venerdì 8 gennaio 2010

Una domanda che fa riflettere: i sistemi IT per il credito sono pronti per le garanzie 107 eleggibili?



Ci sono su aleablog dei thread di discussione molto prolifici, di solito su temi legati ai confidi. Il post su Italia Com-fidi ha dato il via ad una di queste discussioni vibranti. Voglio perciò portarne uno spunto in un nuovo post. Mi attacco ad uno scambio di battute tra due assidui visitatori, che apprezzo sempre per i loro interventi:
Tom Per Sapio, le garanzie eleggibili che oggi i confidi possono offrire sono solo quelle a valere sul proprio patrimonio (sui Tranched abbiamo gia detto...). Ipotizziamo che la garanzia sia offerta da un 107 ad una banca standardized. In questo caso la ponderazione che la banca assegna alla parte garantita è 20%. Nel caso la banca sia AIRB non importa chi sia il garante tanto le deve assegnare un rating relativa PD etc. (o LGD...) in ogni caso ammettiamo che la parte garantita abbia una ponderazione più bassa del 100%. Che tu sappia esistono banche che una volta ricevuta una garanzia eligible riesca a tenerne conto quando calcola il proprio RWA? Ovvero esiste un SI bancario che ad oggi riesce a tracciare le singole garanzie con il relativo RWA?

Sapio Si esistono. Le standard non hanno avuto problemi perché già lo facevano in Basilea1. Le IRB F o A hanno avuto qualche problema.
Rimane una domanda, segnalano bene? Molte banche segnalavano le garanzie ricevute dal FCG gestito dal Mcc come ricevute da MCC stesso.
Il problema dei problemi è che le banche NON sanno calcolare il Tasso minimo praticabile e continuano con i tassi nasometrici. Ma stanno cambiando. Ad esempio adesso alcune banche cominciano ad incentivare i dipendenti sui volumi al NETTO della PA. E' un passo avanti nella comprensione degli effetti economici di Basilea2.

Tom Mi puoi fare qualche nome di banche standardized che pesano la garanzia del Confidi garante 107? Rispetto il tuo punto di vista, ma ho dei grossi dubbi...

Sapio Per Tom. Ho riletto meglio la domanda. Non esistono sistemi informativi bancari capaci di tracciare LE garanzie in modo da calcolare l'assorbimento delle quote in cui va diviso un affidamento (o più affidamenti) coperti da diverse e concorrenti garanzie.
Giro la domanda di Tom agli IT provider e ai CTO della banche: cosa ci offrono in materia di gestione delle garanzie di vario genere le procedure credito e garanzie delle banche e dei confidi? Ci sono sviluppi in corso? E' vero che finora Basilea 2-credit risk mitigation è coperta così così? Spero di ottenere risposte meno sconsolanti di quella di Sapio (non per sua cattiva volontà).
A proposito, calcolare le misure di portafoglio di cui parla Sapio nei suoi commenti precedenti - perdita attesa, capitale a rischio, EVA, KIRB - non è semplice, ma non è nemmeno impossibile, si tratta soltanto di lavorarci, cosa che fino ad oggi hanno fatto in pochi.
Amici cari, qui bisogna mettersi subito all'opera, un bel gruppo di lavoro Puma-credito aperto alle banche, ai confidi, ai tecnologi. Chi aspettiamo?

Luca

31 commenti:

  1. Ciao a tutti
    in merito alla domanda del prof. ritengo che la problematica principale non sia quella di calcolare la PA, la PI, l'EVA o il KIRB, ma l'integrazione dei vari sistemi informativi delle banche, poichè le varie informazioni sono spesso dislocate in database differenti, ad esempio il calcolo dei parametri di rischio dovrebbe avvenire nel Risk Management, il calcolo dell'EVA in CFO, fermo restando che alla fine la procedura segnaletica faccia il suo dovere nel calcolare RW e Capitale Assorbito e le procedure di Accounting riescano a leggere i dati CRO per allineare provisions generiche e specifiche da iscrivere a bilancio.
    Ad esempio sarebbe interessante sapere quante banche che hanno lavorato con Confidi usando le tranche covered hanno poi scaricato le provisions generiche dell'ammontare del fondo....chissààà
    Cià

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  2. Il fondo non è delle banche, ma in deposito presso le banche. Le provisions non devono scaricare il fondo, sono le perdite effettive che scaricano il fondo.

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  3. Non sono le provisions che scaricano il fondo, semmai sono le provisions che vengono scaricate dell'importo del fondo...ripeto dell'importo non dall'importo come da te inteso...altrimenti che senso avrebbe fare provisions generiche su un portafoglio le cui perdite sono coperte da un fondo???

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  4. Non vanno fatte provisions sulle esposizioni in portafoglio perché coperte dal fondo. Quindi lo scarico avviene ... all'inizio, nel senso che non c'è. La gestione separata dei portafogli garantiti da fondo è uno dei problemi aperti.

