo il ruolo mediario tra la tradizionale banca commerciale e l'impresa.
Le banche hanno bisogno di accedere a strumenti di monitoraggio del rischio che assorbano meno risorse economiche, migliorino i requisiti patrimoniali e consentano la liberazione di capitale. D'altro canto il mercato ha necessità di sviluppare una relazione più diretta tra "capitale" e "rischi assunti", dove la garanzia diretta mitighi il rischio e aumenti la qualità dei crediti di firma."
Apprezzo il riferimento all'"adesione a progetti similari già esistenti ed attivi"