Dal convegno di Napoli delle associazioni degli operatori finanziari riporto un passaggio del tradizionale intervento del Governatore della Banca d'Italia
La contrazione del credito riguarda le imprese, non le famiglie. A dicembre i prestiti alle imprese erano del 3 per cento inferiori a quelli del dicembre 2008. Da un lato, se ne era ridotta la domanda, per la forte flessione degli investimenti; dall’altro, incideva l’accresciuta cautela delle banche nell’offrire finanziamenti in una fase di profonda recessione.Quindi Banca d'Italia si aspetta ancora molto dai confidi, raccomanda alle famiglie di stare attenti al rischio di aumento tassi (vale anche per le imprese!) e auspica che le banche smorzino gli automatismi dei modelli di rating.
L’espansione dei crediti alle famiglie è invece continuata, a ritmi dell’ordine del 3 per cento sui dodici mesi. I nuovi prestiti per l’acquisto di abitazioni vengono concessi prevalentemente a tasso variabile: occorre che i contraenti siano avvertiti del rischio che corrono in caso di aumenti di tasso. Secondo le indagini più recenti presso le banche, vi è una moderata ripresa della domanda di finanziamenti da parte delle imprese. Quelle impegnate in processi di adeguamento tecnologico e di internazionalizzazione meritano maggiore attenzione. Il Governo ha adottato diverse iniziative nel corso del 2009 per rafforzare il supporto delle banche alle piccole e medie imprese; importante continuerà a essere il ruolo dei Confidi nel migliorare le condizioni di accesso ai prestiti e nel preservare la qualità del credito bancario.
I modelli statistici di valutazione degli affidati in uso presso le banche utilizzano al momento i dati di bilancio delle imprese riferiti al 2008; dalla primavera cominceranno a elaborare quelli sul 2009 che, se la ripresa prosegue, potrebbero fornire una rappresentazione non più attuale della situazione. Occorre integrare i dati di bilancio con informazioni raccolte localmente, rendere più tempestive le revisioni degli affidamenti, affinare la selezione del merito di credito, prevedere incentivi equilibrati per coloro che gestiscono le relazioni con la clientela.
Luca
I contraenti dei mutui finanziariamente capiscono poco. Guardano alla rata e basta. Gli puoi spiegare la rava e la fava, e tutto il rischio che corrono ma, tra un fisso al 3% ed un variabile all'1% scelgono prevalentemente (molto prevalentemente, 90% circa) il tasso variabile. Anche se dura 20 anni.
RispondiEliminaChe fare? Serve molta, moltissima educazione finanziaria. Dalle scuole elementari. Ma viste le condizioni in cui versa la nostra scuola è una partita persa.
Per quanto riguarda le imprese, anche qui ci vorrebbe più educazione finanziaria e un ruolo fondamentale lo potrebbe avere il Business Point. Il problema è (e non mi stancherò mai di ripeterlo) che le imprese credono di avere sufficienti competenze finanziarie, salvo poi correre in banca quando cominciano i problemi. La funzione finanza nelle pmi (e soprattutto nelle micro) viene svolta dal titolare e/o al massimo dal ragioniere che segue l'amministrazione. E questi raramente hanno le competenze per farlo ma lo fanno lo stesso, a volte disastrosamente.
Caro Luca, dal discorso di Draghi emergono molte altre cose, soprattutto con riferimento a Basilea 3 che - temo - potranno incidere sul costo del credito molto di più di quanto non sia successo con Basilea 2. Il Governatore sul punto è quasi sarcastico, ma poco efficace, secondo me: dire che non ci sarà credit crunch con Basilea3 perchè c'è già stato prima di Basilea3 mi sembra addirittura offensivo per chi legge. I credit crunch possono peggiorare come ci insegna la crisi del 1929.
RispondiEliminaVennedo al punto da te sottolineato, la frase sui confidi - lo ammetto - non mi è piaciuta molto.
Riporto testualmente "migliorare le condizioni di accesso ai prestiti e nel preservare la qualità del credito bancario". La prima parte mi può stare bene, la seconda meno. Non penso che il ruolo dei confidi debba essere quello di preservazione della qualità del credito bancario; tuttalpiù questo è un effetto collaterale. Altrimenti, è ovvio che le banche pretendano di scaricare sui confidi le poste più rischiose e tenere per sè i clienti buoni.
Nell'attuale fase di revisione delle convenzioni banche-confidi, la frase del Governatore mi sembra un assist a porta vuota per le banche.
Che ne pensate voi, popolo del blog ?
Caro Claudio, grazie per la "finèsse" delle tue riflessioni. Si potrebbe leggere in positivo la frase di Draghi: una valorizzazione dei confidi come strumento di prevenzione delle crisi. Purtroppo anche nel mondo degli strumenti pubblici e associativi di sostegno finanziario alle Pmi vale la legge di Gresham: le energie vanno quasi tutte a tamponare le crisi conclamate e non a scongiurare le crisi evitabili.
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