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  5. Grazie delle riflessioni a Peppex e a Sapio. Di questioni di dettaglio tipo "se sono garantito in una certa forma, come cambio le rettifiche di portafoglio e specifiche?" ce ne sono a decine, ma non conosco una fonte in cui la materia è trattata in modo esauriente secondo le diverse ottiche.
    Il modello dati per il financial & risk management integrato di una banca non è cosa da poco. Per l'idea che mi sono fatto, il rischio di credito del banking book (o del portafoglio garanzie di un confidi) è meno complicato da gestire del rischio di mercato, che utilizza dati molto più frequenti e dinamici, e modelli di calcolo più pesanti e differenziati.
    Che ne pensate dell'idea del gruppo di lavoro Puma-credito? Esiste già? Saper fare le segnalazioni di Vigilanza non esaurisce il problema, ma offre uno spazio sui cui affrontarlo in cui ci sono tutti i pezzi importanti del puzzle, e sfido chiunque a non prenderlo sul serio, se dovesse partire.
    In ogni caso, ragionare con ordine e rigore sui numeri non è una fisima, ma serve a mantenere giovane la mente e fa bene alla comunicazione intra-aziendale e verso l'esterno.

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  6. Luca mi hai provocato (Sordi, Un americano a Roma) e io .....:-)
    De garanziis : Basilea vede un mondo di esposizioni singole invece in Banca si trattano dispositivi di affidamento, cioè complessi (collettività) di affidamenti. Per venirne a capo Basilea stabilisce il principio che ogni singolo affidamento va diviso in parte affidata e parte non affidata. M a complicarci la vita c'è che le garanzie, oltre che dividersi fra reali e personali, si dividono anche in specifiche (una garanzia copre un affidamento in tutto o in parte) e generiche (una garanzia copre più affidamenti, es un'ipoteca copre sia uno scoperto di conto che un mutuo). Tralascio le miste. Il problema sorge allorché bisogna ripartire le generiche sugli affidamenti del dispositivo. Basilea non fornisce criteri in merito........continua

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  7. Caro Sapio/Santi Bailor, accetto il tuo realismo, anzi, aggiungo dell'altro all'intrico di esposizioni e coperture che descrivi: ad esempio, le fidejussioni omnibus, le garanzie che con grado diverso coprono più banche e altri creditori, la giungla dei privilegi legali e, sul fronte opposto, i paletti di frisia e i camuffamenti coi quali i clienti di difendono dalle procedure di escussione e dal fisco(intestazioni fittizie, soldi in Svizzera, fondi patrimoniali, finanziarie estere, etc. etc.). Sono tradizioni italiche alle quali non sappiamo rinunciare (o non possiamo). Fanno il paio con i crediti che non si incassano quando dovuto (verso la PA, il fisco, i clienti), le procedure di contenzioso che durano una vita, i falsi default che rientrano dopo composizioni "bonarie" etc. etc. A Basilea (non solo, anche a Francoforte o a Bruxelles) fanno fatica a capire che questi impicci ce li dobbiamo tenere ancora per qualche tempo (li possiamo smontare durante una crisi? Sarebbe come decidere di fare sfratti lampo in una situazione di crisi abitativa).
    Ora, io ho un sogno: che i confidi stabliscano una qualità della relazione con la banca per la quale non ci sia bisogno di questi incartamenti. L'azienda avrebbe un patrimonio adeguato, lo integrerebbe con garanzie personali su una ricchezza familiare conoscibile e ben distinta. La garanzia confidi copre rischi stimabili in termini di PD e LGD.
    Tra l'altro in una situazione, come è spesso quella attuale, dove la banca attacca a tutti i cespiti del cliente degli elastici che può tirare in caso di contenzioso, la situazione del garante è quella dell'azionista di minoranza: tiene la corda del salame, la banca lo affetta e alla fine al confidi rimane la corda. Questo vale specialmente per le garanzie sussidiarie. Ma fare garanzie a prima richiesta senza essere una banca che può attaccare gli elastici è come combattere una battaglia aerea senza il radar.
    Scusa l'esternazione: ma se la natura dei rapporti banca - aziende - confidi non cambia alla radice, tanto vale lasciare le cose come stanno.
    Ritornando sul piano tecnico: c'è un'enorme complicazione nel gestire la singola posizione, ma questa in parte si dilusice e sfuma a livello di portafogli. Alla fine i parametri critici (PD e LGD) si riescono a stimare, pur mantenendo una forte variabilità causale per questi fattori (per cui la LGD dipende dalle sedi giudiziarie dove si tratta il mio contenzioso, o dalla presenza di belle signorine straniere che fanno perder la testa a maturi imprenditori, o da mille altri fattori).

