Sta per uscire un libro molto atteso. Ha uno strano titolo: Jimmy Stewart is dead, e lo ha scritto un economista dell'Università di Boston, Laurence J. Kotlikoff.
Jimmy (James) Stewart in effetti è morto nel 1997, all'età di 89 anni. Tra le sue interpretazioni indimenticabili, La vita è meravigliosa (1946), in cui interpreta George Bailey, direttore di una cooperativa di depositi e mutui a Bedford, campione del fare banca a servizio della comunità. Bene, per Kotlikoff di banchieri come George Bailey non ce ne sono più in giro. Tutta la finanza USA è infestata da pescecani mille volte più subdoli e avidi del suo antagonista Potter. Le stesse Savings & Loan Associations, poi, quando non sono finite preda di immobiliaristi come il texano Danny Faulkner, sono ormai banche for profit come tutte le altre.
Le banche come le conosciamo non meritano più la fiducia della gente, e non serve a nulla tamponare i loro disastri riempiendole di liquidità o di patrimonio, che finirebbero in altre scommesse alla disperata, tanto poi paga il contribuente. Kulikoff propone un sistema di limited purpose banking con un'unica tipologia di intermediario: i fondi comuni di investimento (il settore che meglio ha retto alla crisi). I fondi potrebbero offrire conti correnti, ma soltanto a fronte di riserve liquide del 100% (presso la banca centrale o in titoli di Stato a breve). Fine della banca di deposito con riserve frazionarie, fine del rischio di liquidità e corse agli sportelli, fine dell'incertezza sul moltiplicatore di M1.
Chi allora farebbe credito, investirebbe in bonds, azioni quotate, private equity, offrirebbe polizze? Altri fondi comuni, rigorosamente specializzati. Trasparente dev'essere, fin nei minimi dettagli, la composizione di questi fondi, in modo che se ne possa valutare in modo efficiente il rischio. Rischio che resterebbe sugli investitori, resi però consapevoli. Torneremmo al famigerato modello originate to distribute, fondato su cartolarizzazione, rating delle agenzie, disseminazione dei rischi? Nella sostanza sì, ma sarebbero messe al bando le strutture con leva, o quelle inutilmente complesse, e una Federal Financial Authority (pubblica) gestirebbe un mega-sistema informativo con cui certificare reddito, bilancio, proprietà, esposizioni di tutti i beneficiari dei finanziamenti (questa idea delle banche dati sui rischi la proponeva anche Robert Shiller nel suo New Financial Order).
La pars destruens della tesi di Kotlikoff ha raccolto plauso tra molti personaggi importanti. La pars construens (l'idea del limited purpose banking) è affascinante. Ma può bastare un modello illuminato, e uno Stato efficiente nell'attuarlo, a rigenerare il sistema finanziario?
C'è ancora bisogno dei George Bailey, oggi più di ieri.
Luca
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