La BCC di Busto Garolfo e Buguggiate ha lanciato un plafond di 4,5 milioni di prestiti per le imprese del territorio. La novità è il funding, che per 2/3 sarà assicurato da bond collocati presso imprese associate all'Unione Industriali della Provincia di Varese (o loro soci o manager). I titoli hanno scadenza 2 anni e tasso fisso del 2,25%, taglio minimo 1.000 euro. Anche il Sole 24 ore riporta e commenta la notizia. Le BCC hanno aumentato il loro rapporto impieghi/raccolta diretta dal 2007. Per non essere costrette a rallentare o contrarre le erogazioni (come i gruppi maggiori) devono procurarsi provvista stabile. Con questo programma le imprese (o gli imprenditori) liquidi sostengono l'offerta di credito locale.
Mi piace la concretezza dell'iniziativa.
Luca
Ciao Luca, bella veramente questa pensata! Perchè non proponi un post nuovo del tipo "possibili funding per i confidi 107 e finanziamenti diretti al credito locale"? Con l'occasione Ti invio un link fresco fresco http://www.youtube.com/watch?v=4wo7-20jhDc&feature=related
RispondiEliminaCiao a tutti.
Francamente sembra una cosa demagogica e pubblicitaria.
RispondiEliminaSapio: E' vero che il reimpiego locale di raccolta non l'hanno inventato con questa operazione (è un carattere storico del credito cooperativo, da Raiffeisen a Yunus passando per don Besana, fondatore della Cassa Rurale Cattolica di depositi e prestiti di S. Margarita, da cui questa BCC nasce), però il fatto di coinvolgere le imprese nel progettare un circuito di intermediazione è da apprezzare. 4,5 milioni di portfoglio su un portafoglio prestiti della BCC di circa un miliardo sono una cifra tangibile, ma non determinante, certo. Si può pensare a qualcosa di più innovativo e su scala più grande. Ma il passo è positivo.
RispondiEliminaBartolo: molto bello il video su Scicli barocca, grazie.
RispondiEliminaEcco una vera banca del territorio. Che, come tutti, ha bisogno di consenso locale e quindi un po' di demagogia e di pubblicità ci sta. Sempre meglio, comuncque, della melensa pubblicità di Intesa che foraggia la (pessima) TV nazionale (pubblica e privata, il peggio, di solito, è bipartisan).
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