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  8. Buongiorno, anzitutto concordo sulle osservazioni fatte, conoscendo solo un paio di sistemi IT in uso ai CONFIDI 107, posso affermare che il problema è a monte, ovvero l'inadeguatezza dei sistemi IT in uso e delle strutture di supporto. Quindi ancor prima di un utilissimo gruppo di lavoro Puma-credito, è necessaria una riflessione su come vengono generate le garanzie, su come vengono gestite, contabilizzate, monitorate dai software in uso.

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  9. Caro Oracle (da non confondere con Oracolo, altro ns visitatore): i sistemi in uso presso i 107 sono prodotti ancora giovani, spesso composti da pezzi preesistenti di sistemi 106, o moduli di front-end sviluppati ex novo, integrati con moduli di sistemi per banche, medio-piccole. Concordo sul fatto che serve un'analisi funzionale rigorosa partendo dai processi di erogazione e gestione dei prodotti. Ma siccome è un lavoro in parte nuovo che devono fare diversi soggetti, con in più l'esigenza di parlare un linguaggio comprensibile dalle banche convenzionate, ravviso un'esigenza vitale di iniziative di sistema.

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  10. Mi risulta che attualmente a livello di Puma2 vi siano due gruppi di lavoro.
    Il primo copre le esigenze bancarie, ed i confidi non vi sono rappresentati, il secondo copre le esigenze degli intermediari vigilati, e qui troviamo rappresentanze di societa finanziarie, di leasing, ecc. ma non di confidi.
    Non so in quale dei due gruppi i confidi vorranno farsi rappresentare.
    Quello che è nuovo in questo panorama è la rilevanza del credito di firma all'interno del mix dei prodotti offerti, da cui la necessità di approfondire e codificare adeguatamente tematiche finora marginali per entrambi i gruppi.
    Da parte mia mi offro volontario se si muove qualcosa, ma non ho la posizione adeguata per fare azioni di lobby.
    Professore ci tenga al corrente.

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  11. Per farvi un esempio, le banche (che io conosco) caricano le garanzie dei confidi non come percentuale del finanziamento, ma come importo (monetario) originario della garanzia. Man mano che il cliente si esdebita l'importo della garanzia, lato banca, rimaneva (rimane) invariato. Nulla questio sulle garanzie a valere sui Fondi Rischi, tanto non ponderavano, ma ora? Aggiungo una problematica, quando ci fosse la controgaranzia FCG la garanzia e le relative percentuali dovrebbero sdoppiarsi........

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  12. Oracolo: non so quanto sia fattibile, ma qui ci vuole un gruppo di lavoro dedicato (una sotto-commissione, fate voi ...) che coinvolga banche E confidi, insieme. Andare con gli altri 107 è (con tutto il rispetto) una dispersione di energie. Gli schemi di bilancio degli intermediari 107, a differenza di qelli delle banche, sono in realtà una collazione di schemi molto specializzati per leasing, factoring, credito al consumo, merchant banking e, adesso, confidi. Ha senso lavorare su schemi ad hoc per gli intermediari di garanzia che filtrino le voci effettivamente utilizzate, per avere l'equivalente degli schemi di bilancio bancario ex DL87/92 adattati ai confidi (quelli con le voci "uno" 81, 141 per intenderci), che hanno reso un buon servizio per i 106.
    Tom: anch'io mi sono reso conto che la certezza del dato sulle esposizioni garantite è spesso un optional, e che raggiungerla costa fatiche enormi. E che questo in molti casi dipende da ritardi, manualità, incompletezza del dato di "proprietà" della banca. C'è solo da capire che la garanzia è un contratto creditizio "derivato" sui generis, che quindi deve essere allineato con lo sviluppo contrattuale e contabile del rapporto (o del portafoglio di rapporti) ad esso sottostante. L'informatica deve essere usata in maniera intelligente e collaborativa per rendere minimo il costo di questo allineamento.

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  13. Luca: concordo ampiamente con la necessità di un allineamento su nuovi schemi di bilancio confidi a nuovo ex IAS che tenga conto delle specificità tipiche, sullo stile del 87/92.
    Credo che tale esigenza debba essere avvertita in primis dai confidi, che altrimenti rischiano ancora una volta quanto da tempo denunciato ovvero la scarsa o nulla conoscenza della loro attività da parte di controparti (banche) e regulator.
    Si tenga anche conto che tali informazioni saranno sempre più rilevanti anche nei modelli di valutazione dei garanti (lato banca) e di gestione (lato soggetti pubblici datori di fondi "agevolativi").

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  14. Ho un'altra domanda. Sapete se le (3?) banche AIRB abbiano un modello di rating del garante già validato da BdI, ovvero abbiano ricevuto la validazione sul modello LGD del garante?

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  15. Pare che il secondo punto (LGD del garante) non sia accettato da BdI. Le banche AIRB devono calcolare la PD ma non ho notizie che qualcuna lo abbia già fatto.

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  16. Grazie Sapio. Eppoi, come si fa a creare un modello di rating basato su in bonis e default, se non ci sono stati default dei confidi. Sono curioso di vedere un modello predittivo dei default, in assenza di default.

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  17. Inoltre, più la controparte da retare ha dimesioni elevate, più il rating diventa qualitativo. Le banche dovrebbero, quindi, sviluppare modelli "bottom of the cycle" tipo società di rating, specifici per i confidi (trattandoli come intermediari finanziari?).....

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  18. Sui modelli di rating di soggetti con pochi default una professoressa dell'Università di Roma aveva fatto un lavoro.
    Comunque in questo caso va precisato il concetto di default perché i confidi non defaultano ma vanno a saldo e stralcio. Questo sì.

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  19. Sulla valutazione di soggetti i cui default a livello di sistema hanno scarsa valenza statistica, esistono modelli ad hoc (ldp) perfettamente compatibili con la normativa (oltre che già ampiamente utilizzati in altri settori).
    Concordo sulla rilevanza dell'aspetto qualitativo: proprio per tale ragione è utile (necessaria) la collaborazione dei confidi per la massima trasparenza e omogeneità di informazione.
    Lato Confidi, ribadisco tuttavia che tale approccio non può essere visto come l'iniziativa di un singolo soggetto quanto come un'espressione corale il più possibile di sistema. Almeno lato bilancio, lasciando poi alle singole voci di un ipotetico modello qualitativo la descrizione di quali sono in concreto i gli aspetti peculiari del confidi.
    Lato Banche, è ovvio che il rating non può che essere un outside-in overview... a meno di essere delle ECAI....

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  20. Per i rating dei confidi si può attingere alla modellistica sulle cartolarizzazioni (distribuzione delle perdite del portafoglio garanzie) integrata da analisi dell'efficienza di costo, della qualità dell'organizzazione. I modelli delle agenzie (specie Fitch) danno un certo peso alla presenza di stakeholder pubblici.

    Penso però che da pochi aspetti (qualità e concentrazione del portafoglio, incidenza dei costi operativi e dei ricavi da altri servizi e capitalizzazione) venga fuori il grosso del rating.

    Al di là della valutazione a fini AIRB, il rating confidi, come giustamente osserva Dodona, interessa tutte le banche per le valutazioni a fini interni della qualità della garanzia ottenuta e dei servizi resi dai confidi. Sempre seguendo le osservazioni di Dodona, noto che c'è un gap informativo notevole da colmare.

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  21. Scusate, ma cosa vuol dire LGD del garante? E' un concetto che non esiste.
    La PD fa riferimento ai soggetti (debitore, grante, ecc.). Applicando il principio di sostituzione, una garanzia personale mi consente di sostituire la PD del garante a quella del debitore.
    La LGD fa riferimento alla forma tecnica (mutuo, scoperto di conto) e alle eventuali garanzie che consentono di ridurre la LGD stessa. Di conseguenza, le banche AIRB non applicano il principio di sostituzione, ma stimano la nuova LGD in funzione della garanzia sottostante.
    Ma, ripeto, non esiste una "LGD del garante", esiste solo una LGD che, data la garanzia, si modifica.

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  22. Certo Claudio, hai ragione. Ma, credo, l'espressione di Tom voleva significare proprio quello che tu dici.

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  23. Vero, la mia espressione era imprecisa, ma il significato era quello. In merito alle banche AIRB credevo che postessero optare tra i due approcci.

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  24. L'accezzione LGD garante è stata peraltro utilizzata dall'ABI in un position paper.

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  25. Passi accezzione (solo perché evidente refuso tipografico) ma retare e defaultano proprio non ci stanno. Alla lettura sono svenuto e hanno dovuto prendere i sali... Prego i signori partecipanti al blog (blogghisti????) di moderare il linguaggio....
    Io non sono certo un accademico, ma tra la crusca e defaultare ci dev'essere una via di mezzo, che diamine.....!!!

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  26. Tom, mai fidarsi dell'ABI ...

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  27. Tom, confermo che le banche AIRB possono optare tra sostituzione della PD e riduzione della LGD. Tuttavia, poichè quest'ultima modalità è estremamente più vantaggiosa, la realtà è che le banche AIRB riducono tutte la LGD per tenere conto della garanzia.

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  28. ma tra il dire e il fare.....

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  29. Non ho seguito il filo degli ultimi scambi di commenti: l'avvertimento di Claudio a Tom (rispetto a cosa?) e fra quali dire e fare sta il mare di Romano.

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  30. Claudio, in merito a fidarsi dell'ABI concordo....tuttavia credo che anche loro intendessero la stessa cosa. Grazie

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